La forza dell’ignoranza
Sovente nei miei interventi su “il Melo” ho parlato di “intelligenza”.
Seduto in poltrona, la sera scorsa, vedevo scorrere in tv gli orrori di Bucha. I commentatori parlavano di mosse strategiche, di missili intelligenti che facevano strage di civili, truppe che torturavano bambini ed uccidevano inermi passanti.
Non voglio entrare nella disputa tra Russia e Ucraina che si accusano a vicenda, come i bambini che si accusano reciprocamente di aver messo il dito nella cioccolata.
Non voglio entrare nelle farneticazioni dell’uno o le ragioni dell’altro, ma semplicemente inorridire di fronte al concetto di intelligenza nel senso comune del termine. Pensando all’uomo, all’umanità, al progresso scientifico e tecnologico mi rendo conto che l’intelligenza non è dell’uomo. Al più potremo catalogare i “progressi” dell’evoluzione del “bipede” come frutto di un ingegno. Un ingegno, purtroppo, alimentato da menti diversamente intelligenti, non volendo, per ipocrisia ed un po’ di vergogna, pronunciare il termine ignoranti!
Dopo questa amara premessa, vengo al dunque. Pensiamo alla storia della scienza, ci accorgeremo, ben presto che i maggiori progressi in campo tecnico e scientifico sono legati alla voglia di prevaricare e distruggere il proprio simile.
L’uomo ha raggiunto, in questo intento, risultati invidiabili, in meno di cento anni, L’arsenale nucleare mondiale è più che sufficiente a distruggere e rendere inabitabile l’intero pianeta. Un risultato frutto dell’ingegno: oggi, qualche dittatore poco equilibrato, con la semplice pressione di un pulsante in un remoto punto del pianeta può decretarne l’autodistruzione.
E’ questa l’intelligenza?
Spesso inorridiamo di fronte allo sciacallo che si ciba dei resti animali. Ma chiediamoci, chi è più intelligente tra l’uomo e lo sciacallo: la crudeltà dell’istinto per la sopravvivenza, anche se deprecabile, ha una sua logica giustificabile.
La crudeltà della “razza bipede” depositaria di talento superiore, è dettata, non dalla sopravvivenza, ma da pulsioni di onnipotenza e di prevaricazione.
Ma, direte, cosa c’entra la scienza e la tecnologia con tutto questo?
C’entra fondamentalmente per due ragioni:
Per primo perché dopo Galileo la scienza ha introdotto il metodo del ragionamento scientifico.
Di che si tratta?
Esso consiste nella raccolta di dati empirici sotto la guida delle ipotesi teoriche da vagliare e nella analisi rigorosa, logico-razionale e, dove possibile, matematica di questi dati associando le «sensate esperienze» alle «dimostrazioni necessarie».
Questo modo di agire dà la misura dell’intelligenza. Spesso le impressioni, sono diverse dalla realtà. Spesso le azioni più scellerate sono figlie dell’arroganza e della mancata applicazione del metodo scientifico. La conferma la troviamo in questi primi scorci di primavera (Bucha aveva un precedente altrettanto tragico in Italia: Marzabotto. Violenza gratuita, odiosa, ma soprattutto inutile).
Le atrocità e le guerre disumane sono sempre frutto di menti malate che si sono scordati gli orrori crescenti ed indescrivibili del passato ma, sono anche il frutto della diversa intelligenza di una razza. L’attuale ‘Zar sovietico’ (sostituto degli zar “originali” deposti dai suoi predecessori comunisti) in patria nutre di una popolarità ed un seguito invidiabile. Come questo moderno “esemplare”, Hitler, Mussolini, Stalin ecc. traevano linfa vitale dagli stessi “sudditi” mandati a morire, per una fantomatica patria, depositaria dei privilegi di pochi potenti oligarchi.
Martedì 22 marzo: Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov dichiarava: “La Russia non ha ancora raggiunto nessuno dei suoi obiettivi militari in Ucraina, Mosca utilizzerà armi nucleari solo se la sicurezza della Federazione fosse ‘sotto minaccia’”.
Lasciando da parte il fatto che è un nonsenso, visto che chi intenderebbe ricorrere al nucleare è anche colui che stabilirebbe di essere sotto minaccia.
Lasciando perdere questo, dicevo, la consapevolezza che il processo nucleare, se avviato, sarebbe irreversibile dovrebbe suggerire di evitare solo il nominare certi scenari di sicura distruzione totale.
Le guerre, in passato, ed ancora di più oggi non solo sono insensate, ma la dimostrazione dell’ignoranza che ci attanaglia e di cui siamo un po’ tutti responsabili chiusi nel nostro sordo egoismo.
Il secondo motivo per cui scienza e guerra sono sempre andate a braccetto si vede chiaramente dall’evoluzione del potenziale bellico. Le scoperte tecnologiche in campo militare e scientifico sono sempre state al centro delle politiche dei governi in particolare dei regimi autoritari.
Scorrendo la storia della scienza, dall’invenzione della ruota alla fabbricazione delle moderne testate nucleari “intelligenti” (1500 volte più potenti di quella di Hiroshima), emerge inequivocabile la “forza dell’ignoranza”.