Importante riconoscimento
A Sergio Chini ed alle sue api
Vincitore del 1° premio “I GIORNI DEL MIELE” a Lazise con la melata di abete interamente prodotta in Val di Non.
Sergio Chini è un nostro valligiano, pensionato da 5 anni, ma esercita ancora l’attività di idraulico con i due figli Davide e Alessio. “Ho iniziato la mia attività nel lontano 1974 lavorando, da dipendente fino al 1990, poi mi sono messo in proprio” afferma Chini.
Come mai un idraulico si occupa di api?
Nel 1980 ho conosciuto mia moglie Emanuela che di professione è erborista e da lì mi è venuta la passione per le api.
Da dove viene questa passione e perché proprio le api?
A quei tempi si andava a raccogliere le erbe in montagna e lì vedevo questi insetti che giravano di fiore in fiore e mi meravigliavo del lavoro che stavano facendo e così è iniziato tutto.
Cosa diresti a tuo nipotino in tema api?
A mio nipotino direi: “sei tu che d’ora in avanti devi portare avanti questo progetto”. In giro per il mondo le cose stanno andando male, le api continuano a morire per avvelenamenti o per le malattie che si diffondono. La principale è quella del “terribile” Acaro che in breve tempo distrugge una famiglia di api.
Quando parli di api si nota la tua grande passione per l’attività di apicoltore, penso che portare avanti l’attività in parallelo a quella di idraulico comporta un grande sacrificio, perché lo fai?
Lo faccio perché per me è una grande passione. Purtroppo, a livello economico, in questi ultimi 6/7 anni, a causa di tutte le avversità climatiche il reddito è andato sempre calando, ma con la tenacia di uno che da tutto per questa attività si riesce almeno a far quadrare i conti senza andare in perdita.
Ritieni che anche nella popolazione esiste una sensibilità per le api?
Penso di sì, ma purtroppo a livello mondiale gli interessi economici delle grandi potenze vanno oltre la sensibilità delle persone che cercano di proteggere la natura.
Tu hai girato tutto il mondo li come stanno andando le cose?
Purtroppo, in questo momento il mondo è molto malato, il cambiamento climatico ormai la sta facendo da padrone. L’uomo a causa della sua avidità sta distruggendo il pianeta, la foresta Amazzonica che è il polmone del mondo si sta restringendo a dismisura, i ghiacci si stanno sciogliendo e l’uomo di questa situazione ne sta approfittando per estrarre gas naturale, minerali preziosi e quant’altro per arricchirsi. Gli animali stanno scomparendo e le api muoiono sempre di più. Non voglio fare del catastrofismo, ma bisogna agire in fretta, siamo ancora in tempo se siamo tutti uniti.
Hai detto che senza api il mondo muore, spiegaci meglio questo aspetto.
Sappiamo tutti, o quasi, che tutto ciò che mangiamo viene dalla terra e che tutti i fiori delle piante, sia da frutto che da semina, devono essere impollinati soprattutto dalle api. Però, se l’apicoltore professionista non ha più interesse a tenere le api, queste vanno a sparire e con loro anche il pianeta!
Albert Einstein nelle sue teorie disse: “dopo 4 anni che vengono a mancare le api il mondo sparisce!”
Quanti sono gli apicoltori in Val di Non e in Val di Sole?
Per quanto riguarda gli apicoltori in Val di Non e Val di Sole non saprei dire di preciso. Ci sono comunque diverse realtà professionali, ma la stragrande maggioranza lo pratica come hobby. Io con le mie 150 arnie mi ritengo semi-professionista “pensionato”.
Hai avuto di recente un riconoscimento al concorso di Lazise, nella tua intervista a commento del premio, hai affermato che il premio non lo hai vinto tu ma le tue api, questo è un messaggio forte, cosa intendevi dire?
Si è vero quando ho ritirato il mio premio ho dichiarato che il premio lo ritiro io, ma il merito è esclusivamente delle mie api. Ritengo che il “sistema api” sia meraviglioso, hanno un’organizzazione unica, riescono a gestire una notevole mole di lavoro con una eccezionale ripartizione dei compiti. Sono molto dispiaciuto che questi magnifici animali, vivano solamente 40 giorni.
Secondo te cosa può fare l’ente pubblico per sostenere gli apicoltori e le api?
Per sostenere gli apicoltori e le api si dovrebbe intervenire economicamente dando dei sostegni provinciali attingendo a fondi della Comunità Europea.