Specie aliene ed invasive: una grave minaccia
E’ curioso osservare come tantissimi di noi abbiano cominciato a sentir parlare di specie aliene solo negli ultimi anni a causa di alcuni insetti come la cimice asiatica o la drosophila suzukii, in grado di creare danni ingenti alle produzioni frutticole. Quando parliamo di specie aliene intendiamo quelle arrivate da altri stati o altri continenti ed in grado di perturbare gli ecosistemi preesistenti. Il fenomeno, pur essendo di vecchia data, ha subito una drastica accelerazione negli ultimi decenni, specie a causa dell’intensificarsi degli scambi antropici internazionali. L’introduzione, in Europa, di diverse migliaia di specie aliene, negli ecosistemi terrestri e marini, è avvenuta sia a causa dell’importazione di piante ornamentali o di animali da compagnia o d’allevamento, sia indirettamente in concomitanza dei frequenti passaggi aerei e navali. Circa il 12 % di tutte queste specie sono dette “invasive” perché, trovando un habitat favorevole, tendono a moltiplicarsi a dismisura soppiantando le specie locali. Queste sono le situazioni che, a livello planetario, preoccupano per gli effetti sull’ambiente, sull’economia o sull’uomo stesso. Per l’ambiente il rischio conclamato e grave è quello di perdere biodiversità. La biodiversità consiste nell’avere una grande ricchezza di specie conviventi nello stesso ambiente ed in equilibrio biologico fra loro. Questa situazione si crea nei secoli ed è una delle condizioni basilari per la sopravvivenza del genere umano. Gravi danni economici possono essere provocati da insetti come cimice asiatica, drosophila, cinipide del castagno e diversi altri oppure come da animali come le nutrie che destabilizzano la sicurezza degli argini dei fiumi. Rischi diretti per l’uomo derivano invece, a titolo di esempio, da insetti come la zanzara tigre o quella giapponese in grado di trasmettere un tipo di encefalite o da piante molto allergeniche. Per provare a dare una dimensione a questa problematica basti dire che, ogni anno, in Europa vengono spesi 20–30 miliardi di Euro per contrastare questi fenomeni legati agli organismi alieni. Inoltre diverse disposizioni internazionali, alle quali si assommano, varie Direttive e Regolamenti Europei hanno come obiettivo il contenimento dei rischi legati alle specie aliene.
Fatto questo doveroso inquadramento su una problematica ormai planetaria e sempre più grave, possiamo concentrarci sul controllo di due insetti alieni che anche nei nostri ambienti sono potenzialmente devastanti per la produzione.
Cimice asiatica
Originaria del sud-est della Cina ha invaso il mondo. Dapprima è arrivata negli Stati Uniti, successivamente in Europa, dal 2012 in Italia e negli ultimi anni anche in Trentino. Dove arriva, in pochissimo tempo è in grado di creare popolazioni numerosissime che invadono sia gli ambienti agricoli che quelli spontanei. Sono insetti che si intrufolano volentieri in luoghi chiusi per cui li possiamo trovare anche in casa, nei periodi invernali, ma anche nei veicoli di ogni genere comprese navi e aerei. Ed è in questo modo che possono arrivare anche in zone molto lontane.
Sono insetti succhiatori di linfa e con le loro punture possono rovinare anche la totalità dei frutti di svariate specie orticole e arboree. Nel solo 2019, in Italia sono stati stimati danni ben oltre i 600 milioni di euro. Il loro contenimento chimico è molto difficile perché sono insetti piuttosto resistenti, che sanno nascondersi bene ma anche molto mobili e quindi possono creare reinfestazioni. Nelle regioni a maggior rischio per il contenimento dei danni alle colture arboree si è puntato sulla protezione con reti antinsetto e qualche trattamento chimico, se necessario. Chiaramente ciò aggrava gli oneri e i costi lavorativi per le aziende. Come per altri insetti esotici, nel medio periodo, l’unica soluzione definitiva è quella del controllo biologico. Va considerato che, nei suoi ambienti d’origine, anche la cimice asiatica come tutte le specie aliene, rientra in un normale equilibrio biologico ed è controllata efficacemente dai sui antagonisti naturali.
Nel caso specifico si tratta della, impropriamente detta, “vespa–samurai” ma che in realtà è un piccolo moscerino le cui larve si nutrono delle uova della cimice. Ecco quindi che, a livello nazionale, si è intrapreso, da 2-3 anni, l’iter burocratico/legislativo per l’importazione dalla Cina di questo insetto utile, dopo aver terminate anche le necessarie verifiche per l’esclusione di rischi ambientali.
Successivamente, ogni Regione, rispettando degli specifici progetti e protocolli nazionali, ha iniziato la complessa attività di riproduzione del parassitoide, in laboratori specializzati, e il successivo rilascio nell’ambiente. Questa attività è iniziata l’anno scorso e continuerà per qualche anno. L’obiettivo è quello di favorire gradualmente un controllo naturale e permanente della cimice asiatica in tempi, si spera, non troppo lunghi.
Drosophila suzukii
E’ ormai presente in Trentino da oltre dieci anni ed è originaria del sud-est asiatico. Si tratta di un piccolo moscerino che ovidepone sui frutti, ormai prossimi alla maturazione, di molte piante selvatiche e coltivate a frutto piccolo ma anche drupacee.
Dall’uova fuoriescono le larvettine che entrano nei frutti e li portano a marcescenza creando danni ingenti alle produzioni.
La sola difesa chimica non è stata in grado di contenere efficacemente il problema oltre che risultare improponibile anche per i residui che rimangono sulla frutta. Quindi bel presto si è alla difesa meccanica coprendo gli impianti con una rete antinsetto a maglia molto fine per impedire l’entrata della drosophila. Questa soluzione, integrata con le altre tecniche, è stata fondamentale. Certamente anche in questo caso i costi e gli oneri per l’agricoltore sono sensibilmente aumentati.
Per il controllo biologico con un suo antagonista specifico, anche in questo caso il percorso intrapreso è quello seguito per la cimice sulla base di progetti nazionali. Per i motivi sopra esposti, l’arrivo, anche nelle nostre zone, di certi insetti alieni sta comportando rischi enormi per gli ecosistemi e le colture agrarie e difenderli potrebbe diventare sempre più difficile. Le strade, già intraprese, per contenere questo pericolo passano necessariamente attraverso un costante monitoraggio del territorio al fine di individuare tempestivamente eventuali nuove specie invasive ed una ricerca efficiente nel proporre soluzioni valide.