Guido Moncher, pioniere del volo. Una gloria nonesa

Guido Moncher, pioniere del volo. Una gloria nonesa

L’associazione culturale “Guido Moncher Pioniere APS”, nata a marzo 2024, ha lo scopo di promuovere la storia di questo personaggio e valorizzare tutte le professioni che ha intrapreso.

Nato nel 1873 a Coredo, già a fine secolo, Guido Moncher aveva ereditato un’enorme fortuna che gli consentì di trasferirsi a Trento per occuparsi di numerose attività. Iniziò con l’apertura del negozio “Al buon mercato” primo punto vendita al dettaglio: un antesignano dei nostri grandi magazzini; poi entrò in società con la ditta di automobili Mayr e fu tra i primi cittadini a possedere una vettura a Trento (la sua era una Ansaldo). Sicuramente la conoscenza della meccanica ha dato al Moncher l’occasione di cimentarsi nella costruzione del suo elicoplano con motore Rebus da lui stesso modificato che gli consentì di partecipare alla gara aerea del Primo Circuito Internazionale di Brescia, tenutosi nel 1909. In quell’occasione l’aereo non riuscì ad essere ultimato per la gara ma pochi mesi dopo, il 7 gennaio 1910, grazie anche alla collaborazione con l’ingegner Caproni l’elicoplano Elidie I, di Guido Moncher si alzò in volo a Milano, in piazza d’Armi. Questo importante risultato fa capire come Moncher sia ricordato soprattutto per il suo pionierismo nel volo.

La figura di Guido Moncher è ben nota nella Trento di inizio Novecento, soprattutto nel campo dell’associazionismo, dal suo memoriale egli afferma di aver ridato vita alla banda cittadina Giuseppe Verdi e di essere socio e fondatore di alcune associazioni culturali quali la Dante Alighieri e la Lega Nazionale. Nell’archivio fotografico di famiglia lo si vede anche a capo dei Vigili del Fuoco. In un recente lavoro editoriale sulla storia dello scoutismo trentino si scopre che Moncher ha fondato il primo gruppo boyscout italo/austriaco a Trento nel biennio 1916-1918.

Nei primi anni del Novecento Guido Moncher acquistò anche la tipografia Tridentina dove tra l’altro vi si stampava il quotidiano diretto da

Cesare Battisti. La storia ufficiale al momento presenta il Moncher come una spia per la cattura di Battisti ma, stando alle parole scritte dal Moncher, tra i due c’era una reale amicizia tradita piuttosto dagli interessi di alcuni debitori che in tempo di guerra non si sono lasciati sfuggire l’occasione di saldare i conti in altro modo. A parte la notorietà più eclatante del pionierismo nel volo, che tra l’altro durò solo pochi anni, tutti gli altri interessi necessitano di ulteriori studi e approfondimenti per cui l’associazione appena fondata ha reale intenzione di portare avanti.

Per queste ragioni, la mission dell’associazione prevede la costituzione di un museo in cui oltre alla valorizzazione della figura di Moncher si possa raccontare anche la storia contemporanea della Val di Non, del Trentino e dell’Euregio.

Finita la Grande Guerra Moncher si trasferì a Vienna, dove già nel 1902 aveva costruito un grande palazzo appena fuori dal centro della città, rimanendoci fino alla morte, avvenuta nel 1945.

L’eclettismo di Moncher è noto ai coredani per la costruzione di una torre belvedere che eresse a fine Ottocento in un terreno di sua proprietà nella parte alta del paese e andò distrutta sul finire della prima guerra mondiale, la ricostruzione di questa torre è un altro degli obiettivi più importanti che l’associazione si prefigge. Non di meno sono previste iniziative che coinvolgono le scuole, le istituzioni e la comunità con attività didattico educative e promozione culturale.

Durante le scorse festività natalizie numerose persone tra turisti e residenti hanno visitato a Coredo la prima mostra promossa dall’associazione, intitolata “Guido Moncher al Circuito Internazionale di Brescia”. L’esposizione raccontava la storia del pioniere del volo coredano attraverso le interviste inedite fatte al Moncher dal giornalista Gino Cucchetti, durante la manifestazione aerea del Circuito di Brescia (settembre 1909). In mostra erano esposti anche il libro originale del “Circuito di Brescia”, una collezione di francobolli e un breve filmato originale del circuito bresciano più altre cartoline e libri dell’epoca.

Siamo stati onorati e gratificati dal successo riscontrato da questa prima esposizione su Guido Moncher. Questo stimola tutto il gruppo a portare avanti il proprio operato con ancora maggiore entusiasmo.

La mostra è rimasta poi visitabile per le visite di scolari e studenti e questo ci ha dato lo spunto per ideare nuove progettualità che coinvolgano gli istituti scolastici. A fine marzo si terrà l’assemblea generale dei soci, sarà l’occasione per fare il punto su quanto realizzato ma soprattutto per pianificare nuove iniziative.

Redazione