“Curiosità, ricordi, ricorrenze ….”
Il sale di Sant’Antonio Abate
La pandemia da Covid non ha fermato la benedizione del sale nella ricorrenza di Sant’Antonio Abate ospitata quest’anno a Vervò. Ad organizzarla, a rotazione ogni anno davanti ai punti vendita disseminati in bassa valle di Non e Predaia, è la F.C. Primanaunia, fedele a una tradizione che ha attraversato tre secoli (prima volta nel 1896) e rilanciata una ventina di anni fa dall’allora presidente Ottorino Angeli.
“Il sale benedetto – ha ricordato l’attuale presidente della FC, Valentino Paternoster – veniva consumato dal bestiame perché diventasse forma di prevenzione dalle malattie”.
Alla cerimonia Vittorino Covi, presidente dell’Unione Allevatori Val di Non, il professor Claudio Eccher (Associazione cacciatori cinofili della provincia di Trento) e in rappresentanza delle comunità i primi cittadini di Ton, Denno, Campodenno, Sporminore e la sindaca di Predaia Giuliana Cova che anche a nome dei colleghi ha sottolineato il significato di questa tradizione dal sapore antico ma sempre attualissima.
Il momento più atteso è stato la benedizione del sale affidata a monsignor Luigi Bressan, vescovo emerito di Trento, e al parroco di Taio don Carlo Daz. Confermata la valenza solidale dell’appuntamento: il ricavato delle offerte per una o più confezioni di sale benedetto messe a disposizione dei consumatori soci e clienti all’interno dei punti vendita delle cooperativa di consumo sarà devoluto all’Associazione “Amici del Madagascar” guidata dalla presidente Rita Cattani.
La scomparsa del “Beppino” l’anziano contadino di Romallo
Il suo mondo era la casa e la campagna, con frutteti a Romallo e prati sull’Ozol.
Nato a Romallo il 27 aprile del 1927, Giuseppe Pancheri (el Beppino per familiari e paesani), si è spento nella casa dove era nato oltre 94 anni fa, in via Colomel.
Con la sua scomparsa se né andato il più anziano contadino del paese, un testimone attento di quasi un secolo delle vicende di una comunità nella quale era benvoluto da tutti e dove elargiva con generosità la sua cordialità e il suo sorriso.
Con la perdita prematura del padre si era assunto con tanta bontà e amore il ruolo paterno nella crescita del fratello e delle sorelle.
Anche quando gli anni pesavano troppo sulle sue spalle non riusciva a staccarsi dalla campagna; di quando in quando saliva sul suo scooter elettrico, utilizzato spesso per andare al bar per intrattenersi con gli amici o alla Messa domenicale, e passava a “salutare” quei “pomari” che conosceva uno per uno.
La morte di “el Beppino” ha lasciato Romallo privo di una costola caratteristica e originale della sua storia.
Rina Prantil, 100 anni di operosità tra bar, negozio e famiglia
Festa in famiglia a Mollaro per i 100 anni Rina Chni in Prantil. Nata a Segno il 12 gennaio 1922, Rita da giovane ha lavorato con la famiglia (i suoi erano masadori a Villazzano e poi a Dardine) per il signor Verner, che era il proprietario della fabbrica Paravinil di Mollaro. Per 2 anni (quando ne aveva 18) è anche stata a Parma dove ha accudito i figli di una cugina ed aiutando in due bar. Il 13 novembre 1946 si è sposata con Ottavio Prantil (1918 – 2016) e con lui ha gestito il bar del paese ed il negozio di alimentari. Rina in particolare si occupava della cucina nell’annessa trattoria e del bar che è rimasto aperto fino al 1976. Qualche anno dopo ha anche cessato l’attività il negozio di alimentari. Ha avuto tre figlie (Nadia, Cristina e Carla) e 4 nipoti (Hermann, Martina, Giovanni e Maria Giada) e anche 2 pronipoti (Eva e Pietro) che anche se non hanno potuto festeggiare tutti insieme la neo centenaria nonna, hanno scambiato con lei affettuosi auguri dialogando on-line. La signora Rina, anche dopo aver lasciato il lavoro, è sempre rimasta attiva ed operosa lavorando a maglia e il ricamo, ma soprattutto l’uncinetto, la sua grande passione, come anche la coltivazione dell’orto e dei fiori. Non ha mancato mai di aiutare sempre le figlie e le loro famiglie e di essere, con l’esempio, una buona guida per figli e nipoti. A lei anche gli auguri de “Il Melo”.