Nere nuvole d’autunno
Arriva l’autunno e la stagione del raccolto e dell’abbondanza quest’anno si porta dietro un carico di nuvole sempre più nere che non possono farci stare sereni.
La guerra in Ucraina si sta incancrenendo e all’orizzonte non ci sono seri tentativi di mediazione del conflitto che dura da oltre sei mesi e che ha fatto da detonatore ad una sorta di “via libera” generalizzato all’aumento dei prezzi di beni e servizi, anche di quelli che nulla hanno a che vedere con il petrolio ed il gas russi.
Quella che abbiamo davanti è una crisi senza precedenti neppure paragonabile a ciò che si era provato ai tempi dell’austerity del 1974, durante la quale molti governi dei Paesi occidentali, compresa l’Italia, furono costretti ad emanare drastiche disposizioni di contenimento del consumo energetico, Di quell’anno, chi ha la mia età, si ricorda le targhe alterne, le città senza traffico e una circolazione ridotta, Alcune aziende avevano chiuso o si erano riconvertite su altre produzioni e si era cercato di far cambiare stile di vita ma poi tutto in poco tempo era rientrato, senza rallentamenti evidenti allo sviluppo.
Quella di oggi è una situazione diversa, e anche chi era riuscito a resistere nel lockdown e sopravvivere alla pandemia del biennio 2020/2021 difficilmente potrà resistere alle bollette stratosferiche che molti operatori in queste settimane stanno mettendo in vetrina come estremo grido di aiuto.
Il gas almeno per un altro anno e più – osservano alcuni esperti – avrà prezzi impossibili e ci vorrà tempo per avere sufficienti approvvigionamenti alternativi e vedere in campo soluzioni che permettano di prescindere dalla dipendenza dalla Russia. Tanto per dare l’idea due anni fa il gas russo veniva importato in Europa a 6 euro, il 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione dell’Ucraina, era scattato a 27 euro/MWh, ed ora è oltre la soglia dei 340 euro/MWh!! Decuplicato in poco più di sei mesi!
Come è stato possibile arrivare a questa punto? Era prevedibile?
Forse sì, ma chi poteva intervenire dopo le prime avvisaglie non l’ha fatto o se l’ha fatto ha agito in modo troppo blando e timoroso dimostrando nei fatti l’allarmante inadeguatezza di governo delle Istituzioni europee, unica istituzione che potrebbe davvero incidere su questo scenario da incubo.
In una congiuntura così difficile e complicata l’UE non riesce nemmeno, come ci documentano i media, ad accordarsi ed imporsi sulla fissazione di un tetto comune al costo del gas. Questo, allo stato attuale potrebbe essere l’unico vero strumento per raffreddare il rischio di impoverimento generalizzato con perdita di migliaia di posti di lavoro e un’inflazione incontrollata che rischia di minare risparmi e risorse.
Su questo sfondo tutt’altro che sereno la campagna elettorale italiana, in vista del voto per il 25 settembre, avanza senza particolari emozioni giocandosi la credibilità su TV, giornali e social tra sparate e provocazioni che danno al Paese la sensazione che non si stia comprendendo a fondo la situazione e che la politica non sia in grado di indicare una via d’uscita che eviti di far precipitare il paese in macerie.
Dal punto di vista degli elettori il contesto caotico della campagna elettorale non è certo di sostegno al compito di favorire la partecipazione al voto da parte degli indecisi o degli scettici. Con il rischio che anche nel prossimo Parlamento si verifichi uno stallo dove basta il cambio di casacca di qualche parlamentare a far saltare il Governo.