Governo tecnico o politico?

Governo tecnico o politico?

Basta che sia dei fatti, siamo stufi di parole!

Dopo un mese perso per cercare di mettere insieme i cocci della vecchia maggioranza di governo, l’intervento del Capo dello Stato Sergio Mattarella con il mandato a Mario Draghi apre ad una nuova fase. La speranza di tutti è che si passi dalle parole a fatti concreti, da proclami a soluzioni, da continue liti politiche a strategie di medio termine per il nostro Paese. Ci si aspettano soluzioni che in questa fase sono urgenti e doverose, per far ripartire un paese provato dalla crisi.

I numeri sono impressionanti e preoccupano tutti:

  • Il debito pubblico ha raggiunto la cifra record di euro 2.563,3 miliardi. È aumentato nel 2020 per ben 159,4 miliardi, quota interamente acquistata dalla BCE (tramite la Banca d’Italia) nell’ambito del Patto Pandemico Europeo. In sostanza, ogni cittadino italiano ha un debito pubblico pari a 43.078 euro. In media quindi, ogni famiglia ha 98.091 euro di debito pubblico. Al 31.12.20 la quota di debito pubblico detenuta dalla Banca d’Italia era pari al 21% del totale, cioè 538,29 miliardi.
  • Il prodotto interno lordo nel 2020, rispetto al 2019, è calato del 8,9%.
  • Il rapporto debito/PIL ha superato il 160%. Questo per un aumento del debito in valori assoluti e per un calo del PIL. A titolo informativo ricordiamo che nel 2011 con un pari livello di debito rispetto al PIL, la Grecia fallì. L’Italia non è la stessa cosa perché le famiglie detengono un patrimonio di circa 10.000 miliardi, ma quelle indicate sono certamente percentuali che non possono lasciare tranquilli.

Una situazione che è stata aggravata dalla crisi provocata dalla pandemia, ma è figlia di problemi che ci stiamo portando avanti da decenni senza mai aver trovato vere soluzioni e nemmeno un’inversione di tendenza. 

Il nostro è quindi un problema strutturale che si risolve solo con un radicale cambiamento delle regole, del sistema organizzativo pubblico e di quello fiscale. Abbiamo per anni fatto debito pubblico “cattivo”, disincentivato l’iniziativa privata con una miriade di leggi e vincoli, bloccato lo sviluppo del settore finanziario che non ha mai stretto un vero matrimonio con l’economia reale, ed inoltre sperperato risorse in opere pubbliche mai completate.

Quello che ci rammarica è che il “il vizio italiano” è tuttora in essere, perfino gli approvvigionamenti di materiale per la lotta al virus sembra, dalle inchieste giudiziarie in atto, siano stato oggetto di illeciti.

Si è anche discusso sulla migliore formula di governo: tecnico o politico? Penso che noi abbiamo necessità di un vero cambiamento e di un governo che parli meno e si concentri sui fatti e sulle soluzioni, pertanto la forma è secondaria rispetto alla sostanza.

Non ci rimane che attendere i primi passi del nuovo Governo Draghi ed il comportamento delle forze politiche che lo sostengono.

Paolo Leonardi