Halloween, origini di una festa ‘paurosa’

La festa di Halloween viene, sempre più, additata come una “cosa” non nostra, non cristiana e come celebrazione del diavolo in persona.
In questo breve articolo proverò a fare luce su diversi punti:
- Come le radici siano radicate nella storia europea e non americana;
- Vedremo come sia il fulcro principale di una cultura millenaria, basata sulla circolarità delle stagioni, incentrata su un ritmo agricolo che da sempre caratterizza la vita dei nostri nonni da generazioni;
- Forse per molti una vera rivelazione, ovvero, come la festa di Halloween altro non sia che un vero e proprio sinonimo (e non contrario) della celebrazione cristiana dei santi.
A conclusione alcune ipotesi sul perché si sia giunti ad attribuirle origini nel nuovo continente, perdendone come conseguenza le vere origini.
In principio era Samhain… (scusate la citazione quasi biblica ma ci stava bene). Siamo nel nord Europa, la religione è pagana, si usavano le rune, un antico alfabeto celto/romanico, la popolazione e la vita erano centrate su madre natura e sui ritmi agricoli, caratterizzati da solstizi ed equinozi.
Il periodo dell’anno che ci interessa è fine ottobre inizio novembre, coincidente con l’equinozio d’autunno e caratterizzato per essere il Capodanno celtico.
I Celti, infatti, calcolavano il passare del tempo circolarmente, la luce cedeva il passo al buio (vedremo poi perché in questo caso non ho volutamente utilizzato oscurità), gli ultimi frutti erano pronti per la raccolta, solitamente mele e noci.
Nel Mabinogion, antico se non primo romanzo storico, viene trattata molto bene questa ciclicità, centrando tutto sulla vita di due fratelli che, sempre in competizione non riescono mai a raggiungersi, superandosi (sconfiggendosi) due volte l’anno, reincarnazione della luce e del buio, del bene e del male, di estate e inverno, ecc.
Questa notte era caratterizzata non solo dal passaggio alla nuova fredda stagione ma si credeva che il muro invisibile, che separa il mondo terreno (la luce) da quello ultraterreno (le tenebre, ora è appropriato se non d’obbligo), si assottigliasse fino a renderne possibile il passaggio da una realtà all’altra. Questo consentiva ai defunti di fare visita ai propri cari, ma, comportava anche agli spiriti di vagare indisturbati sulla terra. Ecco allora comparire sulle porte e sui davanzali rape scavate con all’interno candele accese, come molte luci guida che aiutano l’anima a ricongiungersi con la propria famiglia per la cena di festeggiamento.
Era abitudine, specie nei paesi dell’est, avere una porta chiusa (poteva anche essere sui piani superiori delle abitazioni e dare nel vuoto), aperta solo in questa occasione rappresentava una sorta di “porta sacra” domestica e permetteva al defunto di entrare ospite e sedersi al tavolo. Veniva anche apparecchiato un posto in più, riccamente imbandito con tutte le pietanze presenti, la simbologia del coperto allestito era in uso anche in diverse regioni d’Italia.
Ma perché ci si mascherava?
Semplicemente per invogliare gli spiriti che si affacciavano a fermarsi a festeggiare, ma solo questa notte perché, tutto sommato, forse l’aldilà non è poi così spaventoso rispetto al mondo esterno. Come potete intuire, il maligno non c’entra nulla. Il periodo è caratterizzato da notti sempre più lunghe e fredde, la natura stessa esprime il suo lato spettrale con alberi spogli e figure scheletriche. Dai boschi sempre più frequentemente escono belve feroci in cerca di cibo sempre più scarso, perché molto facilmente anche la prima neve è caduta, ecco allora che rape accese ad illuminare l’oscurità e maschere terrificanti aiutano a scongiurare ancestrali paure, usare il conosciuto per scongiurare l’ignoto.
Non è strano, però, che la data sia la stessa della giornata dei santi cristiana?
Certamente una singolare coincidenza… non proprio. Infatti, è per volere di Papa Gregorio IV che, autorizzando l’introduzione della festività dedicata ai santi il 1°novembre nel calendario “Giuliano” e abbinata alla celebrazione del 2 novembre dedicata ai defunti voluta dei Benedettini, si cristianizza nel IX secolo la festività pagana di Samhain, che nei paesi di origine inglese prende il nome di “All Hallows’ Eve” cioè “Vigilia di Ognisanti” contratta poi in Halloween.
Ora, grazie alla colonizzazione delle Americhe, i coloni europei portarono con loro le antiche tradizioni, solamente le rape vennero sostituite dalle zucche e, come spesso succede, la festa ha assorbito qualcosa anche dal nuovo mondo, ecco allora comparire “dolcetto o scherzetto” e rendere goliardica la festività, soprattutto a giovani e bambini. Come molte cose arrivate dall’America, ad esempio i pomodori e, appunto, le zucche anche Halloween, come un boomerang torna nel vecchio continente, restando però accolta ormai come una festa giocosa e spensierata, ma potete vedere per nulla collegata e vincolata al maligno, che viene eventualmente schernito ed invitato a rimanere nelle tenebre.

Nota: la maschera del Krampus non è propriamente di Halloween ma resta molto coreografica.