La stregoneria (1a parte)

La stregoneria (1a parte)

Cenni e testimonianze nelle valli del Noce

Il lungo capitolo della stregoneria è una delle pagine più buie e angoscianti che hanno segnato la storia d’Europa nei secoli scorsi e ha conosciuto episodi tragici di caccia alle streghe anche nelle valli del Noce. Grazie a Valentino Santini e per gentile concessione dell’associazione ‘Val di Sole antica’, “il Melo” ripercorre questa triste vicenda di superstizioni e magie accompagnando il lettore a conoscere, paese per paese, leggende e dicerie che hanno segnato la vita delle varie comunità. Tutto questo andando alla riscoperta di luoghi e simboli che a distanza di secoli nella toponomastica e nella memoria popolare ricordano quegli anni terribili. Un viaggio in due tappe (la prossima in marzo) partendo da Cles e su fin quasi al Tonale.                                                                                                         Giacomo Eccher


Streghe

Sicuramente risulterà molto strano che un argomento curioso, scottante, oscuro ed antico come quello delle streghe venga introdotto da uno degli strumenti più moderni e chiacchierati del momento.

Ma proprio l’utilizzo di facebook mi ha portato a fare delle riflessioni sull’argomento. Il famoso social network viene utilizzato per i più disparati argomenti ed anche, ad esempio nel mio caso, nel partecipare a gruppi creati a tema, come ad esempio la stregoneria. Proprio in uno di questi gruppi, in risposta ad uno dei vari link, una persona controbatteva anche molto duramente come fosse inconcepibile credere alle streghe nei nostri giorni.

La famosa ed incriminata caccia alle streghe ormai, e per fortuna, è finita da tempo. Anche se è di quest’estate la notizia che nelle remote profondità dell’Africa due donne sono state giustiziate per stregoneria.

Ma quanto le streghe e la stregoneria hanno toccato la nostra valle e le valli limitrofe, ed il fenomeno vive ed è radicato nel nostro uso comune?

Le streghe e la stregoneria sono pratiche in utilizzo dalla ormai lontana notte dei tempi, fin dalle prime tribù, siano esse dell’Africa, d’America o europee, la figura dello sciamano, dell’uomo medicina, vecchio/a saggio/a, sono state il fulcro della vita dei villaggi. Pratica prettamente maschile, tra Indiani d’America le sciamane erano poche e temute anche dagli sciamani stessi, poi l’arrivo della civilizzazione, della medicina tradizionale, della scienza hanno relegato sempre più la pratica al margine della società. Infine l’arrivo del Medioevo, tutte le pratiche legate a riti antichi sono additate dalla Chiesa come negative nel tentativo di sopprimere il paganesimo.

Tutto viene contraddistinto come stregoneria ed assimilato dall’Inquisizione, nata per reprimere il crescente divulgare dell’eretismo; ora combatte tutte le pratiche che sono contro la teologia professata dalla Chiesa. Una veloce, anzi lampo, introduzione dei fenomeni che hanno caratterizzato le due Valli limitrofe ovvero la Val di Non e la Valle Camonica. Infatti gli unici documenti che portano le streghe nelle nostre vallate sono dati dagli atti processuali dei processi, che si sono conclusi con i roghi.

Ma come la Val di Sole è stata testimone del fenomeno e, soprattutto, cosa ne testimonia ancora i ricordi?

L’unico documento ufficiale deriva dal Concilio di Trento, che passando alla storia come la più grande riforma della Chiesa ha anche trattato inquisizione e stregoneria, confinando le streghe nella più remota delle località della Val di Rabbi, Saent. Poi ricercando nelle zone limitrofe troviamo degli accenni su Punta Tonale Occidentale, situata sul confine Trentino-Bresciano è menzionata come luogo di Sabba, per le streghe camune e le sorelle trentine, le fonti scritte finiscono qua lasciando però partire tutte le leggende che descrivono il fenomeno in molti, se non tutti, i paesi della valle, oltre a lasciarci a testimonianza toponimi che ne evocano il nome, ma che spesso sono presi per ‘buoni’ perdendone purtroppo la nascita. Partendo da un punto preciso e seguendo un ipotetico percorso possiamo partire da Cles, capoluogo della Val di Non fino ad arrivare al Passo del Tonale deviando per le laterali Rabbi e Peio.  Questa in sintesi una piccola carrellata di come, in una Valle apparentemente immune al fenomeno, le streghe sono tra di noi.

Cles, la leggenda della Camera delle Streghe

“La leggenda narra che ogni sabato a mezzanotte, tutte le streghe della valle si riuniscono proprio a Castel Cles prima di andare sul Monte Roén a compiere i loro malefici. Si dice infatti che proprio in questo castello vennero decise varie condanne.”1

Come possiamo vedere nel proseguo dell’articolo possiamo notare che, eccezione fatta sopra per il Castello di Cles e per il maso di Vermiglio che citiamo più avanti, le maggiori leggende sono legate a massi erratici, più o meno grandi, soggetti a ierofanie2, usati come scivoli di fertilità o altari votivi il cui utilizzo sia arrivato fino a noi tramandato dalle leggende o andati persi nella memoria ma di cui ne viene usato il nome come folklore. Possono indicare anche particolari località o cime di montagne, dove si può ipotizzare invece lo svolgersi di Sabba o semplicemente vette posizionate con determinate coordinate per levate o calate, in particolari periodi, del sole o della luna.3

Caldes, El Sas dela Stria

La leggenda vuole che intorno al masso si ritrovassero le streghe della Val di Sole che, appena raggiunte dalle sorelle della vicina Val di Non, volassero in Tonale per il sabba.                         (continua …)          

Redazione