La discendenza di Volcmaro di Burgstall
Pietro Spaur figlio di Baldassare (parte prima)
I nobili delle valli del Noce hanno sempre legato il loro destino a chi in quel momento impersonava la figura del conte del Tirolo o del Principe vescovo di Trento e trassero le loro fortune e disgrazie dall’alleanza che avevano con l’uno o con l’altro contendente. La contea del Tirolo, passò nel 1363 agli Asburgo, allorché Margherita Maultasch, figlia di Enrico dei Mainardi, artefice della fortuna di Volcmaro di Burgstall, cedette i suoi possedimenti ad un suo parente, Rodolfo IV d’Asburgo; Margherita ormai vedova del secondo marito Ludovico V di Baviera (del casato dei Wittelsbach) morto nel 1361 ed affranta dalla sopravvenuta morte, nel 1363, del figlio Mainardo III, quale suo unico erede, trascorse gli ultimi anni della sua vita nella “prigione dorata” di Vienna ove morì il 03 ottobre del 1369. Il precedente atto di cessione dell’importante contea tirolese del 1363, venne poi approvato dal casato dei Wittelsbach solo nel 1369. Alla morte di Rodolfo IV (1365) gli succedettero congiuntamente i suoi due fratelli Alberto III e Leopoldo III (l’altro fratello Federico era già morto nel 1362); poco dopo nel 1379 con il trattato di Neuberg, essi divisero i loro possedimenti dando origine alle due linee quella “albertina” e quella “leopoldina”. Alberto ottenne i territori dell’Austria, mentre a Leopoldo spettò il Tirolo, la Stiria, la Carinzia, la Carniola, l’odierna Slovenia e l’Istria, nonché quanto era rimasto agli Asburgo nella Germania meridionale ed in Svizzera (loro luogo d’origine); a Leopoldo erano quindi assoggettati i vari feudi in val di Non, compresi i territori degli Spaur. Egli perì nella battaglia di Sempach il 9 luglio 1386, già ricordata per la morte di
Matteo Spaur, figlio di Volcmaro di Burgstall; tale battaglia vide contrapposti gli Austriaci contro i cantoni Svizzeri tra loro alleati risultati poi vittoriosi. A Leopoldo (sposò a Milano Viridis o Verde Visconti figlia di Bernabò) gli succedettero i figli Federico IV, Ernesto I ed altri, che divisero a loro volta nel 1406, alla morte del fratello primogenito Guglielmo I (consorte Giovanna II di Napoli), i territori paterni, con Federico IV (figlio minore, detto il Tascavuota) a cui venne assegnato il Tirolo, mentre a Ernesto I (il terzogenito detto il Ferreo o duca di Ferro) spettò la Stiria, la Carinzia e la Carniola; egli fu tutore con suo fratello Leopoldo IV (il secondogenito), del nipote (nato nel 1397) figlio di Guglielmo I, Alberto V cui spettava l’Austria.
Leopoldo IV (consorte Caterina di Borgogna) morì nel 1411, senza eredi così Ernesto I divenne il capo incontrastato del ramo “leopoldiano”. Tale premessa è doverosa per inquadrare meglio il periodo storico in cui visse Pietro Spaur (nato nel 1345), figlio di Baldassare (figlio quartogenito di Volcmaro) e di Agnese di Castelbarco. La linea di Baldassare fu l’unica ad avere avuto un seguito dinastico nel ramo maschile degli Spaur con Pietro ed il fratello Matteo. Pietro impersonava in se, come il nonno (Volcmaro di Burgstall), lo spirito battagliero ed intraprendente e divenne verso la fine del tredicesimo secolo e gli inizi del quattordicesimo secolo, il dinasta più potente della valle di Non; egli dimorò presso il castello di Sporo-Rovina a Sporminore. La sua vita si intreccia inevitabilmente con i personaggi del suo tempo che nella fattispecie saranno il Principe Vescovo di Trento Giorgio I di Liechtenstein, il conte del Tirolo Federico IV e Rodolfo di Belenzani; era imperatore del Sacro Romano Impero Sigismondo di Lussemburgo figlio di quel Carlo IV fratello del primo marito di Margherita Maultasch (Giovani Enrico). Giorgio I di Liechtenstein nacque a Nikolsburg (oggi Mikulov in Moravia) da una famiglia aristocratica originaria del castello di Liechtenstein, allora Austria e che successivamente diede il nome al principato; egli fu nominato Principe Vescovo nel 1390 in successione di Alberto di Ortenburg (1363-1390) che con le cosiddette “compattate” aveva di fatto già rinunciato all’indipendenza politica del principato vescovile riconoscendo tale territorio come feudo dei duchi Alberto e Leopoldo d’Asburgo. Più tardi Federico IV detto il Tascavuota depose ed imprigionò il vescovo di Bressanone così come quello di Coira, allo scopo di obbligarli a sottoscrivere la cessione di ogni loro diritto sui loro territori, a favore degli Asburgo. A questa mira espansionistica di Federico, si oppose il Principe vescovo di Trento, Giorgio di Liechtenstein, unico da lui non esautorato, che però doveva nel frattempo affrontare anche il fiorente malcontento degli abitanti di Trento e delle valli, causa il crescente carico fiscale cui il popolo era sottoposto.
In questo contesto, nel 1407, emerge la figura di Rodolfo Belenzani che con i suoi rivoltosi pretese la consegna del castello del Buonconsiglio e della città, ma ottenuto il rifiuto del vescovo, lo fece catturare e lo rinchiuse presso torre Vanga. Belenzani voleva consegnare la città alla repubblica di Venezia che in quel periodo era in espansione. L’operato di Belenzani serviva indirettamente anche al conte del Tirolo che però non voleva l’ingerenza veneta e quindi se in un primo momento lo appoggiò, in seguito prese lui stesso le redini della città di Trento; il 6 ottobre del 1407 il Belenzani fu arrestato ad opera di Federico IV e poi liberato su cauzione, grazie alla garanzia (mallevadoria) data da Pietro Spaur per la somma di 25.000 ducati; egli si rifugiò nei pressi di Rovereto, assoldò dei combattenti e di li a poco conquistò Trento, ma il 5 luglio 1409 rimase ferito e morì, senza ottenere l’appoggio sperato della Repubblica Veneziana. Nel 1382 Pietro era vicario in val di Non per l’allora vescovo di Trento, Alberto, e nel 1394 con il vescovo Giorgio di Liechtenstein troviamo Matteo vicario in val di Non e Pietro vicario vescovile nelle Giudicarie che amministrava da castel Stenico. Pietro divenne il capostipite degli Spaur in val di Non, mentre il fratello Matteo divenne capostipite degli Spaur di Moos (castello di Appiano) e degli Spaur d’Austria nella zona del fiume Inn superiore, territorio dove troviamo le città di Seefeld e Telfs per intendersi.
(Continua il mese prossimo…)