La casa intelligente 4
La sicurezza domestica
In questa quarta puntata dedicata alla casa intelligente affronterò un tema piuttosto delicato: parlerò dei dispositivi per la sicurezza domestica. Se non si intende spendere cifre importanti per l’installazione di sofisticati e costosi impianti antintrusione, sappiate che esistono soluzioni fai da te che garantiscono un discreto livello di sicurezza, a patto di osservare determinate regole ed accorgimenti che, se ignorati, potrebbero ottenere l’effetto contrario, ossia mettere a repentaglio la sicurezza anziché migliorarla. In queste righe vi parlerò pertanto di serrature, telecamere, sensori perimetrali e volumetrici da installare nelle nostre abitazioni.
Ribadisco un concetto, già espresso nel capoverso precedente, se non siete sicuri e non avete alcuna voglia di dedicare un po’ del vostro tempo per capire, vi consiglio di chiudere qui ed affidarvi ad un professionista che vi garantirà un lavoro a regola d’arte. Se invece avete la passione del “fai da te”, qualche attrezzo in casa, non solo il coltello e la forchetta per consumare i pasti, allora potete continuare la lettura.Vi rivelerò alcuni accorgimenti che non sono solo frutto della mia passione per tutto ciò che brilla di lucette colorate, ma di maldestre installazioni di dispositivi con cui non avevo preso la giusta confidenza. A tal proposito, un episodio che oltre ad insegnarmi molto, mi ha fatto capire che prima di esaltarsi e partire in picchiata a provare il nuovo stupefacente dispositivo domotico, dobbiamo fare la giusta valutazione costi/benefici.
Ecco ciò che mi è successo la scorsa estate.
Usciti dal tunnel della prima ondata pandemica, all’aprirsi della bella stagione, “gironzolando noiosamente su internet” ecco imbattermi in un nuovissimo dispositivo per comandare il portone del garage di casa. In poco più di un minuto il “gioiellino” era già nel carrello (costo circa 15 euro), il giorno successivo a domicilio.
Detto, fatto: installazione fisica sul portone del garage, scaricamento della relativa app per telefonino, accoppiamento dello stesso dispositivo sul cloud ed il gioco è fatto. Con mano tremante per l’emozione, preso il telefonino provo a pigiare il tasto apri portone e, miracolosamente, vedo aprirsi il basculante. Tutto ok, penso, semplicissimo e sicuro, pigio poi il tasto “chiudi portone” e vedo questo scendere obbediente. Preso da “estasi domotica” penso: perché perdere tempo a togliere il telefonino di tasca e premere i tasti di apertura e chiusura? Basta accoppiare il dispositivo al comando vocale di Alexa ed ecco che al semplice comando vocale “Alexa apri il portone” o “Alexa chiudi il portone” ottengo in maniera più immediata il mio scopo. Non stavo più nella pelle per il mio successo, tanto che vedendo un mio amico aggirarsi, sornione, nei pressi di casa, lo chiamo e lo metto al corrente della mia “scoperta rivoluzionaria”. Questi prima mi guarda perplesso, poi con aria divertita, mi dice: “interessante, molto bello e comodo. Ora mi offri un caffè?”. “Certo” rispondo e mi accomodo insieme al mio caro amico pienamente soddisfatto.
La giornata primaverile, calda e soleggiata mi suggerisce di dormire con le finestre aperte. Dopo una nottata di sonno profondo, mi sveglio soddisfatto con l’ansia di abbattere nuove frontiere della domotica. Metto le ciabatte ed in pigiama mi avvio in cucina. Sull’uscio, sento la voce del mio amico proferire: “Mi offri un caffè?”. Prima, stropiccio, poi sgrano gli occhi e: “Ma…ma cosa ci fai qui? Come sei entrato?”, lui candidamente: “era caldo non riuscivo a dormire, mi sono alzato per fare due passi e, sotto casa tua, ho visto le finestre aperte, ma sì dico, non lo disturbo, dormiglione com’è sarà ancora nel mondo dei sogni. Mi azzardo: Alexa apri il portone. Obbediente come la caverna di Alì Babà ho visto l’antro aprirsi al mio comando. Silenzioso sono salito, ho guardato un film in TV a volume basso per non disturbarti, ed ora sono qui ad augurarti il buon giorno e bere un caffè in compagnia”.
Colpito, affondato! La mia smania domotica non aveva fatto conto che i miei simili sono dotati, al par mio, di corde vocali, ed al par mio, in grado di proferire gli ordini ad Alexa e se quest’ultima è posizionata in un locale con finestre aperte o, peggio ancora, nel giardino di casa, obbediente esegue gli ordini da chicchessia. Lezione capita, anche se altri errori, meno grossolani, si sono susseguiti.
Ed ecco il perché scrivo queste righe su “il Melo” un periodico che, tra l’altro, si impegna a fornire suggerimenti pratici ed utili ai suoi lettori. Non vi parlerò di come installare, ed effettuare il pairing dei dispositivi. Di questo ho già detto nei precedenti articoli dedicati alla domotica, bensì di alcuni accorgimenti ed errori da evitare. Cominciamo dall’installazione: serrature, telecamere ed altri dispositivi per la sicurezza possono essere collegati tramite rete wifi o tramite cavo. Se avete la possibilità scegliete la soluzione cablata è più sicura. Professionisti dell’intrusione in casa potrebbero dotarsi di dispositivi per il disturbo della rete wifi e rendere inoffensivi i vostri dispositivi. E’ anche vero, però, che certi dispositivi sofisticati sono appannaggio di esperti del crimine che non sono così facili da incontrare. Cablati o meno che siano, quando li accoppiate ad un dispositivo vocale (Google home, Alexa, Siri, ecc.) tenete conto che non sempre ve la caverete con un caffè, come nel mio caso. Potreste trovarvi la casa a soqquadro con l’unica soddisfazione che la porta di ingresso non è stata forzata, visto che voi stessi avete fornito la chiave al vostro ospite indesiderato. Se proprio non potete fare a meno di utilizzare i comandi vocali per aprire o chiudere porte, aggiungete un nuovo livello di sicurezza al vostro impianto in modo da togliere alimentazione al dispositivo che comanda il portone o la serratura quando siete fuori casa o desiderate proteggervi da visite indesiderate mentre dormite.
Comodissimo è spegnere tutte le luci di casa con il comando “spegni tutto”. Se non siete esperti di gruppi, scene e routine sappiate che esiste anche il comando contrario “accendi tutto”. Se, poi avete, come nel mio caso, l’amico sornione di turno, potreste trovarvi nel cuore della notte, in fase REM, con le luci accese e le TV a tutto volume.
Telecamere: se installate telecamere interne e le collegate al Cloud; cosa obbligata se volete vedere attraverso lo smartphone se la vostra torta è lievitata nel forno, mentre siete al lavoro. Se fate questo, dicevo, ricordatevi che quando girate in mutande per casa a telecamere accese, qualche cinesino, sornione pure lui come il vostro e mio amico, potrebbe divertirsi a riversare tutte le vostre “grazie” in rete senza il vostro esplicito consenso e, soprattutto i compensi milionari di qualche soubrette dello spettacolo. Anche in questo caso, se vi servono le telecamere dentro il “nido” fate in modo di staccare l’alimentazione (manualmente o con un secondo livello domotico) quando vi aggirate nella vostra privacy.
Ora vi saluto, spengo tutto, sicuro che dopo tanti errori, posso dormire tra due guanciali!
Buona notte domotica!