Roberto Baggio ai Sette Larici

Roberto Baggio ai Sette Larici

Amici e buona cucina

Un bel regalo di fine estate … con un bel gol nella porta della “Baita 7 Larici!” Parliamo di Roberto Baggio, il “divin codino” che ha trascorso una giornata in Predaia con la famiglia nella rinnovata struttura ospite di Alfonso Malfatti. Come titolare della “Trentino Catering” di Mezzolombardo, azienda specializzata nel settore della ristorazione, Malfatti ha fatto della storica “baita” nonesa una sorta di testimonial d’eccellenza dell’ampia gamma di piatti della sua affermata azienda di ristorazione spaziando tra la cucina tradizionale locale fino a quella più classica. Con lui lo chef (già titolare della ‘Baita 7 Larici’) Renato Nardelli, notissimo in valle anche per la sua passione venatoria ed i tipici piatti di cacciagione.

Una visita breve ed intensa quella del campione vicentino protagonista nei mesi scorsi di una vivace disputa tra Veneto e Trentino. Infatti il film biografico sul calciatore è stato girato proprio in Trentino e non nella sua terra d’origine, e questo a molti veneti non è andato giù.

Querelle da cui Baggio si chiama fuori. “A produrre il lungometraggio – ci ha spiegato – è stata la Fabula Pictures, casa di produzione romana che per scelta ed in piena autonomia ha scelto il Trentino per girare le scene dopo aver sondato diverse regioni, tra cui anche il Veneto”.

Il primo ciak era stato l’agosto 2020 e tra gli scenari prescelti non potevano mancare i paesaggi della valle di Non con i loro ampi orizzonti e le verdi praterie.

Il film è uscito a fine maggio 2021 ed è visibile per tutti sulla piattaforma streaming a pagamento Netflix.

Il ristorante ‘Baita Sette Larici’ in particolare si trova ai margini dell’ampia omonima radura verde, un vero paradiso terrestre per bambini e famiglie e con i ragazzi ed i giovani liberi di scorrazzare allegramente dietro ad un pallone.

Erano in tanti, quella domenica di fine estate, quelli che hanno sperato, stavolta invano, su un qualche palleggio dell’ex campione di Fiorentina, Juventus, Milan, Inter, Bologna e Brescia oltre che indimenticabile protagonista con la maglia azzurra di ben tre Mondiali compreso quello Usa 1994, perso ai rigori nella finalissima con il Brasile proprio per un tiro alto di Baggio.

Film a parte, a legare il fuoriclasse vicentino ai Sette Larici è soprattutto l’amicizia ultra ventennale con Alfonso Malfatti con la comune passione per le doppiette e quindi per la buona cucina.

Baggio, con disponibilità e pazienza si è anche prestato a decine di selfie e scatti con tifosi grandi e piccini, a dimostrazione di una popolarità che gli anni lontani dal campo non hanno scalfito minimamente.

Tra i presenti anche Giovanni Coletti, presidente della Fondazione Trentina dell’autismo che lo ha invitato a visitare Casa Sebastiano, a Coredo, un’eccellenza trentina ed italiana per l’autismo e le tante sfaccettature in parte sconosciute che questa complessa patologia determina per tanti ragazzi e le loro famiglie.

Stavolta non c’è stato tempo ma mi ha garantito che tornerà prossimamente a trovarci perché questa idea lo ha molto interessato” – il commento di Coletti.

L’ex campione ha pure accettato una breve intervista con “il Melo”, una chiacchierata senza formalismi.

Subito una premessa, non parlare di calcio o solo di calcio, ma in tempi di ‘mercato’ di calciatori era scontata la domanda su quanto oggi varrebbe Baggio, in termini di zeri su un contratto, in una stagione in cui per i giocatori più acclamati che cambiano casacca girano cifre assolutamente folli?

Non ci sto ad entrare in questo gioco, i miei erano tempi diversi, la nostra vita era complicata ma non come adesso con social e i media che ti stanno addosso in ogni istante. Un mondo capovolto dove le cose si sanno quasi prima che succedano…

Vedo tanto entusiasmo tra i ragazzi attorno a lei, cosa può insegnare oggi ai giovani un campione del pallone?

Fare il calciatore era un sogno anche ai miei tempi come lo è adesso, ma si continuano a vedere solo le luci, non i sacrifici e quello che sta dietro. Per questo è importante parlare con i giovani e io non mi stanco di farlo”.

In valle di Non – spiega – torna sempre volentieri per l’ottimo ambiente e per gli amici che conta numerosi anche qui.

Con Alfonso ci sentiamo spesso, ci conosciamo da decenni”.

Il bel sole e l’entusiasmo hanno fatto scorrere veloce il tempo con la preoccupazione del gran traffico per il rientro. “Uscire dal Trentino in queste domeniche di vacanza è un’impresa più difficile che entrarci” – ha concluso sorridendo prima di salire in macchina e ripartire per Vicenza.

Giacomo Eccher