Le lontane radici della solidarietà
Balvano, 40 anni fa la mobilitazione della valle per il sisma dell’Irpinia
Il 23 novembre 1980 alle 19.31 la terrà tremò per due minuti in Irpinia, tra Campania e Basilicata, ma ci vollero due o tre giorni prima che la pubblica opinione si rendesse conto di quello che era veramente successo.
Un bilancio terribile con quasi tremila morti sotto le macerie, decine di migliaia di senza tetto. Le difficoltà di intervenire efficacemente emersero immediatamente, viste le infrastrutture già carenti e ora anche danneggiate dal sisma nonché la mancanza di coordinamento ed organizzazione. Non esisteva la Protezione Civile nazionale che nacque solo nel 1982. In questa occasione il governo nominò Commissario straordinario per il terremoto in Irpinia l’on.Giuseppe Zamberletti. Al suo appello risposero le varie regioni d’Italia e tra le prime la Provincia di Trento che si organizzò con un Comitato di coordinamento istituito presso il Consiglio Provinciale. Anche la Valle di Non si mobilitò con iniziative di Comuni, Associazioni, Enti e privati che iniziarono già da subito a donare soldi ed a costruire casette in legno. In quest’ottica si costituì, presso l’allora Comprensorio C6 a Cles, il “Comitato Valle di Non Pro Terremotati 80” che riuscì a raggruppare e coordinare molte di queste iniziative. In fase costitutiva vennero coinvolte tutte le parti sociali (artigiani, commercianti, industriali, sindacati, clero, …). Dopo pochi giorni il comitato divenne operativo nelle persone di Dario De Zordo, Alberto Zambotti e Maria Menapace, allora assessore valligiano (ed ex sindaco di Tuenno), che si rivelò fondamentale e determinante per i collegamenti tra la provincia e lo stesso comitato. Avendo nel frattempo la Provincia autonoma di Trento deciso di intervenire a favore della comunità di Balvano (PZ), organizzò dei pullman che partendo di sabato sera dal palazzo della Regione Trentino Alto Adige, trasportavano sui luoghi del sisma funzionari e altri dipendenti provinciali, oltre al personale volontario.
Il Comitato predispose un apposito conto corrente dove potevano pervenire i contributi di Enti, istituzione e privati cittadini ed organizzò immediatamente l’invio di un primo gruppo di volontari nonesi. “Dormivamo nei vagoni bestiame della stazione ferroviaria di Tito Scalo, protetti dai nostri sacchi a pelo. Ricordo perfettamente che la mattina, al risveglio, sulle parti in ferro che costituiscono internamente la struttura del vagone, trovavamo due o tre centimetri di brina che si era formata durante la notte e che per aprire il portellone, ghiacciato, servivano più persone con l’aiuto di una “livera” che ci eravamo portati da casa oltre a pochi attrezzi, degli stivali e degli impermeabili da cantiere” – ricorda Dario De Zordo con cui abbiamo ricostruito quella vicenda, la prima vera mobilitazione della valle per un evento tragico geograficamente così lontano. Nelle sue parole ancora ben viva la memoria del primo incarico che gli era toccato assieme ad altri volontari: rimuovere nel cimitero di Balvano, devastato dal sisma, le lastre di marmo pericolanti ed eventualmente demolire, per mettere in sicurezza, le particolari sepolture della tradizione locale. Si trattava dì piccoli manufatti fuori terra, adibiti a sepolture familiari su più piani, molto precari in quanto larghi poco più di 2 metri, profondi 80 cm e alti circa 2 metri e mezzo. Un gran lavoro attendeva a Cles il Comitato: inviare settimanalmente in Basilicata mano d’opera specializzata richiesta di volta in volta dal Coordinamento provinciale: muratori, falegnami, elettricisti, idraulici, cuochi, … Persone che venivano rintracciate contattando le aziende, gli enti e le associazioni operanti in valle. Il sabato pomeriggio un pulmino guidato da un volontario, dopo aver caricato i viveri per il viaggio, faceva il giro della valle per trasportare a Trento il gruppo di volontari che dopo 14 ore di pullman sarebbero arrivati in prossimità di Balvano. La domenica mattina il pulmino si recava a Trento per accogliere e trasportare i volontari che, dopo una, due, massimo tre settimane, rientravano dalla Basilicata. è stato un grande slancio di popolo per aiutare quelle popolazioni visto che laggiù mancava quasi tutto. Dalle Parrocchie, dai Comuni, dalle Associazioni e gruppi di privati era partita una vera corsa alla costruzione di casette prefabbricate di legno; purtroppo la stragrande maggioranza di queste erano prive di porte e finestre in quanto i volontari, pur ricchi di entusiasmo, non erano in grado di realizzare i relativi infissi per carenza di attrezzatura e manodopera specializzata.
“A Balvano c’era grande richiesta di prefabbricati, vista la stagione invernale, ne arrivavano da tutte le parti ma erano in gran parte inutilizzabili in quanto privi di serramenti” – ricorda De Zordo.
A questo punto la provincia di Trento interpellò il Comitato per verificare se fosse possibile risolvere questo problema. è così partita un’altra corsa ed un’altra sfida: fare appello ai convalligiani perché con ulteriori donazioni sostenessero la spesa, piuttosto ingente, per il completamento delle strutture. E le donazioni arrivarono, dando modo al Comitato di attivarsi presso tutti i falegnami della valle, trovando subito la disponibilità delle ditte più strutturate, mentre altri artigiani, meno attrezzati, si resero disponibili a prestare la loro opera gratuitamente presso le falegnamerie dei colleghi.
“Questa inusuale e splendida collaborazione ci permise in pochi giorni di inviare i primi camion carichi di infissi alla volta di Balvano” – conclude De Zordo. In poche settimane dalla valle di Non furono così inviate nelle zone del sisma ed installate 400 finestre, 110 porte ed 80 portoncini d’ingresso. Complessivamente sono stati donati sul conto corrente del “Comitato Valle di Non Pro Terremotati 80” quasi 85 milioni di Lire. Dopo aver pagato tutte le spese, sono rimasti in cassa 13 milioni di Lire con i quali il comitato, in accordo con il sindaco di Balvano, ha fornito tutti gli arredi per la nuova scuola media, nel frattempo costruita con la raccolta fondi organizzata dal settimanale “Oggi”.
La solidarietà della nostra gente è stata straordinaria, se consideriamo che solo per quanto riguarda il Comitato ha contribuito con questa ingente somma, moltissime persone hanno lavorato gratuitamente in loco per raccogliere materiali e costruire casette ed oltre 130 persone si sono recate a Balvano più settimane per lavorare e condividere con la popolazione del posto questa immane tragedia.