La vendetta del basilisco
Ciao bambini, sono Nicoletta e sono qui per raccontarvi una nuova leggenda. Oggi vi racconterò di draghi e cavalieri …
Questa leggenda racconta di un villaggio, Mezzocorona; questo villaggio si trova ancor oggi nella Piana Rotaliana, una verde Valle dell’Adige con vigne, dolci colline e campi coltivati; è contornata da bellissime cime montane e delimitate dal torrente Noce e dal fiume Adige. Gli abitanti si tramandano ormai da tanti tantissimi anni una leggenda che narra di un drago e dei cavalieri che l’hanno affrontato ed io voglio raccontarvela…
Il villaggio di Mezzocorona era ormai da tanto tempo che viveva nella paura, nessuno più usciva di casa e tutti avevano chiuso con assi, porte e finestre.
Anche le botteghe erano chiuse, non lavorava più il falegname, il fabbro non batteva più il ferro, il fornaio non cuoceva più il pane e non preparava più i suoi dolcetti per tutte le famiglie ed il prete aveva addirittura chiuso la chiesa e non voleva vedere più nessuno.
Ma il motivo c’era ed era bello grosso: era arrivato il Basilisco!
Da tanto tempo quando meno se lo aspettavano gli abitanti, il cielo si oscurava, si sentiva un tuono fortissimo che si alzava dalla montagna vicina con un sibilo feroce che si diffondeva in tutto il villaggio accompagnato poi da un vento freddo che sembrava dir loro… ecco arriva il basilisco!
Vi chiederete chi era il basilisco? Il basilisco era un drago enorme con gli occhi rossi e verdi, una bocca grandissima da cui usciva una lingua biforcuta che scattava di qua e di là.
Il drago aveva anche non una, ma due code molto potenti che spazzavano via le nuvole con un forte rumore e dai suoi denti aguzzi perdeva rosse gocce avvelenate e infuocate che cadendo qua e là facevano scoppiare grossi incendi che distruggevano campi, boschi e case.
I poveri abitanti del villaggio non volevano più uscire dalle loro case perché avevano il terrore di quella pioggia di terribili gocce e restavano chiusi nelle loro cantine più profonde, sperando di non essere colpiti. E intanto pregavano che qualcuno venisse in loro aiuto, magari un cavaliere coraggioso che riuscisse a sconfiggere quel mostro.
Passarono così gli anni, anni lunghi e terribili per i poveri abitanti di Mezzocorona ma…un giorno arrivarono nel villaggio tre giovani cavalieri, il primo si chiamava Anselmo, il secondo Orlando ed entrambi erano grandi amici di Gottardo, il terzo cavaliere che era nato proprio in quel villaggio.
Venivano da molto lontano e avevano combattuto per tanti anni insieme e quando le guerre finirono, Gottardo volle portare i suoi amici a vedere il luogo dove era nato, voleva presentarli alla sua famiglia e a tutti gli amici che aveva nel villaggio. Quando i tre arrivarono nella piazza di Mezzocorona però, la trovarono vuota.
“Ma come?” pensò Gottardo, la piazza è deserta, le finestre son tutte chiuse e le porte erano sprangate, non si sentiva volare una mosca e nemmeno il pianto di un bimbo o una donna che cantando cucinava o le grida allegre di bambini intenti a giocare con il pallone.
Gottardo, Anselmo e Orlando si guardarono attorno anche un po’ spaventati; bussarono alle porte di tante botteghe ma né il fabbro, il fornaio o il falegname risposero. I tre sentirono soltanto piccoli lamenti e pianti disperati provenire da dietro quelle porte.
Gottardo perse la pazienza e andò allora verso la chiesa e con un gran calcio butto a terra la porta ed entrò seguito dai suoi amici. Gottardo, facendo un gran chiasso con la sua armatura si diresse verso Don Crispino, il parroco del paese.
“Che fate qui nascosto?
E cosa sta succedendo in paese che tutti sono chiusi nelle case e piangono tristemente?”
Quando il povero sacerdote riconobbe Gottardo, raccontò del basilisco, sperando che quei tre cavalieri insieme potessero aiutare il villaggio.
Un drago minacciava il suo paese? Non lasciava i suoi compaesani vivere in pace? No! Non poteva permetterlo, e così decise che le loro spade avrebbero salvato tutti.
Ma Anselmo disse “Ci vao io per primo, voi aspettatemi ai piedi della montagna ed io vi porterò la testa del drago”.
Così dalla pianura Orlando e Gottardo seguirono Anselmo che con grande fatica si arrampicò’ per un ripido sentiero ed entrò nella grotta del drago. Improvvisamente il cielo si oscurò, un vento tremendo si alzò con un sibilo fortissimo e la battaglia di Anselmo con il basilisco iniziò. Purtroppo però il drago era molto furbo e con un colpo delle sue code fece volare il povero Anselmo fuori dalla grotta e rotolare sino ai piedi dei suoi amici. Solo un cespuglio frenò quella caduta e così il cavaliere si salvo ma era ferito in tutto il corpo.
Allora Orlando gridò “Ora tocca a me!” e corse sulla montagna con la rabbia in corpo ed entrò nella tana del drago. è vero, Orlando era forte e coraggioso ma il drago era cattivo e dalla bocca sputò una goccia del suo veleno che fece prender fuoco al poveretto. Orlando scappo gridando e trovò, per sua fortuna, un ruscello e così poté spegnere quel fuoco. Anche lui però come Anselmo rimase ferito e dolorante.
Ora sarebbe toccato a Gottardo affrontare il drago ma…il cavaliere che era molto furbo prima di affrontare quella battaglia tornò al villaggio, prese un secchio di latte e un misterioso pacchetto. Piano piano si arrampicò sulla montagna ed entrò nella grotta, dove il basilisco stava dormendo, stanco dopo gli scontri con i cavalieri. Gottardo mise il secchio del latte sotto le narici del drago e…dal suo misterioso pacchettino prese un grande specchio che posizionò davanti al basilisco.
Il dolce profumo del latte svegliò il drago e dopo aver bevuto tutta quella delizia, immaginate il suo stupore nel vedere che davanti a lui c’era un drago! Ma un drago del tutto rassomigliante a lui!
“Ma come?” pensò il drago “esiste un altro basilisco come me? Avevo un fratello e non lo sapevo? Che bello!” finalmente aveva un fratello, un amico con il quale avrebbe spaventato ancora più persone e soprattutto gli abitanti di Mezzocorona.
Mentre il basilisco era intento a osservare suo fratello, che altro non era che la sua immagine allo specchio, Gottardo saltò fuori dal suo nascondiglio e con la spada colpì mortalmente il feroce drago che, con un forte soffio cadde a terra.
Nel villaggio quella sera si fece una gran festa per i tre coraggiosi cavalieri ed anche Anselmo e Orlando, benché feriti, si unirono a Gottardo per portare la testa del drago davanti a tutti i paesani. Ma la vendetta del basilisco era ormai vicina, nel bel mezzo della festa dalla testa cadde una goccia del sangue avvelenato del drago e andò a colpire la mano del coraggioso Gottardo che all’improvviso si trasformò in una statua! Anselmo e Orlando corsero per aiutare il loro amico ma non appena lo toccarono, anche loro divennero statue.
Ed è cosi che il villaggio di Mezzocorona liberato finalmente dal basilisco grazie a quei giovani coraggiosi cavalieri, decise di lasciare quelle tre statue nella piazza del paese in loro ricordo finché il tempo non le avrebbe consumate e il fabbro incise una lastra di ferro pesante dove scrisse alcune parole … “Bisogna sempre guardarsi dalla vendetta del basilisco!”