Cos’è lo scudo salva spread della Banca Centrale Europea?
Nelle ultime settimane si è tornati a parlare di spread, cioè della differenza di rendimento tra i titoli di stato decennali italiani e quelli tedeschi. È la misura di quanto il nostro debito pubblico è percepito dal mercato più rischioso rispetto a quello della Germania. In realtà è da tempo che è in continuo aumento, infatti è cresciuto passo dopo passo dai circa 100 punti dell’ottobre 2021 ai 240 degli ultimi giorni di luglio (vedi grafico). Non sono state quindi le dimissioni del premier Draghi a farlo schizzare in alto, però la Banca Centrale Europea ha evitato che la caduta del governo italiano provocasse uno shock sul nostro debito pubblico.
Infatti, lo stesso giorno delle dimissioni, il 21 luglio, la BCE ha annunciato l’introduzione del “Transmission Protection Instrument”, il famoso ‘scudo’ salva-spread. L’obiettivo di questo nuovo strumento è quello di evitare resistenze nel meccanismo di trasmissione della politica monetaria.
Cosa significa?
In sostanza la BCE potrà acquistare titoli dei Paesi per evitare l’innalzamento dello spread quando tale incremento non è motivato da un vero rischio di affidabilità del Paese stesso. I punti di forza di questo nuovo strumento sono due: non ha limiti all’acquisto dei titoli e può essere attivato discrezionalmente dalla BCE.
Ci sono però 4 condizioni che il Paese deve rispettare:
- non essere soggetti a procedure di disavanzo eccessivo, e comunque avere soddisfatto eventuali richiese di correzioni sull’andamento dei conti pubblici formulate dalle Istituzioni europee;
- assenza di disequilibri macroeconomici eccessivi;
- un debito pubblico su un percorso di sostenibilità;
- una impostazione di politica economica sostenibile ed in linea con gli impegni formulati dalla Commissione Europea e nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
In sostanza, è stato posto un legame tra il rispetto degli impegni del PNRR e possibilità di utilizzo del TPI, quindi l’Italia deve fare tutte le riforme richieste dall’Europa e portare avanti gli investimenti programmati, e non deve avere un disavanzo di bilancio eccessivo.
Tutte queste condizioni si confronteranno con l’efficacia dello strumento proprio nel momento del bisogno, creando potenziali criticità. Qualora le decisioni politiche mettessero l’Italia fuori da una delle quattro condizioni identificate, l’evoluzione dello spread sarebbe tale da rischiare di far perdere al Paese in pochi giorni l’accesso al mercato.