Antiche pietre di confine
Il 2 dicembre 1928 si tenne a Mechel l’ultimo Consiglio comunale con l’allora sindaco Giovanni Menapace. Da quella data in poi Mechel venne unificato con Cles. Con la caduta del regime fascista e la fine della Seconda guerra mondiale venne data la possibilità si staccarsi nuovamente, ma si preferì rimanere uniti.
Essendo Mechel Comune aveva un proprio Catasto con confini ben definiti e di separazione dai catasti limitrofi. Il territorio è sempre stato oggetto di molta considerazione specie nei secoli passati perché il suo contenuto rappresentava il bene di primaria sussistenza per una comunità. Era fonte di cibo nelle terre coltivate, di approvvigionamento idrico, di energia grazie alla legna dei boschi, di materiali da costruzione (legname “da opera”); forniva pascoli per il bestiame, prati per la fienagione e strame per le stalle.
Vista quindi l’enorme importanza del territorio vi era la necessità di delimitarlo in maniera chiara e precisa e i confini erano e lo sono ancora segnati da pietre.
Le antiche pietre di confine (in dialetto “termeni”) vanno al di là della loro semplice funzione geografica. Sono esse conosciute anche come pietre di delimitazione e svolgono un ruolo cruciale nella definizione dei territori e nella storia delle comunità. La loro collocazione ha lo scopo di stabilire i confini tra diverse terre, segnare la proprietà, stabilire i confini tra comuni limitrofi.
Sono molto più di semplici massi o monumenti geografici. Sono custodi della memoria, legati alle vicende umane e alle dinamiche geopolitiche che hanno plasmato il mondo in cui viviamo. Attraverso di esse, possiamo connetterci con il passato, imparare le lezioni della storia e apprezzare la complessità delle nostre radici territoriali. Sono un promemoria delle frontiere che spesso separano, ma che possono anche unire quando le storie che circondano queste pietre vengono condivise.
Dove la storia si intreccia con il paesaggio, le antiche pietre di confine si ergono come silenziosi custodi del passato. Questi ceppi di pietra, talvolta dimenticati perché invisibili in quanto ricoperti da zolle, frasche o fogliame, raccontano storie centenarie di divisione e definizione di territorio. Sono testimoni e guardiani silenziosi di conflitti, trattati, accordi e scontri fra le genti che usufruivano di ciò che il territorio elargiva. Ne è testimonianza una causa civile mossa dagli abitanti di Mechel contro il Comune di Cles e relativa Sentenza dell’anno 1902 dell’I.R. Tribunale Circolare di Trento confermata in appello dalla I.R. Corte Superiore di Giustizia in Innsbruck e confermata in revisione dalla I.R. Suprema Corte di Giustizia in Vienna.
Queste pietre possono variare notevolmente in dimensioni e forme con incisi simboli o numeri significativi. Molto frequente è la croce, singola o doppia. In molte culture, le pietre di confine erano addirittura considerate sacre.
I confini tra i diversi Comuni Catastali sono periodicamente controllati dal Corpo Forestale e le pietre vengono contrassegnate di color azzurro. Tra i due catasti di Mechel e Cles queste pietre ancora presenti non vengono più rimarcate tutte, ma viene mantenuta in maniera inconfutabile la linea di demarcazione con la doppia segnatura colorata in azzurro su tronchi di piante contrapposte.
Talune pietre sono andate via via a sparire alla vista in quanto ricoperte da fogliame, muschio, erica e zolle d’erba. È un piacere andarle a cercare nel bosco, trovarle e riportarle alla luce. Per chi fosse interessato a questa esperienza può avvalersi di persone conoscitori della montagna oppure in autonomia con strumenti GPS avvalendosi dell’aiuto del Catasto Mobile della PAT (https://mobilekat.provincia.tn.it).
Talune pietre rivestono dicembrer importanza rispetto ad altre, come ad esempio in Sasso Magno. È detto Magno non certo per la sua imponenza (è una lastra rasente al terreno), ma perché rappresenta un punto fermo e irremovibile per le misurazioni qualora vi fossero contestazioni.
Interessante poi è il Ceppo delle Quattro Croci, un unico punto in cui si toccano sei comuni e precisamente Mechel, Malè, Cles, Caldes, Tassullo e Terzolas.
Talvolta il ceppo di confine corrisponde ad un Punto Fiduciale. Si presentano come pietre con incastonato (cementato) un centrino metallico.
Ogni punto è idoneo ad essere utilizzato come riferimento per tutte le misure inerenti alle operazioni di formazione e adeguamento della cartografia catastale. Ognuno di essi ha una sorta di carta d’identità, chiamata in gergo tecnico monografia. Si tratta di un documento contenente dati rilevanti del punto quali le relative coordinate, la quota altimetrica, ecc… Normalmente le pietre segnanti i confini sono di roccia granitica, non friabile, perché più duratura. Altre per dimensioni sono dei veri e propri massi erratici di epoca glaciale. Un vero mondo di pietra tutto da scoprire.