Coldiretti in prima linea per la difesa del Made in Italy
Il Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione che si è svolto lo scorso novembre a Roma, al quale ho partecipato personalmente, ha ribadito la volontà della Coldiretti di essere in prima linea per promuovere un’azione forte finalizzata non solo a difendere il modello alimentare italiano, ma anche e soprattutto a schivare un attacco all’economia, alla cultura e alla salute stessa del nostro Paese.
Il “cibo in provetta” è stato tra i temi forti del Forum. è necessaria un’alleanza forte di istituzioni, scienziati, economisti e analisti per smontare il castello che si sta costruendo per favorire la diffusione della carne finta, il nuovo business su cui si sono lanciati i big mondiali dell’alta finanzia e dell’industria hi tech.
La “carne sintetica” sostenuta con tanto fervore dal miliardario Bill Gates mette sotto attacco la dieta mediterranea e la nostra agricoltura fatta di qualità, eccellenza, cultura del cibo.
La recente proposta di applicare queste nuove tecnologie ai prodotti alimentari pone delle problematiche sia di natura salutistica sia di carattere etico, temi che devono essere affrontati con urgenza e fermezza.
La carne in provetta, di fatto, ha l’unico risultato di ingrassare i conti delle multinazionali, rovinare il lavoro e il futuro di migliaia di famiglie, svuotare le tasche dei cittadini senza peraltro risolvere né il problema della fame nel mondo né il cambiamento climatico.
La bistecca sintetica non trova motivazioni dal punto di vista ambientale poiché è paradossale ignorare che i veri responsabili della crisi climatica sono il settore dei trasporti e quello energetico, non certo l’allevamento. Non è certo un mistero, inoltre, che dietro ai ripetuti e infondati allarmismi che riguardano la carne rossa ci sia una precisa strategia delle multinazionali e delle grandi lobby interessati a trovare nuove opportunità di guadagno.
La carne sintetica non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore e non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato.
Le bugie della carne in provetta confermano che dietro i ripetuti e infondati allarmismi sulla carne rossa c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. Noi siamo pronti a dare battaglia poiché quello della “carne Frankenstein” è un futuro da cui non ci faremo mangiare.
Senza dimenticare che l’attività di allevamento non ha solo una funzione alimentare ma ha pure una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate.
Ma come Coldiretti siamo costantemente impegnati su tutti i fronti per difendere il Made in Italy e il Made in Trentino.
In prima linea resta la questione dell’indicazione di origine in etichetta. Abbiamo apprezzato l’impegno del ministro Patuanelli e del Governo a dare continuità all’indicazione dell’origine sui prodotti delle principali filiere alimentari, ma ora dobbiamo esportare il nostro modello che fa leva su distintività e trasparenza nell’Unione europea perché anche i consumatori europei devono avere consapevolezza di quello che portano a tavola.
Sul Nutriscore stiamo lavorando per favorire la nascita della consapevolezza sui rischi di un’etichettatura ingannevole.
Dobbiamo combattere l’introduzione di sistemi di etichettatura fuorvianti, discriminatori ed incompleti che finiscono per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.
Le etichette nutrizionali che rischiano di affermarsi nell’Unione Europea sotto la spinta delle multinazionali potrebbero bocciare quasi l’85% della produzione Made in Italy a denominazione di origine Dop/Igp che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare. Per questo motivo come Coldiretti porteremo avanti la nostra battaglia a difesa dei nostri prodotti e contro l’etichetta nutrizionale a semaforo e il Nutriscore sugli alimenti.
In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza contrastando le indicazioni fuorvianti.
“L’Italia, grazie ai primati nella qualità e nella sicurezza alimentare conquistati a livello europeo, ha la responsabilità di svolgere un ruolo di leadership nell’Unione”.