Ortopedia, eccellenza dell’ospedale di Cles
L’eccellenza alle porte di casa, senza dover tanto gironzolare per la penisola o anche all’estero per trovare l’ospedale migliore o più noto per una protesi all’anca, al ginocchio o alla spalla.
Parliamo di Ortopedia, centro ortopedico d’avanguardia che attira a Cles (e a Tione, ospedali che condividono l’Unità Operativa) pazienti anche da fuori regione, compresi sportivi in attività e volti noti che arrivano qui per protesi all’anca, al ginocchio e o alla spalla: interventi sempre più richiesti e da tempo ormai riconosciuti come ‘essenziali’ al miglioramento della qualità di vita.
Da quattro anni questi interventi qui sono ‘risolti’ con una tecnica multidisciplinare denominata Fast Track che consente il recupero in tempi più rapidi (rispetto al metodo standard) dell’autonomia funzionale dell’arto.
“Una tecnica foriera di nuovi sviluppi – ci spiega il primario dell’Ortopedia di Cles (e Tione), dottor Luigi Umberto Romano, che abbiamo intervistato – e che rappresenta uno strumento in più al fine di rendere più sicure e meno impattanti le operazioni di protesi all’anca e al ginocchio, che sono tra i più frequenti interventi chirurgici praticati nelle strutture di cura italiane, pubbliche e private ed un ricovero ospedaliero medio di 7- 8 giorni.
Con il sistema Fast Track la ripresa della funzione articolare è più rapida e sicura tanto da consentire la dimissione del paziente entro i 3 gg dall’operazione”.
In cosa consiste il protocollo Fast Track?
“è un metodo originato in Danimarca e sfrutta tutte le evidenze scientifiche recenti per diminuire lo stress chirurgico iniziando dall’educazione del paziente, utilizzando approcci meno invasivi, e soprattutto controllando al meglio le perdite di sangue e il dolore anche con la crioterapia evitando in questo modo un sovraccarico di farmaci. Così facendo i tempi di riabilitazione procedono in modo più spedito, il paziente è in grado di camminare già il giorno dell’impianto e il giorno dopo può iniziare a fare le scale”.
Cles e Tione sono stati i primi centri pubblici italiani che hanno introdotto in Italia il sistema Fast Trak. A Cles questa metodologia è praticata come tecnica standard da quattro anni (prima c’era già a Tione, NdR) ottenendo dall’Istituto Superiore di Sanità dopo uno studio fatto in collaborazione con l’Azienda Sanitaria provinciale la classificazione di struttura d’eccellenza e l’inserimento del nosocomio noneso nell’elenco prestigioso dei Centri italiani di “buona pratica clinica” per quanto riguarda gli interventi di protesi all’anca e ginocchio.
A Cles (e Tione) per questo arrivano pazienti dalla Sicilia, dal Friuli (Spilimbergo) e dal Centro Nord con una media di 20 interventi protesici settimanali sui due ospedali con tre sale chirurgiche riservate ogni settimana agli interventi protesici a Cles ed altrettante a Tione.
A Cles in particolare per oltre un anno, in tempi pre covid, si è sperimentata la tecnica robotica di precisione, attività ora sospesa in attesa delle decisioni dell’Azienda sanitaria provinciale sull’acquisto della strumentazione.
“Sarebbe un bel passo avanti! La robotica infatti costituisce oggi la più avanzata delle tecnologie chirurgiche. In ortopedia, in particolare, garantisce una precisione notevolmente superiore sotto il profilo millimetrico rispetto all’operazione manuale per quanto riguarda versioni e rotazioni sul piano assiale dell’articolazione.
Il miglior posizionamento di una protesi consente alla stessa una maggior longevità e il costo della tecnologia sarebbe ripagato da un decremento delle revisioni ad oggi dovute al mal posizionamento degli impianti”.
Ci può spiegare come avviene il recupero postoperatorio?
“Nei protocolli di recupero rapido il paziente non deve eseguire un classico “recupero” di funzione postoperatoria. Si tratta invece di “mantenere” attivo il più’ possibile il livello funzionale del paziente che poi sarà attore del proprio recupero. In questo il fisioterapista avrà un ruolo centrale di educatore e supervisione del raggiungimento degli standard funzionali adeguati”.
Quali sono i vantaggi per il paziente e quali per l’ospedale?
“I vantaggi per il paziente sono un più rapido recupero delle funzioni dell’arto operato, non aver più bisogno di trasfusioni, avere un ottimo controllo del dolore postoperatorio, diminuire il tasso di eventi avversi postoperatori grazie alla mobilizzazione precoce. Inoltre per il paziente è possibile eseguire in sicurezza interventi bilaterali simultanei ad entrambi gli arti inferiori. Per l’ospedale i vantaggi sono il numero inferiore di giorni di degenza e il conseguente minor carico infermieristico dei pazienti più attivi”.
Da quanto tempo è attivo questo nuovo metodo e quali i risultati fino ad ora?
“Dal febbraio 2016 abbiamo introdotto il Fast Track a tutti i nostri pazienti operati di protesi di anca e ginocchio indipendentemente dall’età perché è emerso sia dai nostri dati che da quelli della letteratura che sono soprattutto i pazienti più anziani a beneficiare meglio della mobilizzazione precoce”. . . “Riassumendo, il Fast Track è una metodologia multidisciplinare che coinvolge – come sottolinea il primario dott. Romano – tutta una serie di figure professionali ospedaliere che vanno dal chirurgo ortopedico e dall’anestesista agli infermieri, al personale Oss e ai fisioterapisti. Professionisti quest’ultimi che intervengono fin dalle prime ore post-intervento per accompagnare il paziente nella rapida e progressiva riabilitazione”.
Un lavoro (ed un successo) da equipe!