Baba Camillo, un grande noneso per l’Africa

Baba Camillo, un grande noneso per l’Africa

La Val di Non  e non solo ….piange Baba Camillo, il missionario noneso che ha dedicato  la sua vita all’Africa.

«Baba» (che significa papà, come lo chiamano in Tanzania) Camillo Calliari è deceduto lo scorso 25 luglio nella sua missione di Kipengere, una piccola comunità africana nel sud della Tanzania dove le montagne toccano i 2200 metri. Per sua volontà è stato sepolto in Africa, nel paese dove viveva e dove ha svolto la sua missione.

Nato a Romeno, in Val di Non, l’8 aprile del 1939, in una famiglia di contadini, fin da bambino ha sempre coltivato il sogno di andare in Africa per aiutare le persone più povere e bisognose. Ordinato sacerdote nel dicembre del 1965, il suo sogno si realizza nel 1969, quando, diventato missionario della Consolata, viene mandato in Tanzania.

La sua prima missione è quella di Kisinga , dove, a quel tempo , non c’era ancora nulla, nemmeno la chiesa.

Osservando la gente, soprattutto le donne, che ogni giorno erano costrette a scendere fino in fondo alla valle per attingere l’acqua, padre Camillo sente che deve fare qualcosa per migliorare la situazione perché senza acqua potabile nelle vicinanze, la vita è impossibile.

L’acqua è fonte di vita, ma lo può essere solo se è pulita – spiegava Baba Camillo – veniva raccolta e bevuta da pozze d’acqua piovana o da bacini d’acqua stagnante dove già le prime fabbriche scaricavano i rifiuti . La situazione doveva cambiare: il tifo, l’ameba, la salmonella, stavano decimando la popolazione”.

A Kisinga e nelle missioni dove viene mandato negli anni successivi, il suo impegno più  grande  sarà  proprio dedicato alla costruzione di acquedotti, per incanalare  e distribuire ai villaggi la buona acqua attinta alle sorgenti da Lui scoperte sulle montagne circostanti  durante le sue scarpinate.

Ora l’acqua viene persino imbottigliata.

Il Baba, grazie alla generosità di un industriale Italiano, ha reso operativa la prima fabbrica di acqua oligominerale nella Tanzania del Sud, commercializzando un’acqua che sgorga da una sorgente scoperta  sulle montagne attorno a Kipengere che, essendo praticamente priva di sodio e calcare (come confermato dalle analisi fatte in Italia, a Pavia), potrebbe tranquillamente conquistare anche il nostro mercato.

La fabbrica riesce ad imbottigliare 1500 lt. di acqua all’ora e fornisce posti di lavori ai locali ed aiuta la Missione e la Diocesi ad autofinanziarsi.

Il nome “Lulo-Magi” sull’etichetta, sta ad indicare il luogo (Lulodolero) dove sgorga l’acqua (Magi in Kiswahili).

Ma la sua opera non si ferma certo qui. Sono nate scuole (la scuola primaria, laboratori di falegnameria, di meccanica, di cucina, di sartoria, di informatica), è stato cambiato il modo di coltivare la terra ed allevare animali. Nei dintorni del villaggio ci sono molti campi che vengono coltivati a grano, patate, granturco e fagioli e si allevano capre, mucche e maiali.

Baba Camillo ha realizzato un Orfanotrofio, che accoglie circa 70 bambini orfani in cerca di una famiglia che possa dare loro affetto e un futuro. Questi bambini rimangono orfani molto spesso fin dalla nascita perché, i genitori muoiono per malattie endemiche in Africa, come la Malaria, l’Aids, la malnutrizione, la TBC, i traumi, le complicanze da parto.

L’Orfanatrofio è stato di recente ricostruito grazie all’aiuto economico   dell’Associazione di Volontariato “Terra e Vita” che ha la sua sede a Maiano di Cles.

Nella Missione di Kipengere è operativo un Centro Medico con degenze per ammalati di malaria, TBC, AIDS, traumatologia; una sezione di ostetricia con sala parto ed una sala operatoria attrezzata per eseguire tagli cesarei ed un ambulatorio odontoiatrico.

E’ particolarmente attivo un ambulatorio con personale medico e paramedico dove sono costantemente monitorati 2.200 ammalati di AIDS; nell’ambito di questa attività è particolarmente innovativo un progetto pilota per l’assistenza delle numerose partorienti HIV positive che vengono seguite mediante controlli e piani terapeutici al pari dei loro partner e dei nascituri.

Baba Camillo ha realizzato anche una centrale idroelettrica con relativo lago artificiale, condotta forzata, centrale e linea elettrica per fornire elettricità alla fabbrica per l’imbottigliamento dell’acqua e a numerosi villaggi.

Tutto questo grazie ad un vero e proprio ‘movimento’ di volontari in cui ha avuto un ruolo fondamentale il fratello Fabio che vive a Romeno nel maso San Bartolomeo, la casa di famiglia.

E’ nel capannone di Fabio che venivano allestiti, caricati e quindi trasferiti i numerosi container destinati a Kipengere. Anche i contributi finanziari che singoli volontari, associazioni, enti, indirizzavano al Baba, venivano per la maggior parte ricevuti, gestiti e quindi inviati in Africa, magari concretizzati in materiale necessario alle opere ivi programmate, sempre dal fratello Fabio. In pratica, Fabio Calliari è stato il “Missionario Laico” di Kipengere in Italia.

L’elenco di questa solidarietà è praticamente interminabile (Alpini di Giussano, Gruppo industriale Pedrollo di Verona, Gruppo Alpini di Cles e delle Valli del Noce, Gente per la Missione di Cles, Terra e Vita di Maiano di Cles, Gruppo Rionale di Pez, Provincia Autonoma di Trento, Solidarietà Alpina), per non citare le centinaia di singoli volontari che negli anni sono stati vicini al Missionario di Romeno.

Redazione