Aumento dei costi: servono accordi tra agricoltura, industria e distribuzione 

Aumento dei costi: servono accordi tra agricoltura, industria e distribuzione 

Una recente analisi Coldiretti su scala nazionale rileva che l’impennata dell’inflazione pesa sul carrello della spesa alimentare degli italiani per oltre 8 miliardi in più nel 2022 mentre nei campi i compensi per i raccolti decimati da caldo e siccità sono sotto i costi di produzione in forte aumento, costringendo molte imprese agricole a lavorare in perdita.

I dati Istat relativi all’inflazione a giugno evidenziano un aumento complessivo del 9% dei prezzi dei beni alimentari e delle bevande rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

La siccità, con il taglio dei raccolti, spinge l’inflazione con aumenti che vanno dal +11,7% della verdura al +10,8% per la frutta segnata da pezzature più piccole per la mancanza di acqua e gli agricoltori costretti al diradamento dei raccolti sulle piante per salvare il salvabile. 

L’estate 2022 si classifica infatti fino ad ora come la seconda più calda mai registrata in Italia con una temperatura media a giugno superiore di ben +2,88 gradi rispetto alla media su valori vicini al massimo registrato nel 2003, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr che effettua rilevazioni in Italia dal 1800.

A spingere i prezzi è il fatto che in Italia si registrano cali  del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle, del 30% per il frumento duro per la pasta di oltre 1/5 delle produzione di frumento tenero, del 30% del riso, meno 15% frutta ustionata da temperature di 40 gradi, meno 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po, dove si allargano le zone di “acqua morta”, assalti di insetti e cavallette con decine di migliaia di ettari devastati. Siamo di fronte a un impatto devastante sulle produzioni nazionali con danni che superano i 3 miliardi di euro.

Le conseguenze si fanno sentire anche in Trentino Alto Adige, seppur non con ripercussioni drammatiche come in alcune regioni particolarmente interessate dal fenomeno della siccità. Si tratta comunque di una situazione di emergenza che incide sulle produzioni e colpisce le nostre aziende, alle quali dobbiamo garantire tutela e salvaguardia.

L’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore anche combattendo le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione. Servono risorse per sostenere il settore in un momento in cui si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare.

Barbacovi Gianluca