Insegnare tennis, la passione di una vita

Insegnare tennis, la passione di una vita

Parliamo di Jack, alias Pietro Luigi Dondossola, ex bancario milanese trapiantato a Sporminore da oltre vent’anni che ogni estate dedica il mese di luglio ad insegnare gratuitamente a bambini e ragazzi lo sport della racchetta.

Una storia davvero originale e quasi d’altri tempi che in questi anni ha coinvolto più di 800 ragazzi dai 6 ai 14 anni di vari paesi della bassa valle di Non sul singolo rettangolo da tennis vicino al campo da calcio del centro sportivo comunale.

A raccontare questa bella esperienza partiamo proprio da qui, dal centro sportivo e dalla lapide che all’ingresso ricorda Mario Formolo, scomparso tragicamente nel 1991 a soli 46 anni, vittima di un incidente sul lavoro.

Formolo, come assessore ai tempi del sindaco Giuseppe Dalpiaz, era stato il promotore del centro sportivo, da qui la dedica e la lapide che campeggia all’ingresso.

“Venendo qui mi ha colpito subito questa lapide, Mario Formolo era del 1946, la mia stessa classe, e avendo fin da ragazzo la passione del tennis mi sono detto: perché non fare anch’io qualcosa per lo sport e i giovani?” – racconta

Detto fatto, Jack più di vent’anni fa ha cominciato questa avventura prima con pochi ragazzi, poi cresciuti con il passa parola fino ad una media di 35 a stagione.

Un anno ne ha avuti addirittura ben 50. Il corso è da lunedì al venerdì, tutti i pomeriggi con 4 turni di un’ora divisi a gruppetti per abilità per imparare le nozioni basilari … la battuta, il dritto, il rovescio, ecc.

Questo ogni mese di luglio dal 2000 con torneo e premiazioni finali il primo fine settimana di agosto coinvolgendo sempre le famiglie che portano le torte per la festa conclusiva mentre i premi (coppe…) sono raccolti grazie alle aziende ed istituzioni del circondario.

Tutto gratis, unico costo per i ragazzi è la tessera dell’AVOS (Associazione Volontari Sporminore) per l’assicurazione, obbligatoria, ma per Jack nemmeno un penny. “Io non voglio nulla, i premi sono forniti dagli sponsor che li pagano direttamente ai fornitori. Il mio compenso è la gioia dei ragazzi e la loro voglia di mettersi alla prova. Mi emoziono quando ragazzini di 6/7 anni vengono a casa a chiamarmi per andare al campo…”

Adesso che è scoppiata la Sinner mania è facile parlare di tennis ma vent’anni fa non era così. Il rammarico di Jack è che alcuni dei ragazzi che ha visto crescere avevano un talento innato per la racchetta e andando avanti avrebbero sicuramente potuto sfondare ma la concorrenza del calcio ha fatto fare altre scelte.

“Adesso che sono grandi ed hanno figli mi confidano che forse … se mi avessero dato retta la loro storia poteva essere diversa” – racconta Jack. E cita alcuni nomi …

Per tutti, a Sporminore Pietro Luigi Dondossola è Jack e la moglie è Cris, abbreviazione di Maria Cristina Guerra, milanese anche lei ma con la mamma Remondini di Sporminore.

Jack che c’azzecca con Pietro Luigi?

“Non c’azzecca ma me lo porto dietro fin da giovane. A Milano ero il batterista in una band nella zona di Viale Monza. Era il rione meneghino dove si è formato il cabaret di Zelig. Noi si suonava e ballava nelle cantine, tra amici. Io per tutti ero Jack, e Jack sono rimasto anche adesso con i capelli bianchi”.

La vita lavorativa l’ha passata come bancario alla BPM (Banca Popolare Milano) nella sede centrale di piazza Meda. “Erano gli anni del presidente Piero Schlesinger e del grande sviluppo, eravamo in settecento ma come una vera famiglia…”

È stato lì, giocando con i colleghi nel dopolavoro al centro sportivo di Pioltello che Jack ha imparato il tennis, una passione contagiosa che lo accompagna tutt’ora accanto al tifo calcistico per il Milan moderatamente.

Raggiunta la pensione la decisione con la moglie Cristina Guerra di stabilirsi a Sporminore dove si sono fatti casa. Una scelta che lo ha appagato e lo soddisfa perché nella piccola comunità si è inserito alla perfezione partecipando alle vaie iniziative come volontario. Tra l’altro Jack e Cris da quindici anni ospitano nella loro casa il “festival del cotechino”, originale disfida tra norcini ‘domestici’ della bassa valle di Non.

Ma è il tennis ed il rapporto con i ragazzi la soddisfazione maggiore. Il prossimo mese di luglio ancora una volta partirà con il corso gratuito, l’edizione numero 23. L’ultima? Lui dice di sì, ma è difficile crederlo visto l’entusiasmo con cui ne parla ancora oggi.

Oltre a battere e tirare di rovescio Jack insegna due cose fondamentali: il rispetto dell’avversario e a non ‘picchiare’ mai la racchetta per terra, gesto che viene spontaneo dopo una delusione. E saper perdere è altrettanto importante che saper vincere. Adesso ad ascoltarlo sono i figli dei suoi ‘alunni’ di vent’anni fa.

“Imparare il rispetto per le persone, appunto il compagno con cui si gioca, e per le cose a partire dalla racchetta e tutto il resto. Le cose costano, e sono frutto di sacrificio dei genitori. E della società. Vorrei dire un grande grazie alle ragazze e ai ragazzi delle varie età che hanno partecipato ai corsi in tutti questi anni. Per me è stato un piacere rendermi utile alla comunità”.

Una bella lezione di vita!

Giacomo Eccher