The smart meal (il pasto…)

The smart meal (il pasto…)

Eh si! Se siete sopravvissuti al precedente articolo (installazione fai da te di un dispositivo domotico) ora cominciamo a fare sul serio.

Questa volta parleremo di smart meal; non preoccupatevi, se avete letto attentamente i precedenti “pezzi” avrete capito che quando utilizziamo il termine inglese “smart” parliamo di “qualcosa” di “intelligente”.

Abbiamo visto il telefono (smart phone), l’interruttore (smart switch), il dispositivo (smart device), oggi parleremo dello “smart meal” (pasto intelligente).

Per evitare fraintendimenti, chiarisco fin da subito che non parleremo di alimentazione, calorie, dieta equilibrata. ecc.

No, niente di tutto questo, parleremo invece di come utilizzare strumenti che ci aiutano a preparare i pasti rendendoci il lavoro meno gravoso. Per venire al sodo: parleremo di elettrodomestici intelligenti; scusate, volevo dire “smart appliances”.

L’idea non è stata mia bensì del nostro caro direttore de “il Melo”.

Incrociato all’ora di pranzo in passeggiata, pressati entrambi dal richiamo del mezzodì, mi suggerisce: anziché parlare di cloud, interruttori, lampadine, ecc. perché non affrontare un tema più “domestico” sulle decine di elettromestici che molti di noi hanno già casa?

Si, l’idea mi attira!” – ho risposto prontamente, desideroso di correre a casa e sedermi a tavola davanti ad un fumante piatto di spaghetti. Ed eccoci qua ad affrontare questo argomento.

Gli elettrodomestici intelligenti in una casa sono ormai numerosi e sono destinati a moltiplicarsi nei prossimi anni, come, o forse più, di come si sono diffusi i telefonini.

Ricordo, con un po’ di nostalgia, quando frequentavo la scuola ed insieme alla merendina, nella cartella non mancava mai un gettone telefonico, per avvisare casa di eventuali ritardi. A distanza di pochi decenni la cosa ci pare del tutto irreale.

Tra qualche anno (non molti) sembrerà anacronistico pensare di arrivare dal lavoro, stanchi e trafelati, riempire la pentola di acqua, accendere i fornelli, buttare la pasta, preparare il condimento, attendere pazientemente e sedersi a mangiare.

Nel 2025, rientrando dal lavoro, in macchina, ci basterà dire: “Alexa, accendi il riscaldamento a 20 gradi” a seguire: “Alexa, chiedi al robottino di pulire la cucina”, “Alexa, alle 12.30 accendimi la luce delle scale”, “Alexa, apri le imposte della sala da pranzo”, “Alexa, alle 12.10 prepara gli spaghetti alla carbonara”, “Alexa, sono stanchissimo alle 12.30 metti musica rilassante in sala da pranzo ed abbassa la poltrona relax”.

Se qualcuno pensa stia farneticando, si sbaglia. Se non ci fosse il covid inviterei tutti voi, miei quattro lettori, a casa per capire che siamo pochissimo lontani!

Ma cosa differenzia sostanzialmente un elettrodomestico da un altro smart device? La risposta è scontata: nulla.

Per farvi capire come funzionano dovrò deludere il mio direttore de “il Melo” e dovrò parlare ancora di router, wifi e del fatidico cloud!

Un notissimo robot intelligente, desiderato da tutte le massaie e, per par condicio, da tutti i massai ha raggiunto nelle ultime versioni dei livelli di automazione che hanno dell’incredibile.

Navigando in internet” alla ricerca di dispositivi per la cucina intelligente si trovano veramente tantissimi prodotti, molti dei quali non ancora commercializzati in Italia. Ho visto pentole a pressione con tanto di display ad indicare le caratteristiche della cottura. Ho visto un forno con un sensore di temperatura in grado di misurare la temperatura di torte ed altri impasti in cottura in più posizioni per modulare la temperatura ed ottenere una cottura perfetta ed omogenea. Ho visto e sto conoscendo di persona (è sempre tra i piedi) un robottino aspira-lavapavimenti che ha decine di funzioni ed obbedisce come uno “scolaretto” ad Alexa.

Al il mio ordine: “Alexa, chiedi a robottino di pulire il bagno”, se Alexa è di buon umore risponde “ok” ed un secondo dopo senti robottino rispondere con vocina sottomessa: “vado a pulire il bagno”.

I guai cominciano quando Alexa ha le “valvole girate” in questo caso la risposta è lapidaria: dopo un bip beffardo: “Mi dispiace, non riesco a connettermi ad internet”. Niente paura c’è sempre l’elettrodomestico di riserva: aperto il ripostiglio, preso secchio dell’acqua e mocio, mi accingo a svolgere il “lavoro ingrato” imprecando “Alexa, sei insopportabile”, in risposta: Biiiip, “Mi dispiace, non riesco a connettermi ad internet!”.

Questa lunga premessa per dirvi che quando vi accingete ad acquistare un elettrodomestico di ultima generazione, con l’intento di utilizzare tutte o quasi le sue funzionalità, dovete fare bene i conti con alcuni concetti di domotica. Se invece pensate di acquistarlo e farlo funzionare pigiando semplicemente i tasti forse è meglio orientarsi su modelli meno sofisticati. è come decidere di acquistare una Ferrari, perché vi piace il colore della carrozzeria ed utilizzarla da ferma in giardino per rilassarvi dopo mangiato. Può andare certamente bene, ma una sdraio “rossa” con il cavallino stampato potrebbe fare la stesso servizio ad un costo decisamente inferiore.

Quando si toglie l’elettrodomestico smart dall’imballo, per prima cosa, si deve cercare il libretto delle istruzioni, dopo il montaggio, collegarlo alla rete elettrica, fin qui nulla di impossibile. Il bello viene quando si accende l’interruttore e ci si accinge a fare il pairing (accoppiamento), a questo punto il dispositivo stesso od il libretto delle istruzioni ci dice di prendere il telefonino e procedere in questo modo:

  1. Scaricare l’App dalla store del telefono;
  2. Avviare l’app;
  3. Registrarsi. Questo vuol dire aprire un account in un cloud. Attenzione che qui ci possono essere delle cattive sorprese, se non vi siete informati bene dal venditore. I Cloud di solito sono gratuiti per le funzioni di base. Per i servizi più pubblicizzati spesso sono a pagamento. Alcuni robot da cucina offrono il ricettario on-line integrato 6 mesi gratis, poi scatta il canone annuale.
  4. Una volta entrati nel cloud attraverso l’applicazione dovrete comunicare che volete fare entrare in comunità il vs. nuovo gioiellino. Normalmente vi si chiede di premere per qualche secondo un qualche tasto e di attendere fintanto che una spia non lampeggia. A questo punto sul telefono mettete l’applicazione in modalità di accoppiamento (un tasto + o la scritta aggiungi dispositivo).

A seguire dovrete scegliere la rete wifi del vs. router (SSID), trovata la rete la chiave di rete (WPA2). Se non avete la più pallida idea di cosa sia, girate il router, antenne all’aria, e leggetelo sotto alla voce WPA o WPA2. Se non avete già perso la pazienza, riportate, il codice di solito “astruso” sull’applicazione e andate avanti. Se tutto è corretto dopo una musichetta accogliente vi troverete finalmente nel cloud insieme al vostro ultimo gioiellino tanto desiderato.

Non dimenticate la soluzione di riserva per quando il dispositivo ha le “valvole girate” o il tecnico telefonico vi comunica che il router si è fulminato con l’ultimo temporale.

Mocio, secchio, pentolone, scolapaste non devono mai mancare in una casa domotica!

Claudio Travaglia