Una brutta bestia… qualsiasi dipendenza
La dipendenza è una condizione in cui l’abitudine di consumare una determinata sostanza o di assumere determinati comportamenti diventa una necessità che si trasforma in una situazione patologica, portando l’individuo a perdere del tutto il controllo su di essa.
Ci sono dipendenze di cui si sente parlare spesso, tipo droga, alcolismo, gioco… e altre non così conosciute.
Siamo continuamente bombardati da notizie pubblicitarie e influenzati dai corpi di modelle e modelli perfetti. Donne magre, senza rughe, con denti smaglianti e uomini come leoni invincibili con dei muscoli scolpiti alla perfezione. Dietro ha uno schermo come quello della televisione si possono modificare le immagini a proprio piacimento, quindi queste possono non corrispondere alla realtà.
Questi modelli sono diventati dei veri e propri “influencer”. Il cercare di assomigliare a qualcun’altro richiede degli sforzi notevoli alla mente e al corpo. Si inizia a guardarsi allo specchio e a non vedersi mai belli e a cercare di imitare degli standard che sono irraggiungibili, praticamente a snaturarsi. Diventa così un disagio psicologico che si può trasformare in anoressia o bulimia. Persone che si definiscono timide o che si trovano a disagio in certe situazioni, per cercare di eliminare temporaneamente il disagio e riuscire a divertirsi stando in gruppo e a relazionarsi più facilmente con gli altri, bevono in maniera esagerata. L’alcol infatti da una sensazione di piacere e di euforia che permette di superare la propria timidezza.
Su Vanity Fair ho trovato l’esperienza di Luca, un ragazzo che si definiva timido: Ha cominciato a bere attorno ai 15 anni: lo faceva per divertirsi e per superare la timidezza. Era un ragazzo sensibile e incline alla malinconia. «Ho fatto in fretta a innamorarmi di quella sostanza che mi toglieva temporaneamente il malumore e ad aumentare la frequenza delle mie sbornie fino a diventarne dipendente».
Luca Oggero, 42 anni, scrittore ed educatore professionale, ha un passato da «ubriacone cronico», come si definisce**. **Oggi ne è uscito completamente e, con la sua testimonianza, aiuta i ragazzi delle scuole superiori a capire che cosa può diventare l’abitudine a bere in modo smodato. «Li porto per due ore ad attraversare assieme a me l’inferno perché non ci finiscano anche loro e lo faccio anche attraverso racconti e poesie”.
Un’altra testimonianza che ho trovato sul “Il messaggero” è quella di Laura che invece è diventata dipendente dalla droga: “Mi sono fatta per anni, ho rubato, ho spacciato, ho venduto me stessa, ho interrotto i rapporti con i miei, ho dormito per strada, ho accettato ogni tipo di violenza. Non c’ero più. Sopravvivevo a stento».
Laura, sarda, trent’anni è dal 2015 a San Patrignano. Lavora nella lavanderia, a fine 2019 dovrebbe uscire e cominciare una nuova vita. Lei dice di non essere stata una tossicodipendente ma una donna tossicodipendente. Che ha iniziato con le canne intorno ai quattordici e poi, per seguire il compagno, è passata all’eroina e alla coca.
«Voglio far capire alle ragazze – spiega – che essere dipendente dalla droga, per una donna, è, se possibile, più drammatico e più doloroso che per un uomo. Quando ce ne rendiamo conto è sempre troppo tardi. Sei già entrata in un gorgo autodistruttivo dal quale è difficile uscire. Io ci sono riuscita qui in comunità dove le storie di noi donne sono molto simili».
è sempre importante capire il contesto in cui cresce un individuo e quali siano le difficoltà che si trova ad affrontare: possono essere la separazione dei genitori, la fatica a stare con gli altri, difficoltà di tipo economico…, tutto ciò crea scompiglio e molto spesso porta a compiere delle scelte che in quel momento si ritengono giuste, anche se poi nella realtà, sono tutt’altro che corrette. Non intendo dire che coloro che utilizzano droghe fanno bene, intendo dire che è importante inquadrare le determinate situazioni sociali o famigliari in cui si trovano che spesso sono difficili e non tutti sono in grado di affrontare, poiché alcune volte sono più grandi di loro.
Le scuole giocano un ruolo fondamentale. Si svolgono le lezioni dedicate a questi temi in modo da sensibilizzare gli alunni. Altro ruolo importante lo svolge lo sport che insegna a fare gioco di squadra e trasmette valori sportivi come la correttezza, il rispetto delle regole, il rigore con sé stessi con l’allenamento e l’obbiettivo da raggiungere.
Le regole che servono per vincere nello sport servono anche nella vita per poter vivere in sintonia con sé stessi e gli altri e ad arrivare agli obbiettivi che ci poniamo nel nostro percorso. Bisogna cercare di apprezzarsi per quello che si è e guardare la vita in maniera positiva e come dice Gianni Morandi nella canzone:
Apri tutte le porte
L’abitudine è una brutta bestia
Un parassita che lentamente infesta
Tutto quanto fino a prendere il potere
E non riesci più a reagire
E ogni giorno mi sveglio e provo
A dire questo è un giorno nuovo
Lo esplorerò
Partendo da ora e da qui
Vai così, vai così, vai così, vai così
Stai andando forte
Apri tutte le porte
Gioca tutte le carte
Fai entrare il sole
Stai andando forte
Apri tutte le porte
Brucia tutte le scorte
Fai entrare il sole…