La transizione ecologica

La transizione ecologica

Le Valli del Noce sono pronte?

In questi ultimi anni si scrive sempre più spesso della ferrovia Trento – Malè – Mezzana come trasporto pubblico ideale per ridurre il traffico e l’inquinamento nelle Valli del Noce.

Perché sta destando tanto interesse nell’opinione pubblica?

Chi si serve quotidianamente del servizio la vede lenta, con orari poco adatti alle loro esigenze, chi, invece, la vede come mezzo di trasporto con finalità turistiche, quindi la vorrebbe ancora più lenta per godere al meglio certi panorami, unici nel suo genere.

I dibattiti, sorti in questi anni sulla funzione mista offerta da questo tipo di trasporto, fanno emergere una visione difficilmente conciliante.

Richiamo volentieri un saggio stampato nel novembre 2014, a firma dell’amico Mario Forni, dal titolo: “I primi cinquant’anni della NUOVA FERROVIA TRENTO-MALE”, dove, nel capitolo “Prospettive future” al quartultimo capoverso, invita la Società (oggi Trentino Trasporti) e gli organi politici competenti a concludere le opere incompiute, ma, soprattutto, a ridurre i tempi di percorrenza per far comprendere quanto sia necessario, dopo più di sessant’anni, rivedere un progetto non più al passo con i tempi.

Come?

Velocizzando con opportune rettifiche la linea ferroviaria attuale. I tempi sono cambiati! Chi quotidianamente fruisce del trasporto ferroviario per recarsi al lavoro o per andare a scuola o all’università guarda solo l’orologio. Ben pochi si siedono a fianco del finestrino per ammirare un panorama arcinoto e magari sfilato in ore buie! Per non parlare di coloro che cercano di recuperare qualche minuto di sonno perso nelle ore precedenti per varie ragioni!

Diventa veramente difficile far conciliare le due correnti di pensiero: viaggio per lavoro/ studio o romantico viaggio per turismo?

La ferrovia così com’è soddisfa più i turisti che non i fruitori quotidiani. La domanda che pongo ai lettori de “il  MELO” è questa: “La ferrovia Trento – Malè – Mezzana è al passo con i tempi?” è un quesito serio, provate a cimentarvi!

In un recente articolo apparso sul quotidiano l’Adige (11/02/2021), a firma di Paolo Forno, appare evidente che l’attuale ferrovia necessita di ulteriori ammodernamenti strutturali. L’attuale tracciato, iniziato nel 1953 e ultimato nel 1964 con una pomposa inaugurazione il 14 dicembre di quell’anno, non può supportare e sopportare le esigenze odierne dei suoi fruitori. Concordo con l’articolista che necessitano ulteriori, urgenti investimenti per ridurre i tempi di percorrenza. I famosi P.L. (passaggi a livello) sono delle vere “spine nel fianco” in una linea ferroviaria e vanno effettuati degli investimenti sistematici per ridurre i rischi non solo degli utenti della strada, ma anche il rischio di incidenti ferroviari.

Studi recenti, effettuati da organi competenti, sulle emissioni di CO2 su veicoli in sosta ai PL per alcuni minuti, narrano che un motore diesel inquina meno di un motore a benzina, anche se la differenza è minima. Esempio un motore a benzina di 1.000 cc di cilindrata e un diesel 1.600 nel primo caso le emissioni di CO2 sono pari a 133 gr/km, nel secondo 122 gr/km. Le auto a benzina, quindi, sembra che inquinino di più rispetto a quelle diesel. Ma non è così, perché se prendiamo in considerazione i fumi tossici, quindi nocivi, per l’uomo, come il particolato PM10, che entra direttamente nel corpo umano attraverso le vie respiratorie, causando a lungo termine problemi ai polmoni, questo viene emesso prevalentemente dai motori diesel, soprattutto se datati (Euro 1/2/3/4/5).

Questa breve e semplice analisi evidenzia quanta massa d’aria inquinata si produce giornalmente in prossimità dei PL ferroviari. Ovviamente ci sono dei PL molto trafficati, soprattutto in prossimità delle zone produttive o dei centri abitati, altri, invece, che insistono su strade interpoderali sono legati alle attività agricole stagionali.  Mi consta che alla fine del 2021 esistono ancora 51 PL sulla linea ferroviaria Trento-Malè protetti da segnali, più 4 privati (lucchettati).

Mi preme evidenziare che, se prendiamo in considerazione tutti i motori dei mezzi fermi ai PL per qualche minuto ad ogni transito del treno, la quantità di aria inquinata assume un valore esponenziale che ci porta a riflettere. Per questa ragione dobbiamo creare un movimento d’opinione che induca gli Amministratori locali, i Politici ed i Vertici del Trasporto Pubblico a programmare un sistema di mobilità più eco-compatibile e contemporaneamente più rapido. La tratta, ad esempio, fra Mezzolombardo e Mollaro potrebbe essere ammodernata cambiando tracciato, creando un segmento di ferrovia a doppio binario in sponda sinistra Noce, quasi tutta in galleria, con una fermata/stazione in prossimità dello storico Castel Thun. Liberare, così, i due centri abitati dai PL che insistono all’interno dell’area urbana. Anche la stazione di Dermulo andrebbe costruita ipogea, eliminando alcuni PL a monte e a valle dell’abitato. L’attuale sedime ferroviario potrebbe servire l’Alta Anaunia come parcheggio per chi fruisce del treno per andare nelle varie direzioni. Potrebbe essere, questa, l’occasione per risolvere il nodo stradale di Dermulo!

Se si considera che un ammodernamento di questa portata ridurrebbe i tempi di percorrenza di almeno 30 minuti per ogni corsa, lascio a voi calcolare quanto tempo verrebbe recuperato in tutti i sensi.  Per non parlare del disinquinamento ambientale! Quanti milioni di m3 di CO2 verrebbero sottratti a questa preziosa e salubre “Aria Trentina”? Anche l’esimio antropologo Annibale Salsa (Trentino d’adozione) sollecita i Politici ad adeguare le linee ferroviarie ai tempi moderni per aumentarne l’utilizzo. L’anno 2021 è considerato dalla UE “‘ANNO EUROPEO DELLE FERROVIE”, quindi, anche preziose risorse economiche vengono destinate a queste strutture. Forse varrebbe la pena di cogliere queste opportunità!

Stiamo vivendo un’epoca di “TRANSIZIONE ECOLOGICA” troppo importante, anzi, determinante per salvare almeno una parte dell’ambiente che ci circonda. Non abbandoniamoci al “benaltrismo”, cioè alla priorità di realizzare qualche cosa d’altro, perché non prioritario. La lungimirante opera della ferrovia Trento – Malè ha segnato la storia delle Valli del Noce e della Piana Rotaliana. Costruita in anni in cui l’economia soffriva molto più di ora, sembra, adesso, che si sia spento quell’entusiasmo che aveva animato i tenaci promotori di un tempo.

Sono riflessioni che rivolgo, soprattutto, alle future generazioni. Fatele vostre, sostenetele, condividetele per creare un mondo più dinamico sì, ma, contemporaneamente, più pulito. Sarebbe un segnale di “TRANSIZIONE ECOLOGICA” molto forte. Solo la passione per questa storica opera mi anima e mi stimola a sostenerla e a immaginarla in chiave moderna. Spero di aver suscitato interesse e curiosità con l’argomento proposto, ringraziando “il MELO” per l’ospitalità e per l’attenzione rivolta.

Claudio Chini