Ostetrica “Maria Pollacci”

Il 22 marzo 2016 la Giunta Comunale di Cles delibera di patrocinare la cerimonia di commemorazione di Emilia Deromedi in Springhetti, organizzata dalla Consulta Frazionale di Mechel. Emilia Deromedi nata a Mechel il 17 dicembre 1884 frequenta a Innsbruck la scuola per levatrici e svolge il suo lavoro di “comare” in paese spostandosi da una famiglia all’altra per assistere le partorienti in casa. Esercitò la professione fino alla metà degli anni 50. I suoi concittadini le riconoscono il prezioso lavoro svolto e le dedicano una targa sulla sua abitazione.
A lei subentrarono altre ostetriche che si alternavano tra il lavoro in ospedale a Cles e i parti in casa.

Tra queste merita di essere ricordata Maria Pollacci. Nasce nel settembre 1924 a Lama di Mocogno, in provincia di Modena e si diploma ostetrica nel 1945. Comincia la sua carriera sull’Appennino modenese a Montecreto. Nel 1950 approda in Trentino. Vince il concorso come ostetrica per il Comune di Trento che le assegna un blocchetto su cui annotare i dettagli del parto e il certificato di nascita dei bambini. Questo le permetterà di dimostrare quanti bambini ha aiutato a venire al mondo. Svolge servizio per 10 anni tra Povo e Sopramonte, poi altri quattro a Cles, dal 1960 al 1964. Nel 1965 si trasferisce a Pedavena. Per il suo instancabile servizio è molto benvoluta nel paese veneto dove vive tuttora all’età di cento anni.
Maria Pollacci è l’esempio vivente di come aiutare a far nascere i bambini non sia una professione ma una vera e propria vocazione: modenese di origine, bellunese di adozione, in 77 anni di carriera ha fatto nascere ben 8000 bambini, un record che le sono valsi il riconoscimento di Ostetrica d’Italia. Il primo parto che seguì risale al 1945. La guerra era appena finita, i parti si facevano in casa e lei macinava chilometri per raggiungere le donne alle prime doglie. Seguì l’ultimo parto nel gennaio 2017 all’età di 92 anni. Nel 2017 al festival di Sanremo è la Regina del Teatro Ariston che ha fatto levare il cappello a mezza Italia con la semplicità di chi racconta del proprio lavoro.
Nel 2019 riceve l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica conferitagli dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ha festeggiato il suo centesimo compleanno durante un convegno sull’ostetricia organizzato dall’ULSS 1 Dolomiti all’Ospedale di Feltre, presso l’unità operativa di Ostetricia, ove le è stata intitolata la stanza dedicata ai corsi preparto proprio per far tesoro del suo insegnamento di dialogo e ascolto.
È una fonte inesauribile sul mondo ostetrico, chiamata più volte a tenere delle “lectio magistralis” presso cliniche ospedaliere e università. Ha svolto inoltre per 40 anni attività di volontariato aiutando presso una struttura ragazzi con problemi mentali.
In un’intervista racconta di particolari vicende che le sono successe. Afferma che il Trentino non è l’Emilia ed era duro talvolta entrare nel cuore della gente. Ricorda che negli inverni di montagna c’era sempre tanta neve e con la sua borsa da ostetrica prendeva la corriera o andava a piedi a visitare le partorienti. Si assicurava che fosse tutto a posto, che madre e figlio stessero bene. Una sera del 1951 si recò in una casa di Sopramonte che aveva appena inaugurato una stufa, purtroppo malfunzionante. Vide due bimbi di 7 e 9 anni boccheggiare. Uno smise di respirare. Li portò fuori e li salvò. Quest’anno i due bambini, diventati adulti, il giorno del compleanno di Maria centenaria sono andati a trovarla e ringraziarla ancora una volta.
Nel periodo trascorso a Cles viveva all’ospedale e alternava il suo lavoro all’interno della clinica e presso le
famiglie di Cles e Mechel ove alcune donne partorivano ancora in casa. A Cles ricorda di una nascita singolare. Era arrivato il circo e aiutò una circense a partorire. Il bambino, figlio del domatore, pesava 6 chili e in braccio a lei che ne pesava 46 le fece impressione. Fu un gran giorno di festa per tutta la comunità circense e il giorno dopo la famiglia annunciò al paese che l’avrebbero fatta entrare nella gabbia dei leoni con il bambino in braccio per festeggiare. Era titubante, ma alla fine accettò. Vi fu un attimo di timore perché il botto all’apertura dello spumante scosse una leonessa che saltò a terra irrequieta. L’evento si concluse comunque felicemente.
Maria Pollacci è stata anche la levatrice di chi scrive. Consultando i registri parrocchiali delle nascite, ove viene indicata l’ostetrica assistente al parto, ho trovato il suo nome. Grazie ai media televisivi l’ho potuta vedere e attraverso una ricerca sono andato a trovarla di persona ancora tre anni fa a Pedavena (Belluno) dove tutt’ora vive.
Quest’anno al suo centesimo compleanno non potevo mancare: “è una persona splendida, lucidissima, piena di ricordi, che tanto ha dato. Quando rivede i bambini che ha fatto nascere le dicono che è la loro seconda mamma. Afferma che aiutare a dare vita per lei è una fonte di energia rigenerativa. Le è mancato il fatto di non avere figli dovuto purtroppo a tristi eventi e quindi ha scelto di stare da sola per dedicarsi agli altri”.