Il Natale dei bambini: ricordi, leggende ed emozioni
Ciao a tutti, eccoci ancora una volta affacciarci al Santo Natale. In questo particolare periodo tante sono le tradizioni, le leggende, le usanze che ci tramandiamo ed io oggi voglio ricordarne alcune:
Ai primi di dicembre il personaggio che viene a trovare i nostri fanciulli è San Nicolò; San Nicola era un vescovo di Myra, regione dell’attuale Turchia e da lì il suo corpo fu trasportato a Bari e venerato come protettore degli incendi, dei marinai, dei commercianti e delle giovani nubili e povere. Si racconta che tra le innumerevoli cose fatte dal vescovo Nicola, lui stesso abbia affrontato e sconfitto Krampus, un bavarese con un orrido aspetto cattivo e maligno, quasi assomigliante a un demone.
Una volta sconfitto da San Nicola, il demone divenne suo servitore ma nel giorno dedicato ai festeggiamenti del Santo cioè, la sera del 5 dicembre, la sua indole ritorna cattiva e torna a fare danni in tutti i luoghi: con rumori assordanti di campanacci corrono, frustano, picchiano e indossano terrificanti maschere diaboliche spaventando grandi e piccini ma soprattutto i “cattivi”. Per bilanciare le cose, la leggenda racconta, della figura di San Nicola che li segue e compie atti buoni e generosi con la distribuzione di dolciumi e regali a tutti i bimbi buoni. In onore di questa leggenda che ha ormai 500 anni, ci sono diverse rappresentazioni soprattutto in Trentino Alto Adige e in particolare a Castelfondo, dove San Nicolò è anche Patrono del paese come in molti altri paesi del Trentino. È una manifestazione molto folkloristica ma…attenzione ai Krampus!
In seguito, ecco l’arrivo tanto atteso di S. Lucia; la Santa vestita di bianco che tutti i bambini Trentini e non solo stanno ormai aspettando anche quest’anno. Così come S. Nicolò, Babbo Natale e la Befana anche lei porta regali e dolciumi nella notte tra il 12 e il 13 dicembre. Questa tradizione si è diffusa solo nel corso del ‘900: si tratta di una Santa Siciliana che però è arrivata fino al nord e anche in Trentino passando da Verona. XIII secolo quando si era diffusa una grave epidemia che colpiva gli occhi soprattutto dei bambini.
Sua madre Eutichia si ammalò gravemente e Lucia si recò al sepolcro di Sant’Agata e si mise a pregare affinché la Santa guarisse la madre. Lucia però ebbe anche una visione di Sant’Agata che con lei parlò e le svelò il suo destino; “sarebbe divenuta Santa e Patrona di Siracusa”. Lucia ritornò a casa e subito la madre guarì: da quel giorno lei si dedicò al servizio del Signore rinunciando anche alla promessa matrimoniale con un patrizio che per questo la denunciò al magistrato come Cristiana sperando, di farle cambiare opinione ma…Lucia rimase ferma nella sua decisione. Le sue ricchezze le donò ai poveri e il suo rifiuto del matrimonio e la denuncia la portarono a essere perseguitata e si narra che durante le torture che subì le fossero strappati gli occhi e questo fece sì che divenne protettrice della luce degli occhi e del cuore, anche perché proprio il suo nome ha un chiarissimo significato di luce. Lucia affrontò tutto con fermezza rifiutandosi di sacrificarsi agli Dei e così nell’anno 304 il 13 dicembre, fu decapitata.
Ed eccoci a Babbo Natale ma per scoprire la vera storia di questo personaggio bisogna fare un passo indietro e tornare a San Nicola, infatti, fu negli U.S.A. del XIX secolo che la gente narra il passaggio da San Nicola chiamato Sinterklaas, da cui la traduzione anglosassone di Santa Claus, che così entrò nella cultura popolare statunitense che lo forgiò in quell’uomo simpatico e paffutello che calandosi dai camini dona gioia a tutti, grandi e piccini.
Il Babbo Natale Americano raggiunse poi l’Inghilterra e da lì ci volle davvero poco perché approdasse anche nel nostro paese ed ecco che la storia di Babbo Natale iniziò a diffondersi rapidamente e non solo in Italia ma anche nel resto del continente europeo.
La leggenda narra che abiti e produca i suoi doni al Polo Nord, (ma in Europa è credenza diffusa che dimora in Finlandia e più esattamente in Lapponia): è proprio lì, infatti, che i bimbi di tutto il mondo inviano le loro letterine ma… “chissà Babbo Natale è un po’ qui e un po’ là” e lascia a noi di immaginarlo dove più ci piace, l’importante è che si trovi vicino alle nostre case nella notte più magica dell’anno.
E ora per ultima ma non perché poco importante eccovi la leggenda della Befana.
C’era una volta in una casetta piccola e malconcia una vecchina che usciva ogni mattina per fare la legna nel bosco; rientrava e si sedeva accanto al focolare con il suo gattino e intanto sferruzzava piccole scarpette, cappellini e calzini caldi per l’inverno, immaginate quanti ormai ne aveva! Raramente usciva da casa e vedeva altri abitanti del villaggio vicino anche perché da questi, era considerata una vecchia un po’ strana e un po’ magica. La vecchina si chiamava Befana e una sera fredda d’inverno senti bussare alla sua porta; lei si spaventò un po’, chi poteva essere a quell’ora? Aprì piano la porta e…stupore davanti a lei c’erano tre orientali vestiti riccamente e scesi da tre cammelli che sostavano davanti alla sua porta. I tre Re chiesero a lei informazioni per arrivare a Betlemme perché dovevano portare dei doni a un bimbo speciale, il Bimbo Gesù! La Befana diede loro le indicazioni e richiuse la porta poi però…ripensandoci si accorse di aver fatto un grosso errore e così mise in un sacco ciò che aveva, calzini caldi fatti da lei, dei dolci appena sfornati, delle sciarpe e babbucce di lana e con tutto il suo fardello salì sulla sua scopa che magica lo era davvero. Iniziò a cercarli nella notte, perché voleva andare con loro a rendere omaggio al Bimbo Gesù ma purtroppo non riuscì più a trovarli e così ebbe un’idea si fermò in tutte le case, lasciando in dono a ogni bimbo uno dei suoi lavoretti nella speranza che uno di loro fosse Gesù. Da allora la Befana ha continuato anno dopo anno a portare i suoi doni a tutti i bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio divenendo cosi il personaggio che chiude le festività Natalizie.
“Auguro a tutti voi, a tutti noi un sereno Natale e un Felice Anno Nuovo”.