Mezzolombardo, due importanti pagine di storia

Mezzolombardo, due importanti pagine di storia
Loc. Calcara Mezzolombardo (scavo edificio ovest della fattoria)

Due serate culturali organizzate nel corrente mese dall’Associazione Castelli del Trentino, sono dedicate ad altrettanti importanti periodi storici della borgata.

La serata di venerdì 11 marzo sarà dedicata al racconto della ri-scoperta dei rinvenimenti nel sito archeologico in località Calcara dei resti di due costruzioni e di altri numerosi interessanti reperti di una fattoria romana costruita su un’area di quasi diecimila mq; gli edifici denominati edificio est e ovest risultavano composti da più locali a destinazione sia abitativa che di servizio produttivo al lavoro agricolo; sono presenti infatti un pozzo, una buca per la calce, delle canalette di scolo per acqua piovana, oltre ad altri lacerti di muri non esattamente identificabili. Gli edifici sono il risultato di fasi costruttive diverse e si situano in un periodo temporale attorno alla seconda metà del I secolo e la prima metà del II secolo d.C. con una frequentazione ininterrotta sino al loro definitivo abbandono verso il IV secolo. L’insediamento che appare isolato e in posizione periferica rispetto ai grandi insediamenti e dedicato quasi certamente alla produzione, lavorazione e stoccaggio di prodotti agricoli, era però quasi certamente inserito nella rete non solo locale di commerci, e la presenza di alcuni speciali reperti testimonia altresì la probabile notevole disponibilità economica dei proprietari. Alla luce degli attuali studi e scoperte archeologiche lo si può considerare l’unico insediamento di età romana sulla sponda destra del Noce.

Tutto questo e molto altro come gli interessantissimi resti di anfore, monete, attrezzi da lavoro (fra cui un falcetto per vigna), verrà raccontato dal giovane concittadino Andrea Sommavilla, che ha accettato di illustrare questi risultati frutto del lavoro per la sua tesi di laurea magistrale in Archeologia all’Università di Siena. Una serata che apre uno spaccato particolare di storia antica del nostro territorio, e che il Comune di Mezzolombardo ha intenzione di valorizzare con un progetto culturale che colleghi quest’area d’epoca romana a quella del sovrastante Colle di San Pietro, anch’essa recente oggetto di ritrovamenti archeologici, in particolare una necropoli di 61 individui suddivisi in 48 tombe.

E sempre della storia del territorio della Piana Rotaliana si parla nella serata del 25 marzo, con un salto temporale di mille anni, che ci proietta in pieno alto medioevo. Il giovane ricercatore e studioso Andrea Tomedi, dottorato in Studi Storici all’Università di Padova, ci parla della nascita, espansione e declino della signoria fondiaria dei “da Mezo”, il consortile della famiglia, i cui membri nati come ministeriali del Principe Vescovo di Trento in Val di Non, e precisamente a Livo, scese in piana Rotaliana e qui affermatasi, all’inizio in due rami distinti a Mezo S.Pietro e Corona di Mezo, poi per l’estinzione del ramo di Mezzolombardo, unificati in quello dalla parte della Corona.

Siamo nel periodo turbolento in cui nella pianura veneto-padana nascono i Comuni, e il Principe Vescovo, signore territoriale di quello che è l’attuale Trentino, deve affrontare conflitti con gli irrequieti nobili di masnada, con gli advocati, con il Papa al quale deve obbedienza nel sacro, e l’Imperatore al quale deve l’ovvio ossequio di gerarchia, per difendersi dai nemici del Principato.

La storia nasce agli inizi del 1100 circa quando in piana dominano i conti di Appiano, fondatori fra l’altro del monastero di San Michele all’Adige, e si sviluppa per almeno tre secoli. I quasi sconosciuti titolari della gastaldia di Livo (probabile resto di un distretto amministrativo longobardo in valle di Non) con accorte politiche di equilibrio fra i poteri forti costituiti dai Conti di Tirolo, in piena violenta espansione, e i Vescovi che si succedono sulla cattedra di San Vigilio, ondeggianti fra acquiescenza e opposizione nella ricerca di alleati anche fuori dell’episcopato, riescono ad ampliare notevolmente i loro possessi ed l’influenza in diverse aree della regione trentino-tirolese. Ma agli inizi del quattrocento la loro parabola si avvia al termine: Dorotea, figlia dell’ultimo discendente maschio del casato, Giovanni, andrà sposa dapprima a Mattia Wolkenstein, morto nel 1475, e l’anno successivo ad un altro rappresentante di una famosa casata della regione e della valle dell’Adige, il nobile e prepotente Nicolò Firmian.

Per la famiglia originaria dell’area bolzanina (loro era il castello d’origine, la munitio Formicaria, situato poco a sud di Bolzano) il matrimonio con l’ultima erede dei da Mezzo, divenne l’inizio di una affermazione di dominio in una zona di particolare importanza.

Per chi volesse saperne di più rimandiamo al volume edito dall’Associazione Castelli dal titolo “I da Mezzo. Storia e affermazione politica di una casata signorile della Piana Rotaliana” prefazione di Marco Bettotti e Gian Maria Varanini, 180 pagine, con quattro densi capitoli –mai noiosi– che inquadrano il periodo storico, con date e nomi dei protagonisti nei principali eventi che segnarono la storia della regione tridentino-tirolese tra il XII e il XV secolo.

Resti di anfora romana (dal sito della fattoria romana)
Federico Vanga (Principe Vescovo di Trento 1207-1218)
Stemma araldico da Mezo
(da Araldica Tridentina di G.M. Rauzi)

Kaisermann Bruno