Sanzeno – Malgolo, i tornanti del soratóu
Sono tanti e vari, come “IL MELO” sta cercando di evidenziare nei vari numeri anche su indicazione dei lettori, i nodi stradali che rendono complicato il traffico in valle di Non, soprattutto per i mezzi pesanti che sempre più numerosi solcano questo territorio.
Uno dei punti critici, anche se forse non il più urgente, è il tratto Sanzeno – Malgolo con i tornanti che consentono di ‘scalare’ il dislivello tra la media e l’alta valle valle di Non raggiungere il cosiddetto ‘soratóu’*.
Anche per questo tratto, come anche per altri ‘nodi’ come sta documentando “il Melo”, nel passato remoto e più recente sono state avanzate ipotesi di soluzione e lo stesso Consiglio Provinciale, su input di politici e non (in primis la consigliera Caterina Dominici che nel corso dei suoi mandati per ben tre volte aveva fatto approvare in Provincia l’impegno) hanno sollecitato una soluzione.
Della possibile variante che potrebbe togliere il traffico pesante dai centri storici di Romeno, Cavareno e Sarnonico abbiamo parlato sul numero di maggio 2021 in occasione di una panoramica sulla viabilità in Alta valle di Non. Per quanto riguarda i tornanti di Malgolo, da una sondaggio in Provincia non risultano allo stato esserci soluzioni ma sarebbe in corso un confronto con il Comitato Viabilità dell’Alta valle di Non di cui abbiamo dato notizia nei mesi scorsi.Il problema è comunque annoso e in passato se ne sono occupati anche i comuni su sollecitazione dei camionisti. “In realtà un progetto vero e proprio su come superare i tornati di Malgolo non mi risulta sia mai stato mai fatto, e non credo che una soluzione sia nemmeno oggi in corsia di marcia” – ci dice Gilberto Zani che da sindaco di Cavareno si era fatto promotore, ai tempi dell’assessore provinciale ai LLPP Alberto Pacher, di una conferenza di primi cittadini altoanauniesi sulla viabilità nella zona. “Purtroppo quel treno è andato perso, vedi la rotatoria di Dermulo già finanziata e rimasta sulla carta. Per i tornanti di Malgolo penso che dovremo convivere a lungo con qualche piccolo miglioramento!”
In teoria le soluzioni comunque ci sarebbero, anche se, come per tutto è una questione di risorse. Nel 2013, ad esempio, lo studio dell’ing . Nicola Zuech aveva ipotizzato una soluzione che in parte riprendeva il tracciato storico della ex ferrovia Dermulo – Mendola (**) con partenza dal bivio di Casez, poco a monte del museo Retico, passaggio a ovest del castello di Malgolo ed innesto sulla viabilità attuale poco a monte dell’esistente segheria. “Era una semplice idea ‘di scuola’ ma senza nessuna previsione di spesa anche perché non c’è mai stata una seria volontà politica da parte dei comuni altoanauniesi di risolvere il problema” – afferma il tecnico Zuech.
Un’idea diversa per Alta Anaunia
Parlando di viabilità, “il Melo” vuole anche dare voce ai propri lettori. Un’idea diversa di viabilità per l’Alta valle di Non la suggerisce l’arch. Onorio Zucal (di Romeno, anche se risiede a Cles), “soluzione – spiega – che potrebbe risolvere sia il nodo dell’attraversamento dei centri storici di Romeno, Cavareno e Sarnonico e nello stesso tempo evitare di ‘tagliar fuori’, con una strada lontana, i paesi, in primis Cavareno”. Nel mirino di Zucal l’ipotesi, avanzata in più occasioni, di utilizzare come strada di gronda il tratto finale della SP Dambel – Sarnonico collegandola con una bretella alla SS 43 Dir all’altezza del ponte della ciclabile a valle di Romeno. Ma anche l’idea di risolvere le difficoltà di transito nei paesi abbattendo edifici storici come si è cercato di fare a Romeno. La soluzione, per Zucal, sarebbe realizzare a Romeno una galleria di 800 mt con ingresso poco a valle della pizzeria Anaunia e sbocco nei pressi del caseificio sociale ed innesto nell’attuale statale. Una galleria (400 mt) sarebbe prevista anche per bypassare Cavareno con ingresso in loc. ‘Ambagn’ e sbocco nella zona ‘stalle’ e l’area produttiva, peraltro mai realizzata. La traccia potrebbe seguire il corso del torrente Moscabio fino a Sarnonico lambendo marginalmente i Pradiei fino a Fondo dove la tratta finirebbe all’altezza della macelleria Marchiori. Zucal azzarda anche una stima dei lavori, ca 12 milioni, ma questa è un’altra storia.
(*) Soratóu, o Soratoo – scrive Enrico Quaresima nel suo monumentale “Vocabolario Anaunico Solandro” – è una voce di uso corrente nella Val di Non centro meridionale per indicare il territorio che va da Romeno a Castelfondo, appunto l’Alta Anaunia. È un nome composto dall’avverbio ‘sora’ (sopra) e dal sostantivo ‘tóu’ (canalone, scivolo). El Soratou indicherebbe cioè le terre che stanno di sopra dal canalone (il tóu). Il ‘tóu’ – scrive sempre il Quaresima – è probabilmente da intendere uno o l’altro dei ripidi sentieri che dalla zona di Sanzeno – Casez una volta portavano a Malgolo, Romeno et altro. Da qui il termine ‘soratóvi, per indicare gli abitanti dell’Alta Val di Nòn, cioè del Soratóu.
(**) Ferrovia elettrica Dermulo – Mendola, nota anche come ferrovia dell’Alta Anaunia, collegava Dermulo (dove c’era l’interscambio con la Trento – Malè) con la Mendola all’arrivo dell’omonima funicolare. I lavori furono avviati nel 1908 e fu inaugurata il 1º settembre dell’anno dopo. Lunga poco più di 23 Km, era elettrificata ed in sede propria (a differenza della Trento Malè, inaugurata lo stesso anno, che correva in gran parte sullo stradone dove passavano anche le autovetture…). Venne smantellata nel 1934.