Walter Marini: mezzo secolo di musica tra scuola, coralità e teatro

Walter Marini: mezzo secolo di musica tra scuola, coralità e teatro
Marini, allora direttore del Coro sette larici con Lec Walesa

Cinquant’anni di musica, e tanti altri ancora da scrivere assecondando una passione respirata fin da bambino nella chiesa di san Giorgio a Peio paese, dove è nato 64 anni fa.

Parliamo di Walter Marini, musicista a tutto tondo che con il Recovery Grop stà portando note di svago e di ricordi di giovinezza nelle Case di riposo delle valli del Noce, e non solo.

Recovery Grop, un nome dove si abbina l’assonanza del termine inglese con le location più mirate dei nostri concerti, e la parola dialettale ‘grop’ che ha vari significati, ma che per noi vuol dire “nodo, gruppo” di amici che condividono la stessa passione per la musica e il canto. Il nostro intento è quello di coinvolgere gli ospiti delle strutture per anziani proponendo un repertorio di canzoni e storie del passato recente e remoto portando momenti di serena allegria” – spiega.  Partito con poche unità nel 2019 durante il lockdown con alcuni coristi della chiesa dei Frati di Cles, il gruppo è ‘sopravvissuto’ al Covid e si è via via incrementato arrivando oggi a contare 24 elementi.

Il Recovery Grop è solo la più recente ‘creatura’ di Walter Marini che, dopo quasi quarant’anni trascorsi nella scuola media come docente di musica, dal 2020 è in pensione. “Pensione, non riposo. La Musica per me è la vita, e non parlo solo come arte ma come elemento essenziale in una società migliore, più rispettosa e matura”. 

A far conoscere Marini nelle valli, oltre alla sua attività di docente (nelle Medie di Revò, Taio, Coredo, Ponte Arche, Tione e in particolare Fondo dove ha insegnato per oltre 30 anni, dei quali 16 anche come vicepreside…) sono state la direzione delle bande (Coredo e Mezzolombardo) e dei cori (il Coro dei Piccoli della Val di Peio, il Coro Sette Larici, i Coristi delle Chiese d’Anaunia e alcuni cori parrocchiali, in particolare quello di Peio e quello della chiesa dei Frati di Cles).

Tanti cori e tanti generi musicali, dal pop al canto di montagna, dall’accompagnamento liturgico a quello rock, fino alla trilogia curata con la Coralità Clesiana, diretta dal compianto maestro Tullio Lorenzoni, per rendere omaggio e far conoscere al grande pubblico il cantautore clesiano Carlo Piz, medico scomparso non ancora sessantenne nel 2008.

Un personaggio che non conoscevo, che mi ha profondamente affascinato e che merita di essere valorizzato per l’utilizzo ironico, brillante e, in alcuni casi attuale, del dialetto clesiano presente nelle sessanta canzoni contenute nel suo Canzoniere Noneso. Ho aderito al progetto trascrivendo e arrangiando le sue canzoni che sono state presentate negli spettacoli a lui dedicati.” – ricorda Marini.

Cita per questo con orgoglio gli spettacoli, tutti in sold out, che in successione negli anni 2015 (Ondeparade), 2017 (Sol solat) e 2019 (Luna ligiera) sono andati in scena sul palco del teatro di Cles per una celebrazione della poetica di Piz in stretto dialetto noneso-clesiano con le scene curate dalla regista veneziana Sandra Mangini e gli arrangiamenti di Marini, suonati dal vivo. 

… Ma torniamo indietro.

A ‘fare’ musica Walter Marini ha iniziato a 12 anni seguendo le orme del nonno paterno, capo coro a Peio.  La passione si è rafforzata negli anni del collegio prima a Levico e poi a Mattarello dai frati Cappuccini dove ha incontrato un musicista davvero eccezionale, padre Camillo Dallafior.

Nelle ore libere dalla scuola invece di giocare a pallone mi ritiravo nella Sala della Musica a studiare il pianoforte” – ricorda.

Dopo le medie la frequenza al liceo musicale Gianferrari (il futuro Conservatorio ‘Bonporti’ di Trento) conoscendo personaggi come Camillo Moser, Carlo Deflorian e soprattutto Nicola Conci, il maestro dei “Minipolifonici” al quale si è ispirato per il modo di insegnare musica ai ragazzi.

Al Conservatorio ha studiato Trombone, Didattica della Musica, Musica Elettronica, Composizione e Strumentazione per Banda. Nel corso degli anni ha lavorato in ambito audio curando registrazioni per cori, gruppi strumentali, rock band, cantanti, ecc. Nel suo lavoro di compositore ha realizzato numerose partiture per coro, musica sinfonica, musica per banda, musica da camera, colonne sonore per cortometraggi, operette, musica pop e rock.

A vent’anni, dopo la riforma che aveva raddoppiato nelle scuole dell’obbligo le ore di educazione musicale (da una a due a settimana) i primi incarichi come docente e quindi il superamento del Concorso Nazionale di Ancona per entrare in ruolo. Una professione l’insegnamento tutt’altro che facile – spiega – “perché la musica a scuola è considerata materia secondaria e chi la insegna deve per questo sapersi conquistare ogni giorno il rispetto degli alunni sapendoli coinvolgere e motivare”.

Tra i personaggi che Marini ama ricordare c’è Aldo Lorenzi di Don, muratore di professione e fine musicista che ha fondato e diretto il coro Roén e quindi il Coro dei Coristi delle Chiese d’Anaunia, con l’obiettivo di preservare e valorizzare la musica in latino del periodo pre-conciliare. E quando Lorenzi è scomparso nel 2013 per un male incurabile, la direzione dei Coristi è stata assunta proprio da Marini.

“I cori parrocchiali per anni sono stati la sola fucina di cultura musicale nelle valli grazie ai parroci, ed anch’io, come mio padre e prima ancora mio nonno, provengo dal quel filone” – conclude ricordando le ore trascorse, da ragazzo, sulla tastiera dell’organo Mascioni nella chiesa di San Giorgio a Peio paese, che è rimasto il suo vero “luogo del cuore”.

Giacomo Eccher