Un masterplan per viabilità e sviluppo
La richiesta ai sindaci del Comitato per la viabilità e lo sviluppo in Alta valle di Non e Predaia
Lo sviluppo ed il futuro dei territori dell’Alta Val di Non e della Predaia non può prescindere dalla permanenza delle imprese ne tanto meno dalla vivibilità e dal rispetto della salute e dell’ambiente. E tutto ciò può essere garantito solo potendo contare su di una rete di viabilità adeguata alle moderne esigenze di cittadini ed impresa, sicurezza in primis.
Questi concetti sono stati pienamente condivisi dai Sindaci dell’Alta Val di Non e di Predaia e dagli operatori economici che hanno dato vita al Comitato per la viabilità e la vivibilità dell’Alta Val di Non e della Predaia.
Il Comitato presieduto da Marino Fanti e composto, giova ricordarlo, da imprenditori che operano sui settori dell’industria, dell’artigianato, della frutticoltura e della zootecnia e che rappresentano tutto il territorio, si è presentato ufficialmente agli amministratori nel corso di un dibattito che si è svolto in un clima di grande collaborazione.
La presenza di tutti i Sindaci e di tutti i promotori già è segnale di una volontà di procedere insieme, ciascuno nel proprio ruolo, in un percorso che punta al tema della viabilità come strumento essenziale per garantire futuro alle comunità.
Non è un caso che il Comitato abbia inserito il termine “vivibilità” nel suo atto costitutivo; l’obiettivo, infatti è quello costruire un modello di “società di montagna” dove artigianato, agricoltura e famiglie vivono il territorio in un contesto di coesione che è fattore primario di crescita e unica prospettiva di vitalità per il futuro.
All’incontro presenti i primi cittadini Daniele Graziadei (Borgo d’Anaunia), Giuliana Cova (Predaia), Luca Fattor (Romeno), Luca Zini (Cavareno), Martin Slaifer Ziller (Sanzeno), Marco Battisti (Ronzone), Carlo Polastri (Dambel), Giuliano Marches (Amblar Don) e Manuela Abram (Sarnonico) e nei loro interventi hanno condiviso le istanze del Comitato a partire dalla necessità di porre mano ad uno studio generale che analizzi i nodi problematici della viabilità attuale individuando una soluzione definitiva.
Una sorta di “master plan” di zona che definisca un percorso ideale e ponga delle priorità di intervento; nodo principale, prioritario ed essenziale, condiviso da tutti, resta quello di Dermulo, porta dell’Alta Valle, ma anche di gran parte della Val di Non e della Val di Sole.
Un piano – è stato detto – che individui poi soluzioni che consentano di risolvere i punti critici del tratto della SS 43 Dir Dermulo – Fondo, rappresentati dalla tortuosità del tracciato e dal gravoso problema dell’attraversamento di diversi centri abitati reso sempre meno sostenibile dall’aumento consistente di traffico pesante.
Per il nodo Dermulo, il presidente Marino Fanti, il Vice Presidente Luigi Sartori e via via tutti i presenti hanno condiviso con il Sindaco di Predaia la necessità di superare il progetto esistente che già da diverse parti è stato oggetto di riserve per la sua funzionalità e di puntare su una soluzione nuova, più funzionale anche al disegno complessivo. In questo senso, e questo è aspetto certamente di grande valore perché rappresenta una ritrovata unità di intenti fra Amministratori ed Imprenditori che apre nuove positive prospettive per il futuro, dall’incontro è emersa chiara la volontà di formalizzare da subito un accordo che consenta di procedere ad un incarico per la stesura del piano.
Piano che si base su tre elementi essenziali: la percorribilità e funzionalità alle moderne esigenze; la vivibilità e la sicurezza dei centri abitati oggi interessati da un traffico, anche pesante, insostenibile (indicativa in questo la rilevazione operata dal comune di Cavareno e riportata dal sindaco Luca Zini, che, attraverso le telecamere di sicurezza, nella giornata del 2 aprile scorso ha contato il transito di circa 3500 veicoli) ed infine la massima attenzione all’ambiente ed al paesaggio, oltre che al contenuto consumo di suolo agricolo e boschivo; i prati ed i boschi sono elementi caratteristici del territorio ed è quindi essenziale operare nell’ottica della maggior tutela possibile.
Le moderne tecnologie possono offrire soluzioni capaci di tener conto di questi tre aspetti ma è necessario puntare ad un progetto ambizioso. Contiamo sulla sensibilità del Governo Provinciale verso le istanze che un territorio, nelle sue espressioni più importanti, pone per il futuro delle proprie Comunità.