Bentornata … normalità!
La normalità è quella sanitaria da Covid 19 che, com’era prevedibile, con il passare dell’inverno ed il ritorno della primavera sta perdendo vigore. L’estate si preannuncia dunque ‘normale’ ma sarà difficile rimuovere del tutto i timori di una ricaduta che ancora si colgono sui volti di chi, nonostante il venir meno dell’obbligo, continua a girare celato dietro la mascherina anche nelle passeggiate solitarie… Cresce invece, di pari passo se non di più, la preoccupazione per le bollette energetiche che, come la pandemia, toccano tutti indistintamente, e per la tenuta dell’economia dopo i buoni segnali arrivati dal PIL nei mesi scorsi. Altra fonte di preoccupazione è la ripresa del focolaio bellico, peraltro mai sopito, tra Ucraina e Russia a pochi passi dal cuore della vecchia Europa, e fa rivivere un copione che sembrava definitivamente consegnato alle pagine del secolo scorso.
“La storia è maestra di vita” dicevano gli antichi ma gli uomini non lo sanno o se ne dimenticano con grande facilità e si torna negli stessi errori, negli stessi drammi. Con la caduta del muro di Berlino del novembre 1989 sembrava esserci il superamento dei blocchi, ma i fatti di queste settimane dimostrano che non è stato così, e che ancora una volta l’Europa, con le sue divisioni e fratture, rischia di trascinare il mondo in una guerra globale.
E l’Italia? Qui siamo alle prese con i green pass da rinnovare o da superare ed un Parlamento rissoso che dopo aver trovato l’armistizio per poter rimanere in sella riconfermando il presidente Mattarella è poi subito tornato a dividersi praticamente su tutto. “Governare gli italiani non è difficile, è inutile!” è una massima attribuita all’ex premier britannico Winston Churchill (1874 – 1965), e mi è tornata in mente in queste settimane. I veri nodi sul tappeto dovrebbero essere l’energia (anche in proiezione futura), la salute (risolvendo le carenze evidenziate dalla pandemia, ma non solo), il lavoro, l’ambiente e le prospettive per i giovani. Invece si ‘gioca’ l’ennesima lunga campagna elettorale ripartendo dalla riscrittura (l’ennesima!) della legge elettorale puntando al ritorno al proporzionale. Lo stesso sistema al quale ai tempi della prima repubblica si dava la colpa dell’ingovernabilità del Paese e della caducità dei Governi: una settantina in 70 anni di storia repubblicana!
Il bello è che le risorse, almeno in questa fase, non mancano anzi abbondano, ma in Italia la complicazione di ogni serio atto amministrativo è arrivata a creare una ragnatela inestricabile per lo stesso Governo dei Migliori, come è definito quello attualmente in carica.
Quanto tempo ci vorrà per tornare alla normalità? La semplificazione – si sente ripetere ormai da troppo tempo – è la pietra angolare della modernizzazione dell’Italia. Ora, questa finestra di opportunità data dall’Europa con il PNRR deve essere colta per fronteggiare subito e strutturalmente la questione “bollette”, per controllare tempi e metodi dei progetti legati ai finanziamenti europei e per mandare subito in Parlamento le quattro riforme strutturali serie ed efficaci (Fisco-Concorrenza-Giustizia-Pubblica amministrazione).
Ce la faranno? Dubitare è lecito a leggere ciò che scrivono giornali e ci raccontano i talk show.
Per quanto riguarda la valle, c’è attesa per gli esiti del censimento sulla ladinità chiuso lo scorso 20 dicembre e per la sorte della tangenziale est di Cles che rischia la beffa di vedere sfumare l’avvio dei lavori che erano previsti per l’imminente primavera.