Il rischio di cambio nei fondi obbligazionari Paesi emergenti
Quando si investe nei mercati finanziari è importante avere la consapevolezza di quali sono i fattori di rischio dello strumento finanziario acquistato. Il rendimento atteso è strettamente legato al rischio, maggiore è quest’ultimo, maggiore è l’aspettativa di guadagno. Tra i rischi, spesso viene dimenticato, o sottovalutato, il rischio derivante dalle oscillazioni del tasso di cambio contro l’euro.
Infatti, ogni volta che investiamo in un titolo estero, il rendimento dell’investimento è formato da due componenti: la variazione del prezzo di borsa del titolo e la variazione del tasso di cambio della divisa in cui è stato acquistato rispetto all’euro. Questo accade anche quando si investe nei fondi obbligazionari dei mercati emergenti.
Bisogna innanzitutto distinguere le diverse tipologie di fondi disponibili, in base ai titoli in cui investono: obbligazioni in valuta locale oppure obbligazioni in dollari americani.
In particolare, nel primo caso si è esposti alla variazione del cambio tra l’euro e la valuta emergente (ad esempio Renminbi cinese, Won sudcoreano, Real brasiliano, Lira turca, …). Queste valute storicamente si sono deprezzate, portando ad una perdita per l’investitore italiano. Nella tabella riporto i rendimenti per un investitore italiano nelle principali valute emergenti nei primi 10 mesi del 2022 e a 3 anni. Si possono notare la performance particolarmente negativa della Lira turca e quella positiva del Real brasiliano. A 3 anni però sono entrambe molto negative, e il Real brasiliano a 5 anni perde oltre il 50%. La valuta cinese, che è sul livello di inizio anno, beneficia della politica monetaria molto espansiva della sua banca centrale, e ci porta un guadagno del 9% in 3 anni.
Nel secondo caso, invece, le obbligazioni sono emesse dai paesi emergenti in dollari americani, quindi va considerato il cambio euro/dollaro.
Poi ci sono i fondi che investono in obbligazioni in valuta locale o in dollari americani, ma con copertura del cambio (nel nome del fondo si trova “Hedged” o la sigla “Hdg”). In questi la variazione del cambio è neutralizzata, non impatta sul rendimento. Sembra una soluzione interessante, perché permette di investire in obbligazioni che hanno un rendimento di molto superiore a quelle dei paesi occidentali, ma… la copertura del cambio ha un costo, che possiamo approssimare alla differenza di rendimento tra i titoli europei e quelli del paese emergente. Cioè coprendo il cambio si annulla il beneficio del tasso più alto.
Come vedete, gli investimenti negli emergenti sono complessi, le variabili da valutare sono tante e serve una strategia che varia in base al cambiare delle condizioni macroeconomiche globali. Quando vi consigliano di acquistare fondi obbligazionari emergenti, chiedete bene quali sono i rischi collegati, anche delle valute, e fatevi spiegare il motivo dell’acquisto, che non può essere solamente “rendono di più”.