Check- up sulla ciclabilità nelle valli del Noce in bici dal Tonale a Mezzocorona, sogno o realtà?
La ferrovia Trento–Mezzana da una parte (per la salita) la ciclopedonale dall’altra (per la discesa), costeggiando in gran parte il torrente Noce attraverso le valli di Sole, Non e Rotaliana. Sullo sfondo l’esempio della gettonatissima pista Dobbiaco–Lienz, nell’Ost Tirol (44 km con un dislivello di 500 mt) affiancata dalla ferrovia austriaca che consente di risalire al punto di partenza, e più vicina a noi la ciclabile della val Venosta (82 km con un dislivello di 1.240 mt tra Resia e Merano): entrambe con un mirabile abbinamento bici–treno. Finora un sogno (peraltro a tratti) ma che potrebbe diventare realtà la ciclabile Tonale-Mezzocorona dove si inserirebbe nella rete delle ciclabili del Trentino con un percorso lungo poco meno di 70 km ed un dislivello di ca 1.500 mt.
Se ne parla da anni tra tratti esistenti, nuovi progetti e ipotesi che finora si fermano grosso modo a Mostizzolo, al confine tra le valli di Non e di Sole, e con altri brevi ramali a valle e a monte che attendono di essere inseriti nella più vasta rete provinciale, condizione questa fondamentale per considerare definitivo il decollo del sistema.Per capire lo stato dell’arte, tra tratte esistenti, in costruzione, in progetto o solo semplicemente ipotizzate “il Melo” propone ai propri lettori un Check-Up delle ciclovie (tra realtà e sogni) nelle valli del Noce che abbiamo cercato di ricostruire per dare un quadro d’insieme.
Situazione attuale
Ad oggi nelle valli del Noce, partendo dal Tonale fino a Mezzocorona ci sono le seguenti infrastrutture:
- la ciclovia della valle di Sole che parte da Cogolo ed arriva fino a Mostizzolo, lunga 33,7 km ed iniziata nel 1994. Nel 2021 a Dimaro sono stati misurati quasi 90.000 passaggi, con un incremento del 4% rispetto al 2020. Nel 2009 è stato stimato che l’indotto economico del cicloturismo sulla ciclabile della val di Sole fosse pari a quasi 3.000.000 €/anno, ora tale valore è notevolmente aumentato.
- la ciclovia dell’Alta val di Non (Malgolo-Fondo-Passo Mendola) lunga 41 km, di cui 34 asfaltati. Comprende un anello (ca 25 km) inaugurato nel 2013 che si sviluppa su strade asfaltate e pavimentate e che collega tra loro i paesi di Malgolo, Romeno, Salter, Cavareno, Sarnonico, Ronzone, Malosco e Fondo. Il tracciato è dotato di segnaletica ed è per lo più pianeggiante sul lato ovest e presenta invece più salite nella parte est. Nel 2021 è stato completato il collegamento ciclopedonale di 9,5 km da Fondo al passo Mendola con due tratti: dal passo all’Hotel Waldheim (5 km, inaugurati nel 2019) e i restanti 4,5 km (dal Waldheim a Fondo) aperti l’anno scorso. Nel 2021 ai Pradiei si sono misurati oltre 70.000 passaggi con un incremento del 3% rispetto all’anno prima;
- la pista ciclopedonale Taio -Sabino-lunga oltre 7 km, funzionante dal 2014 in parte in sede propria (Sabino) e in parte su viabilità secondaria esistente;
- la pista ciclopedonale Taio–Dermulo lunga ca 2 km e funzionante dal 2018;
- la rete ciclo viaria della Rotaliana (Mezzolombardo-Mezzocorona-Faedo-San Michele all’Adige) lunga oltre 8 km, iniziata nel 2006.
Pertanto al momento ci sono circa 84 km di ciclovia nelle valli del Noce, realizzati e gestiti dalla Provincia Autonoma di Trento.
Tratti in costruzione
Al momento sono in corso di realizzazione, con i cantieri aperti, i seguenti nuovi tratti:
- La pista ciclopedonale da Ossana a Vermiglio, a cura della Comunità della Valle di Sole, tre km ca con un costo totale di 1,35 mil. di cui 1,048 a base d’asta;
- La pista ciclopedonale da San Bernardo a Rabbi Fonti, a cura della Comunità della Valle di Sole, lunghezza tre km con un investimento di 1,4 mil. di cui 933.000 Euro a base d’asta. Fine lavori entro il 2022;
- La pista ciclopedonale da Romeno al ponte sulla SS43dir, a cura della Provincia Autonoma di Trento;
- La pista ciclopedonale ai Nozari da Amblar a Cavareno, a cura della Provincia Autonoma di Trento;
- La pista ciclopedonale da Mezzolombardo a Mezzocorona, a cura della Provincia Autonoma di Trento.
A questa rete di piste ciclabili (esistenti, in progetto o solo programmate) si aggiunge una miriade di bellissimi tracciati sterrati per mountain bike (MTB).
Da citare tra questi in particolare:
- la Dolomiti Brenta Bike che per circa un terzo interessa le due valli del Noce e che ha una doppia formula:
- Percorso EXPERT per Biker di 171 km, dislivello di 7.700 metri e quota massima ai 2.262 mt slm del rifugio Graffer. Di questi, 115 km sono sterrati e 50 km di strade.
- Percorso COUNTRY per vivere la montagna in sella alla bicicletta. è un itinerario di 136 km con un dislivello complessivo di 4.600 metri con quota massima a Passo Campo Carlo Magno a 1.642 slm. Il percorso per 51 km è su sterrati, 32 km di piste ciclabili e 53 km di strade.
- il Rankipino, itinerario di 57 km accessibile a tutti da passo Palade, sul confine con la provincia di Bolzano, a Mostizzolo e che attraversa in quota, seguendo in parte i percorsi dei vecchi acquedotti irrigui i comuni nonesi di Senale San Felice, Castelfondo, Brez, Cloz, Romallo, Revò, Cagnò, Rumo, Livo, Bresimo e Cis.
Tutto rose? No, anche molte, troppe spine perché, purtroppo, i grandi assenti nei progetti di nuove infrastrutture ciclabili sono generalmente i Comuni delle valli del Noce. Qui infatti sono poche le Amministrazioni locali, a parte qualche rara eccezione, che hanno realizzato delle piste ciclabili ed interventi di messa in sicurezza dell’utenza debole (pedoni e bici).
Le piste ciclabili si configurano anche come delle opere che eliminano le barriere architettoniche e favoriscono la mobilità sicura ed autonoma a tutti i soggetti, e rientrano nelle finalità della mobilità sostenibile green che è uno degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Situazione futura
In linea con la strategia provinciale, di collegare le valli e trasformare la bicicletta da mezzo di svago a mezzo anche di trasporto, per le valli del Noce è fondamentale collegare i tratti esistenti. Ovvero, in ordine di priorità, realizzare il collegamento Mostizzolo–Cles–Dermulo, il collegamento Sabino–Mezzolombardo, il collegamento Predaia–Alta val di Non passando per Sanzeno e Romeno, il collegamento Vermiglio–passo del Tonale, il collegamento Malé–San Bernardo ed il collegamento Cogolo –Peio fonti.
In effetti su questa strategia le Comunità di valle, assieme alla Provincia Autonoma di Trento, stanno operando da tempo, raccogliendo finanziamenti ed idee di possibili nuovi tracciati. Questo lavoro lungo e silenzioso ha dati i primi frutti con i seguenti progetti in corso di elaborazione:
- progetto definitivo della pista ciclopedonale da Malè a Tassè di Rabbi, a cura della Comunità della Valle di Sole;
- stesura del progetto preliminare della pista ciclopedonale da Tassè di Rabbi a San Bernardo, a cura del Comune di Rabbi;
- stesura del progetto preliminare della pista ciclopedonale da Vermiglio al passo del Tonale, a cura della Comunità della Valle di Sole;
- progetto definitivo della pista ciclopedonale da Mostizzolo a Cles, a cura della Comunità della Val di Non, attualmente all’esame della Conferenza dei Servizi per l’ok finale;
- progetto preliminare della pista ciclopedonale da Cles a Dermulo, a cura della Comunità della Val di Non;
- progetto preliminare della pista ciclopedonale da Dermulo a Sanzeno, a cura della Comunità della Val di Non;
- studio di fattibilità della pista ciclopedonale da Sabino a Mezzolombardo, a cura del Comune di Ton.
Sono molti progetti di elevata complessità in quanto finalizzati a minimizzare il consumo di suolo, l’impatto ambientale e le interferenze con altre attività, ma la difficoltà forse maggiore è la burocrazia sempre più pressante sui procedimenti di realizzazione di nuove opere pubbliche.
Ma si tratta di fatiche che in futuro saranno ampiamente ripagate, in quanto è sotto gli occhi di tutti la congestione della mobilità urbana nei maggiori centri abitati con le code, la saturazione di tutti gli spazi per fare parcheggi auto, con conseguente elevato inquinamento dell’aria.
Da un recentissimo studio di Legambiente la città di Trento è la 4° più inquinata d’Italia per quanto riguarda le emissioni di biossido di azoto prodotto dal traffico (addirittura davanti a Napoli, che è una delle città più grandi d’Italia). Infine per valli come quelle del Noce sarebbero enormi le ricadute in termini economici, grazie al binomio turismo / agricoltura si cui la bicicletta è la massima espressione…
La rete cicloviaria trentina
Queste che possono sembrare teorie in realtà sono state ampiamente confermate dall’esperienza della rete ciclo viaria del Trentino. Infatti da oltre 30 anni la Provincia Autonoma di Trento ha investito nelle infrastrutture ciclabili ed oggi la rete ciclo viaria trentina si sviluppa per quasi 450 km su 12 itinerari lungo le valli del Trentino.
Questa rete è stata il punto di forza che ha fatto decollare il cicloturismo in Trentino, dove negli ultimi anni sono stati misurati oltre 2.000.000 di passaggi annuali e l’indotto economico del cicloturismo in Trentino è stimabile in circa 110.000.000 €/anno (fonte: lo studio “Cicloturismo e cicloturisti in Trentino” del 2009).
La strategia di sviluppo della rete provinciale è quella di completare la rete collegando tra loro le dorsali di valle, e diffondere l’utilizzo della bici come mezzo di trasporto e non solo di svago, per la mobilità quotidiana casa – lavoro – scuola. Obiettivi su cui la Comunità della valle di Non ha impostato il piano strategico di valle che, come abbiamo cercato di raccontare, sta venendo avanti. Forse però un po’ troppo a rilento perché altre realtà a noi vicine, vedi l’Alto Adige, sul tema ciclabilità sta correndo molto di più.