Ipertensione arteriosa
In questo momento di grandissimo sovraccarico dei sevizi sanitari a causa del nuovo Coronavirus con i conseguenti problemi socio economici che ne derivano, sembrerebbe riduttivo e marginale parlare di pressione alta.
Quando si analizzarono però i dati emersi alla fine della prima ondata della pandemia in corso (European Heart Journal giugno 2020) si vide che i soggetti ipertesi avevano un rischio doppio di morire di Covid-19 rispetto ai soggetti contagiati che non soffrivano di ipertensione; si vide inoltre che gli ipertesi che non assumevano terapia presentavano un rischio ancora maggiore di morire per Covid-19.
Pare quindi più che mai opportuno parlare di pressione alta e di cosa si può fare per prevenirla ed eventualmente curarla.
Una persona è considerata ipertesa se presenta una pressione superiore a 140mmHg per la pressione sistolica (massima) e/o a 90mmHg per la pressione diastolica (minima) in più misurazioni successive.
Il più delle volte la pressione arteriosa elevata non causa disturbi (sintomi) evidenti e, per questo motivo, molte persone non sanno di essere ipertese.
In rari casi ci può essere mal di testa, visione offuscata o doppia, affanno, vertigini. Si annovera fra i sintomi l’epistassi, ma essendo prevalentemente un sanguinamento nasale venoso è improbabile che sia correlato all’ipertensione.
Essendo la pressione quasi sempre senza sintomi, l’unica maniera per diagnosticarla è quella di misurarla: dal proprio medico, in farmacia, nelle periodiche visite sul lavoro o a casa disponendo di un apparecchio idoneo con bracciale adeguato alla propria taglia.
Gli individui con più di 40 anni dovrebbero misurare la pressione arteriosa almeno una volta ogni 3-5 anni; le persone considerate a rischio per il riscontro di valori elevati in più occasioni oppure perché hanno più familiari affetti da ipertensione, dovrebbero controllarla almeno una volta all’anno.
Perché l’ipertensione è pericolosa?
Più alta è la pressione arteriosa, maggiore è il rischio di danni al cuore o ai vasi sanguigni in organi fondamentali come il cervello e i reni. L’ipertensione può portare all’infarto, all’aumento di volume del cuore e conseguente insufficienza cardiaca. Nei vasi sanguigni possono formarsi dilatazioni (aneurismi) e punti deboli che aumentano la probabilità di occlusioni e rotture dei vasi stessi. La pressione troppo alta nei vasi arteriosi può causare emorragia cerebrale e ictus; si ricorda che, con il diabete, è la causa principale di insufficienza renale (dialisi); può infine provocare malattie della retina(cecità) e disturbi della memoria.
Gli individui con una forma di ipertensione lieve hanno una probabilità limitata di andare incontro a complicazioni gravi, soprattutto se la pressione alta è l’unico fattore di rischio; la probabilità è più alta per chi abbia una ipertensione grave e presenti altri fattori di rischio (ad esempio, il diabete, l’abitudine al fumo, il colesterolo elevato).
Ma perchè alcuni individui sono ipertesi e altri no?
Diciamo che nel 95% dei casi non esiste una causa precisa, identificabile e curabile (ipertensione essenziale o primaria). Spesso è chiamata in causa la familiarità intesa sia come vera e propria ereditarietà genetica sia come trasmissione di cattive abitudini (consumare pasti abbondanti, con cibi salati, non fare attività fisica).
Solo nel 5% dei casi si può trovare una causa precisa della pressione alta (ipertensione secondaria), causa che se trovata e curata può portare alla normalizzazione persistente della pressione. Sono causa di ipertensione secondaria alcune malattie dei reni o dei surreni (con alterata produzione ormonale), l’uso ed abuso di alcune sostanze come la liquirizia, alcuni spray nasali, il cortisone, la pillola anticoncezionale, la cocaina e le amfetamine. L’ipertensione secondaria spesso interessa soggetti giovani, con valori di pressione decisamente alta e difficilmente curabile.
Cosa fare per prevenire la pressione alta?
Alla nascita i valori di pressione arteriosa sono ottimali, dovrebbe essere responsibilità di ognuno conservarli tali nel corso della vita anche seguendo semplici indicazioni adatte a tutte le età:
- alimentazione: mangiare frutta e verdura: cinque porzioni al giorno che corrispondono a più di 200 gr di verdura e 500 gr. di frutta;
- limitare il sale da cucina a 5-6 grammi/al giorno (1 cucchiaino da te); leggere le etichette dei cibi acquistati in modo di rendersi conto della composizione e in particolare del contenuto di sale; evitare i cibi già preparati; non mettere il sale a tavola;
- consumare alimenti con pochi grassi di origine animale (grassi saturi) e colesterolo, poca carne, pochi formaggi e pochi insaccati;
- mangiare con più frequenza il pesce;
- consumare alimenti con alto contenuto di fibre (riso, pane e pasta integrali, verdura e frutta, legumi);
- limitare il consumo di alcool;
- non fumare, il fumo non causa direttamente aumento della pressione ma causa “indurimento” e restringimento delle arterie;
- attività fisica 30-40 minuti almeno tre volte la settimana (i giovani anche tutti i giorni, limitando il tempo dedicato all’uso di smartphone e apparecchiature elettroniche in generale). Oltre a ridurre la pressione arteriosa il movimento riduce l’ansia e lo stress che in molti soggetti possono essere causa di ipertensione.
- controllare il peso ogni 5 kg di peso in eccesso persi la pressione sistolica cala anche di 10 mm di Hg.
Cosa fare se si trova la pressione alta?
La prima cosa da fare è la modifica degli stili di vita non corretti e per questo si fa riferimento a quanto detto appena sopra per la prevenzione. Tali comportamenti se realizzati regolarmente per almeno sei mesi produrranno una riduzione della dei valori della pressione arteriosa.
Se la pressione persisterà elevata il medico deciderà per una terapia farmacologica che comunque andrà sempre associata alla modifica degli stil di vita.
Se la pressione risulta “molto elevata” (la massima o sistolica superiore o uguale a 180 mmHg e la minima o diastolica uguale o superiore a 110mmHg), il medico può decidere di iniziare la cura farmacologica immediatamente. Tuttavia, la terapia farmacologica da sola non basta e va sempre e comunque accompagnata da uno stile di vita salutare.
Normalmente i farmaci che abbassano la pressione esercitano il massimo effetto dopo 2-6 settimane dall’inizio della cura per cui è inutile precipitarsi dal medico pochi giorni dopo l’inizio della terapia farmacologica antipertensiva, lamentandone la mancanza di efficacia.
La cura va mantenuta anche una volta che la pressione si è normalizzata!
è molto importante attenersi alle prescrizioni del proprio medico soprattutto in una condizione asintomatica come abbiamo visto essere spesso l’ipertensione, la quale può però avere complicazioni molto gravi che possono anche essere letali o altamente invalidanti.
dott. Alessandro Bertagnolli