Due anni di attività del comitato per Andrea Papi

Due anni di attività del comitato per Andrea Papi

Sono trascorsi due anni dalla tragica morte di Andrea causata dall’aggressione dell’orsa JJ4. Un evento che rimarrà sempre vivo nella memoria della nostra gente creando non pochi disagi riconducibili a: paura, rabbia, disagio e perplessità verso le istituzioni.

Pochi giorni dopo il tragico evento è stato costituito a Malè il “Comitato per Andrea Papi” che in questi due anni ha svolto un’importante attività d’informazione alla popolazione. Purtroppo, va rilevato che negli anni precedenti abbiamo assistito ad una comunicazione da parte degli organi competenti (Parco Adamello Brenta prima e PAT poi), ridotta ai minimi termini e quindi insufficiente, relativamente all’evoluzione del Progetto Life Ursus.

Molte sono state le lacune che vanno dalla disinformazione fino alla sottovalutazione dell’evidente pericolo in cui giornalmente sono sottoposti gli abitanti della “Zona del Brenta”. Non sono certo i cartelli di pericolo posizionati negli ultimi mesi a dare tranquillità ai nostri valligiani e nemmeno i goffi tentativi di prospettare una convivenza con gli orsi.

Per fare il punto sulla situazione attuale e capire quali sono le difficoltà e le iniziative in atto abbiamo intervistato Pierantonio Cristoforetti Presidente del Comitato per Andrea Papi, in quanto è la realtà che maggiormente si è attivata per fare chiarezza sul tema orsi in trentino.

Presidente Cristoforetti, quando nasce il Comitato e quali sono gli obiettivi?

Il Comitato per Andrea Papi è stato costituito il 19 aprile 2023, pochi giorni dopo la morte di Andrea, da 12 promotori che hanno eletto il Consiglio Direttivo e stabilito degli obiettivi.

Componenti del Comitato

alla sua nascita:

– Presidente: Pierantonio Cristoforetti.

– Vice Presidente: Franceschi Saverio.

– Tesoriere: Sartori Marco.

– Segretario: Schwarz Lorenzo.

– Consiglieri: Leonardi Achille, Gramola Daniele, Gentilini Diego, Bonomi Giuliano.

Gli obiettivi sono:

a) Sostenere economicamente la famiglia Papi per accertare quali siano le cause e le eventuali responsabilità che hanno determinato il popolamento di orsi nel trentino occidentale, incompatibile con la popolazione ivi residente, in tutte le sedi: penali, amministrative e civili.

b) Sostenere economicamente qualsiasi attività, conoscitiva, esplorativa, anche giudiziale, volta al fine di verificare, chiarire e comprendere le cause e le responsabilità che hanno determinato un popolamento di Orsi nel Trentino Occidentale, incompatibile con la popolazione ivi residente.

c)Proporre tutte le iniziative possibili per una radicale revisione del Progetto Life Ursus, al fine di garantire la sicurezza della popolazione, la tutela di tradizioni e stili di vita gravemente compromessi dalla situazione creatasi.

Inoltre, già al momento della sua costituzione, il Comitato ha previsto di chiedere la collaborazione e la consulenza ad un apposito Comitato Scientifico.

In questi 24 mesi di attività sono arrivate al Comitato oltre 7000 schede di adesione ed i membri del Direttivo sono passati dai 12 iniziali agli attuali 30, includendo un rappresentante per ogni zona del trentino coinvolta con il problema orsi.

Altro elemento importante da considerare è che per effetto delle consultazioni popolari svoltesi nel corso del 2024, sono stati 27.232 i cittadini che si sono dichiarati contrari alla presenza di orsi e lupi sul territorio. Un numero rilevante di soggetti che non può essere dimenticato dagli organi provinciali e nazionali.

Qual’è stata l’attività svolta sul territorio?

La popolazione dopo il tragico evento di Andrea, si è resa chiaramente conto dell’alto livello di disformazione avuto negli anni e questo ha provocato una forte reazione di disappunto e al tempo stesso la necessità di avere chiarezza sullo stato del Progetto Life Ursus. Da parte nostra abbiamo partecipato a 20 assemblee pubbliche organizzate sia nelle valli del noce che in altre zone del trentino. Abbiamo inoltre organizzato convegni ed eventi con esperti e partecipato alle manifestazioni svoltesi in val di Sole e Trento ed a tutte le iniziative che avevano l’obiettivo di fare chiarezza.

Qual’é il sentimento della nostra popolazione e cosa chiede?

La nostra gente è impaurita e si sente tradita dalle istituzioni. Infatti, solo di recente ha appreso che negli anni ’90 era stato fatto un sondaggio per capire il livello di gradimento del Progetto, elemento essenziale per avere le autorizzazioni dall’Europa, peccato che non esiste traccia di questo sondaggio. Oggi c’è paura ad andare per funghi, a fare una semplice passeggiata o un giro in bici nei boschi, oppure svolgere la tradizionale attività boschiva senza avere il cuore in gola. Non parliamo poi dell’attività nelle malghe o dell’apicoltura. Tutto questo non è sostenibile, inoltre le cose sono destinate a peggiorare perché il numero di orsi è in forte aumento e la loro confidenza verso l’uomo cresce nonostante erano stati previsti interventi a tutela della sicurezza pubblica. Questo è l’altro tema problematico, perché da un lato, nel Progetto Life Ursus erano state previste delle norme chiamate PACOBACE, ma in realtà non sono state applicate per effetto dei continui ricorsi al TAR da parte delle associazioni animaliste. Un esempio concreto è JJ4 che in seguito all’aggressione di due persone sul monte Peller, era stata fatta l’ordinanza da parte del Presidente Fugatti, ma fu respinta dal TAR e poi in seguito lo stesso orso ha ucciso Andrea.

Con quali esperti e ricercatori

state collaborando?

Al fine di dare dimostrazione scientifica in fase costitutiva abbiamo previsto di avvalerci di un Comitato Scientifico e del contributo di altri esperti, con i quali abbiamo organizzato alcuni convegni e predisposto del materiale da sottoporre all’attenzione dei varie Organi Provinciali, Nazionali ed a fine gennaio 2025 abbiamo effettuato un’audizione al Senato della Repubblica.

Di seguito l’elenco dei vari esperti che collaborano con il Comitato:

– Prof. Geremia Gios – Professore ordinario di economia agraria Università di Trento – Direttore Osservatorio Economia Agraria del Trentino-Alto Adige (INEA);

– Prof. Annibale Salsa ha insegnato Antropologia filosofica all’Università di Genova, ha ricoperto i seguenti incarichi presidente del Gruppo di lavoro “popolazione e cultura” della Convenzione delle Alpi presidente del comitato scientifico della tsm-step Scuola per il governo del territorio e del paesaggio di Trento, componente del Comitato scientifico della Fondazione Dolomiti Unesco;

– Prof. Michele Corti docente di zootecnia di montagna presso Università degli studi di Milano, presidente del coordinamento naz. le Terre nostre segretario insieme a Robi Ronza del Forum Terre Alte;

– Dott.ssa Giulia Ranzani e dott. Cristian Bolzonella del Dipartimento Territorio e Sistemi Agro – Forestali Università degli studi di Padova;

– Prof. Gualtiero Tamburini – Professore di Economia applicata presso l’Università Nettuno e Senior Advisor di Nomisma;

– Il compianto Prof. Pietro Nervi – Professore di Economia e Politica montana e forestale – Università di Trento;

– Prof. Marco Masseti Zoologo Università di Firenze;

– Prof. Luca Battaglini – DISAFA – Dip. Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari Univ. Torino;

– Prof. Andrea Cavallero Agronomo lns. di Alpicoltura Università di Torino.

Provincia, Stato, Europa sono coloro che hanno approvato il progetto LIFE URSUS, ma cosa stanno facendo di concreto in tema di tutela e sicurezza della popolazione locale e quali sono le iniziative che il Comitato intende portare avanti in futuro?

Considerata l’importanza di DOCUMENTARE le false affermazioni che attribuiscono alla reintroduzione di orsi di specie alloctona una valenza per la salvaguardia della biodiversità (poi cosa vuol dire biodiversità? chi ne ha definito i criteri e quale mondo scientifico internazionale li ha validati?) è nostro preciso impegno dare conto dei reali problemi che la presenza di orsi e lupi, fuori controllo, causa al contesto naturale. Ricordiamoci che si sta parlando del duro lavoro dei nostri padri e che è garanzia di vita per la nostra gente oltre che della salvaguardia di prodotti veramente naturali e della tradizione che da una parte l’Europa sostiene anche finanziariamente e dall’altra, sempre con interventi finanziari pesanti, mette a repentaglio con i progetti di reintroduzione dei grandi carnivori e la loro protezione integrale.

Si parla quindi spesso di progetti a tutela del territorio ma di fatto pochi ne conoscono realmente i contenuti anche perché, se si fossero approfonditi i vari contenuti, probabilmente non sarebbero stati approvati.

Per questo motivo e per poter sostenere le nostre richieste di libertà e di giustizia abbiamo ritenuto di incaricare l’Università degli Studi di Padova – Centro Universitario per la Contabilità e la gestione Agraria, Forestale e Ambientale (CONTAGRAF) per la ricognizione e l’analisi dei progetti finanziati nell’ambito del programma LIFE dell’Unione Europea che hanno riguardato attività finalizzate alla conservazione e/o gestione delle popolazioni di orso bruno (Ursus arctos) in Europa.

Ritengo infatti che conoscere bene la genesi del progetto, così come conoscere la storia, in senso generale, sia la base per poter sviluppare azioni utili a risolvere questo grande problema che è stato creato alla nostra popolazione per moti aspetti a sua insaputa. Non certo un esempio di politiche democratiche!

Proprio in relazione alla caratteristica impositiva del progetto di reintroduzione dei grandi carnivori e alla mancata informazione alla popolazione, quando non si possa affermare di vera e propria azione di disinformazione, si ricorda quanto richiesto dal Comitato al Parco Adamello Brenta con la pubblicazione sul quotidiano l’Adige, in risposta ad un articolo pubblicato sul periodico “Il Parco Informa”, nel quale abbiamo contestato per l’ennesima volta il fatto che, il dettaglio del sondaggio con il quale avrebbero certificato la condivisione del progetto da parte della popolazione, condizione necessaria per corrispondere all’art. 22 della Direttiva Habitat e quindi essenziale per l’approvazione del progetto, di fatto non esisteva in una forma che davvero potesse rappresentare il pensiero della maggioranza della popolazione direttamente interessata dalla reintroduzione degli orsi.

Si richiama per completezza l’art. Articolo 22 della Direttiva Habitat nell’attuare le disposizioni della presente direttiva, gli Stati membri:

a) …… omissis ….. esaminano l’opportunità di reintrodurre delle specie locali del loro territorio di cui all’allegato I qualora questa misura possa contribuire alla loro conservazione, sempreché, da un’indagine condotta anche sulla scorta delle esperienze acquisite in altri Stati membri o altrove, risulti che tale reintroduzione contribuisce in modo efficace a ristabilire tali specie in uno stato di conservazione soddisfacente, e purché tale reintroduzione sia preceduta da un’adeguata consultazione del pubblico interessato.

“A conclusione di questa intervista desidero ringraziare personalmente, a nome del Comitato per Andrea e della famiglia Papi, il Giornale “il Melo” perché in questi anni ha svolto un importante ruolo informativo per il nostro territorio. Desidero a nome del Direttivo e della famiglia Papi ringraziare tutti i volontari che in questi due anni hanno collaborato per portare avanti la nostra attività, gli esperti e tutta la popolazione che ci ha sostenuto con le adesioni al Comitato e con la loro vicinanza”.

Tabella 3.1. del PACOBACE aggiornata al 2015 che definisce i gradi di problematicità dei possibili comportamenti di un orso e le relative azioni suggerite. Nell’ambito del PACOBACE, le azioni di controllo sono così definite: a) intensificazione del monitoraggio (nel caso di orso radiocollarato); b) informazione ai proprietari e/o custodi del bestiame domestico, ai proprietari e/o frequentatori abituali di baite isolate, ai possibili frequentatori dell’area (turisti, cercatori di funghi, ecc.); c) stabulazione notturna degli ovini, caprini e bovini in stalla e altre misure di protezione; d) celere rimozione degli animali morti in alpeggio; e) gestione oculata dei rifiuti organici, con eventuale adeguamento dei contenitori e discariche; f) messa in opera di strutture idonee a prevenire i danni provocati dal plantigrado (recinzioni elettriche); g) attivazione di un presidio, inteso come permanenza in zona della Squadra d’emergenza orso; h) condizionamento allo scopo di ripristinare la diffidenza nei confronti dell’uomo e delle sue attività: s’intende l’intervento diretto sull’animale con il quale si provvede a condizionarlo; i) cattura con rilascio allo scopo di spostamento e/o radiomarcaggio; j) cattura per captivazione permanente; k) abbattimento.

Paolo Leonardi