Chiesa della Natività di Maria a Pellizzano

Chiesa della Natività di Maria a Pellizzano

Il paese di Pellizzano si è sviluppato lungo il corso del Noce in una zona ancora abbastanza pianeggiante della valle. Non si sono trovati molti documenti sulle origini della sua chiesa. Dipendente dalla pieve di Ossana, una chiesa in questa località viene ricordata solo nel Medioevo: in una pergamena del 12 maggio 1264, conservata nell’archivio parrocchiale, viene citata un’assemblea di Regola convocata presso la chiesa parrocchiale di S. Maria.

La cultura e le possibilità finanziarie del paese hanno probabilmente fatto scaturire il desiderio di poter contare su una propria chiesa. Si trattava solo di una cappella dipendente da Ossana sia per i sacramenti che per il clero ma si poteva esprimere la devozione verso la Vergine Maria, a cui fu dedicata, nel proprio paese.

Questo edificio fu più volte restaurato nel corso dei secoli. Ogni epoca ha lasciato il proprio segno nel suo aspetto architettonico, artistico e di fede. Tra i lavori eseguiti sono documentati: un ampliamento del 1470 in seguito al quale la chiesa fu riconsacrata nel 1474. Altre date sono state scolpite in punti diversi dell’edificio soprattutto riguardanti i numerosi lavori eseguiti ne corso del XVI sec.

La chiesa è ben orientata ad est secondo la tradizione. La facciata è dotata di un portale in pietra con architrave decorato con una testa di Cristo, in stile rinascimentale, infatti l’edificio fu allungato di una campata verso ovest intorno al 1535.

L’accesso che caratterizza maggiormente la chiesa è però l’ingresso laterale sulla facciata orientata a mezzogiorno, verso la piazza. Qui infatti il portale di ingresso alla chiesa è preceduto da un protiro piuttosto sporgente costituito da una volta a crociera con nervature gotiche, coperta da un tettuccio a due falde in legno. La parte più sporgente è sostenuta da due colonne in pietra dotate di un capitello in stile composito, collegate da un arco a tutto sesto. Sulla chiave di volta di questo arco, troviamo scolpita la data del 1545. L’accesso alla chiesa è sottolineato da un importante portale strombato in stile romanico. Pilastri e architrave in pietra incorniciano una strombatura costituita da colonne tortili e rotonde e da pilastri. L’architrave è ornata da due tralci di vite senza grappoli che convergono al centro dove troviamo una mano benedicente.

Non esistono purtroppo documenti che attestino il nome dell’artista che ha eseguito questo portale ma per analogia di stile i critici attribuiscono questo manufatto a Adamo da Laino d’Intelvi attivo in valle alla fine del Quattrocento ed esecutore del portale della chiesa di Malè. Importanti affreschi ornano questo protiro.

Nella lunetta che completa il portale è stata dipinta una Pietà, al di sopra, in una nicchia, è rappresentato lo Sposalizio mistico di S. Caterina con il Bambino Gesù che è in braccio alla Madonna, a destra troviamo S. Caterina e Maria Maddalena, a sinistra S.Vigilio e S. Rocco. Nelle quattro vele che costituiscono la copertura sono dipinti gli Evangelisti con i loro simboli.

Le pitture sono firmate Simone Baschenis sopra un cartiglio presso il toro di S. Luca. Questo artista fa parte della famiglia di pittori itineranti provenienti da Averara nel bergamasco. Simone ha lavorato molto tra il 1512 e il 1547 in Val di Sole e in Val Rendena. Questi affreschi sono molto piacevoli da osservare. I critici hanno individuato nello stile dell’autore una grande capacità nella resa prospettica, una buona cultura riguardo all’arte antica più volte citata nei suoi affreschi che testimonia anche una conoscenza dei pittori lombardi, ormai rinascimentali come il Foppa. Rispetto ai Baschenis che lo hanno preceduto e decorato, nel corso del ‘400, numerose chiese nelle Valli di Non e di Sole, le figure sono rappresentate con atteggiamenti naturali, molto sciolte e volumetricamente definite.

Sul timpano troviamo rappresentata l’Annunciazione che si svolge in un portico con soffitto a cassettoni, aperto su un paesaggio e diviso da una colonna decorata con racemi di stile rinascimentale. Sulla sinistra l’angelo appare inginocchiato, si rivolge a Maria con il classico saluto “Ave gratia plena” che porta scritto su un cartiglio. Sulla destra la Madonna riceve la colomba dello Spirito Santo. La resa artistica, per noi, non è forse godibile appieno perché il ciclo, nel 1897, fu restaurato dal pittore Alfonso Siber che lo ridipinse in molte parti che erano purtroppo cadute.

In una nicchia, aperta accanto all’ingresso, è custodita una statua lignea della Madonna con Bambino risalente alla prima metà del ‘400. Oggi appare vestita con abiti in tessuto che nascondono la struttura originale attribuita ad uno scultore veronese. Nel 1600 fu oggetto di grande devozione. Invocata per riportare in vita, anche per un solo istante, i bambini nati morti o gli annegati perché potessero ricevere i sacramenti ed essere così sepolti in terreno consacrato e raggiungere la vita eterna.

L’interno della chiesa è diviso in tre navate, tutte della stessa altezza, separate da colonne che poggiano su alte basi poligonali e terminano con capitelli in stile composito. La copertura è costituita da volte a crociera ribassate sottolineate da costoloni che si dipartono, in tutte le campate, da mensole.

La pianta è a croce ma il transetto non fuoriesce dalla larghezza delle navate. Anche il presbiterio occupa tutta la parte conclusiva della chiesa ed è coperto da volte ornate da costoloni che disegnano una serie di rose. Nel 1519 lavorarono alla costruzione delle volte Simone scultore di Como e il maestro muratore Matteo Abundi di Grosio, diocesi di Como. La parete della navata destra è affrescata con numerose figure di santi. Alcuni studiosi hanno attribuito questi affreschi a Giovanni e Battista Baschenis che sicuramente furono attivi in Trentino tra il 1470 e il 1514. Il ciclo è datato con una scritta sotto la figura di S. Giuseppe “5 giugno 1470”.

La zona presbiteriale presenta tre altari, l’altare maggiore, al centro, è in legno dorato intagliato da Simone Lenner tra il 1618 e il 1627. L’intera struttura risulta tripartita da colonne corinzie che sorreggono un timpano spezzato con angeli. Due piccole ali completano l’altare, in esse troviamo due edicole in cui sono collocate la statua di un vescovo a sinistra e di S. Anna a destra. La tela che costituisce la pala d’altare rappresenta la Natività della Vergine Maria. Di pittore ignoto, è stata sottoposta ad un pesante restauro nel corso del novecento. Difficile riconoscere lo stile dell’artista. L’ancona lignea dell’altare laterale destro è costituita da una coppia di colonne corinzie intagliate con racemi e foglie di vite che sorreggono un architrave e un timpano spezzato sormontato da una coppia di angeli con trombe. La cromia è caratterizzata da un fondo bruno e parti in rilievo dorate.

La pala dipinta su tala intorno al 1630 rappresenta tre santi protettori contro la peste: “S. Rocco, S. Antonio Abate, S. Sebastiano e al centro S. Antonio da Padova noto per i suoi poteri taumaturgici, nella parte alta troviamo una Vergine ed un Cristo”. L’altare sinistro è costituito da una mensa, tutta la testata della navata è occupata da un grande affresco di Cipriano Vallorsa del 1571. “Rappresenta una Madonna in trono con Bambino, S. Vigilio e S. Antonio Abate”. Nella parte bassa troviamo la confraternita dei Disciplini, con il loro tipico abbigliamento e dall’altro lato, la famiglia Canacci, i donatori dell’opera.

Nella navata laterale sinistra, intorno al 1590, gli architetti realizzarono due cappelle divise da una colonna identica a quella del resto dell’edificio. Molto importante in queste cappelle è la decorazione a stucco bianco e azzurro, tra le più importanti del Trentino eseguito nel XVIII sec. Mancano documenti che consentano l’individuazione degli esecutori. Sulla parete di fondo due altari in legno. Uno dedicato alla Madonna Immacolata, in legno dorato, intagliato da Giovanni Battista Ramus XVII sec. Accanto troviamo l’altare del Crocefisso in legno dipinto risalente al XVIII sec.

arch. Maria Candida Tuveri