Finalmente estate!
Con l’addio alle mascherine (almeno all’aperto …) si torna finalmente alla normalità (anche se non del tutto …) e con essa alla fiducia ‘vera’ per il superamento, speriamo definitivo, dell’esperienza terribile della pandemia.
Per il nostro Paese, con il primo via libera da Bruxelles del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) elaborato dal Governo del premier Mario Draghi, si apre una fase nuova e già da un paio di mesi alcuni segnali incoraggianti sull’uscita dalla crisi sono già visibili.
A febbraio, l’Istat ha registrato l’interruzione del calo nel numero degli occupati che proseguiva da mesi, e le campagne di vaccinazione stanno supportando le previsioni di ripresa stimata in rimbalzo nell’ordine del + 4% rispetto al 2020.
Il pacchetto Next Generation Eu, in cui si inseriscono gli interventi del Pnrr, e la logica stessa che l’Europa ha voluto dare al programma, ci costringe a guardare oltre le normali previsioni. Con direttrici di sviluppo che puntano sul digitale per semplificare la vita dei cittadini in settori come la scuola, la sanità e i servizi, e più rispettoso dei diritti delle persone. Con una transizione energetica che può realmente trasformare il modo in cui funzionano le aziende, le nostre città e i luoghi di vita e di lavoro.
E’ solo un primo passo ma significativo soprattutto perché segna l’uscita dalla politica dell’austerità degli ultimi anni, con la messa in campo di risorse che stavolta non vanno tassativamente sprecate nei consueti, purtroppo per noi, rivoli del sottogoverno e dell’assistenzialismo improduttivo e/o delle cattedrali nel deserto spesso destinate a rimanere incompiute.
Una bella cosa di questi giorni è che finalmente non si sente parlare più solo di virologi, mascherine e di vaccini ma anche di futuro, di cose da fare, di riforme ‘serie’. Parole per ora, perché tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare!
Però questa per l’Italia appare essere davvero l’ultima chiamata verso una modernizzazione che spiani la via ad un futuro migliore per qualità di servizi e di opportunità di crescita e di lavoro. Ciò vale in modo particolare per i giovani che oggi sono costretti a infiniti apprendistati e a lavori sottopagati prima di poter avere certezze e poter pensare seriamente a creare una famiglia propria.
Siamo a un punto di svolta nel percorso di crescita del Paese e nelle dinamiche del mercato del lavoro con le quali ci siamo confrontati negli ultimi 30 anni. Una volta tanto anche noi italiani viviamo un’esperienza comune a quella di altri Paesi europei che come noi stanno cercando nuovi valori e significati in questa ripresa. Le 4 transizioni – digitale, energetica, demografica ed educativa – sono prima di tutto elementi culturali e costitutivi di una nuova realtà sociale. Una sfida comune su cui possono e devono convergere gli interessi di cittadini, Stati e imprese. Digitalizzazione ed infrastrutture di cui anche “il MELO” si occupa mensilmente per dare una mano, per quanto possibile, a questa svolta. Svolta che per avere un seguito non può prescindere dalle radici culturali, storiche e sociali che hanno consentito alle valli ed al Trentino di raggiungere gli attuali livelli di efficienza e di qualità del vivere che non sono infinite. Su questa strada il nostro mensile intende continuare dando voce ai lettori e proponendo – come nel caso della viabilità che stiamo seguendo da tempo – proposte ed idee che ben si legano al tema della sostenibilità ambientale anche in tema di mobilità, che dello sviluppo è un pilastro imprescindibile.