Criticità nelle donazioni: un esempio
Racconto estratto dal libro di Massimo Doria (Perché tutti dovrebbero fare testamento).
Nei numeri scorsi abbiamo approfondito il tema della Collazione e devo dire che l’argomento ha destato molto interesse tra i lettori, probabilmente anche per la specificità della nostra zona che presenta solo nel settore agricolo oltre 5000 aziende. L’Istituto della Collazione è applicabile in una fase successiva alle donazioni fatte e le richieste di approfondimento giunte al nostro giornale, testimoniano che per la maggior parte dei soggetti era sconosciuto. Molti ritenevano che una volta conclusa la donazione tutto finisca lì. Per spiegare meglio ai lettori interessati riportiamo una testimonianza concreta che è possibile leggere nel libro “La giardiniera di zia norma” di Massimo Doria acquistabile sul nostro portale.
Parlando di figli non potevamo non affrontare un’altra grande tematica all’interno del nostro codice civile: L’ISTITUTO DELLA COLLAZIONE.
Vi racconto il caso:
Eva è rimasta vedova tanti anni fa. In famiglia sono presenti due figli gemelli che sono sempre cresciuti insieme e sono andati sempre d’amore e d’accordo.
Un giorno Eva, anche per promessa fatta al marito prima della sua morte, decide di donare una casa di sua proprietà, valore periziato 200mila euro, ad uno dei due figli dal notaio con atto pubblico e, per compensare l’altro figlio, stesso giorno sempre dal notaio con atto pubblico, a lui fa una donazione di denaro di 200mila euro.
Perché a lui del denaro?
Questo figlio è un musicista, suona il jazz, vuole partire per l’America, vuole fare un’esperienza di vita completamente diversa da suo fratello. Dopo 10 anni da queste donazioni Eva è venuta a mancare.
Domanda: ha fatto le cose bene nei confronti dei propri figli?
Io credo che noi tutti vorremmo avere una madre come Eva perché lei si è comportata in maniera equa nei confronti dei due figli, ma per l’istituto della collazione (art. 737 cc) invece li ha fatti litigare.
Vediamo che cosa è successo.
Il figlio dall’America scende in Italia per il funerale della madre e trova suo fratello. Si stringono, si abbracciano, ti voglio bene, anche io, ma il fratello americano ad un certo punto si ferma e dice. “Mi sono informato, casa tua che ti ha regalato nostra madre sul mercato oggi vale 400mila euro mentre il mio denaro è rimasto nominale a 200mila euro anzi l’ho consumato tutto e non ho più nulla. Chiedo la collazione ereditaria”.
“Che cos’è la collazione ereditaria?” chiede l’altro fratello.
“Te la spiego io caro fratellino”.
Art. 737 cc istituto in virtù del quale i figli, i loro discendenti, e il coniuge che hanno accettato l’eredità devono restituire alla massa ereditaria tutti i beni che sono stati loro donati in vita dal defunto, in maniera tale da dividerli con gli altri coeredi.
Per gli immobili si attualizza il valore al momento della morte mentre il denaro rimane nominale e poi si devono dividere gli importi. Valore della casa 400mila (valore attuale) + 200mila del denaro (nominale) donato fa un totale di 600mila che divisi tra i due figli sono 300mila a testa. “Bene caro fratellino tu mi devi dare 100mila euro”.
Secondo voi quale sarà stata la risposta del fratello italiano?
Lascio alle vostre fantasie le eventuali risposte.
Nel caso riportato il figlio che ha ricevuto l’immobile in donazione non aveva fatto nessuna miglioria, se invece, come spesso accade, vengono fatte delle migliorie all’immobile (ad esempio una ristrutturazione dell’immobile) in tal caso al valore dei 400mila euro si andrebbe a dedurre il costo di dette migliorie (NB. questo è possibile solo se documentato).