I santi della medicina veterinaria
Tra i Santi della nostra tradizione cristiana ne spiccano quattro che sono fortemente legati agli animali e alla Medicina Veterinaria, essendo divenuti dei simboli di protezione proprio delle creature viventi o della professione del medico veterinario.
Per primo ricordiamo San Francesco d’Assisi (1182-1226 d.C.), proclamato patrono d’Italia da Papa Pio XII il 18 giugno 1939. Viene festeggiato il 4 ottobre e ogni anno, seguendo la tradizione, una regione italiana offre l’olio per la lampada che brucia sulla tomba del Santo. Quest’anno saranno le Marche a rappresentare tutto il Paese durante la celebrazione per il patrono d’Italia 2020. San Francesco è stato un religioso e poeta italiano, fondatore dell’ordine francescano, che viveva secondo i principi di fraternità, umiltà e povertà. Era conosciuto anche come “il poverello d’Assisi” per via della sua scelta di spogliarsi di ogni bene materiale e condurre una vita senza ricchezze, in totale armonia di spirito.
Per la sua storia e i suoi prodigi è considerato il patrono degli animali; tra gli episodi più famosi ricordiamo la predica agli uccelli e l’incontro con il feroce lupo di Gubbio, che venne reso innocuo dall’ammonimento del Santo, tanto che quando l’animale morì, anni dopo, gli abitanti del paese ne furono molto rattristati. L’unione di San Francesco con gli animali e la natura si rende manifesta con la celebre preghiera di lode per il Signore rappresentata dal “Cantico delle creature”, in cui il Santo ringrazia Dio per frate sole, sora luna e le stelle, frate vento, sor’acqua, frate focu, sora nostra matre terra; ogni cosa è viva e specchio della grazia di Dio e merita rispetto, comprensione e cura, nell’ottica di un’unione di spirito che ci collega tutti come parte di un unico mondo. È il testo poetico più antico della letteratura italiana di cui si conosca l’autore e venne composto in lingua volgare italiana e non in latino, affinchè tutti potessero capirlo. San Francesco viene ricordato anche da Dante Alighieri, nell’XI canto del Paradiso della Divina Commedia, in cui si narra che il Santo raccomandò ai suoi discepoli la sua sposa, la Povertà, e in quanto “donna sua più cara…comandò che l’amassero a fede” (vv. 112-114). Il cardinale Jorge Mario Bergoglio, eletto papa il 13 marzo 2013, ha assunto, primo nella storia della Chiesa, il nome pontificale Francesco proprio in onore del Santo di Assisi.
Sant’Antonio Abate (251-356 d.C.). A differenza di San Francesco, che è il protettore di tutti gli animali, Sant’Antonio è il protettore degli animali domestici. Era consuetudine un tempo trovare appesa nelle scuderie e nelle stalle l’immagine del Santo. In occasione della Sua ricorrenza, che avviene il 17 gennaio, la Chiesa benedice gli animali e le stalle, ponendoli sotto la Sua protezione. Secondo una leggenda veneta, durante questa notte, gli animali acquisivano la facoltà di parlare, ma i contadini dovevano tenersi ben lontani dalle stalle, perché udire gli animali conversare rappresentava un cattivo auspicio.
Il Santo viene spesso raffigurato insieme ad un maiale che porta al collo una campanella poiché ai monaci antoniani era stato dato il permesso dal Papa di allevare i maiali per uso proprio e tali animali potevano circolare liberamente nel paese, senza che nessuno li potesse toccare se contrassegnati da una campanella di riconoscimento. I maiali venivano allevati per curare, con il loro grasso, l’ergotismo, una malattia che venne poi denominata “fuoco di S. Antonio”.
Sant’ Eligio di Noyon (588-660 d.C.). Patrono di fabbri, gioiellieri, garagisti, maniscalchi e anche dei veterinari, viene ricordato il 1 dicembre. è stato un orafo e un alto funzionario della corte dei re merovingi.
Durante la sua vita si dedicò costantemente alla cura e al sostegno dei poveri e dei malati.
Secondo la leggenda, gli appartengono numerose opere, in gran parte oggi perdute. La scena più caratteristica con cui viene ricordato è quella in cui riceve la visita di Gesù nella sua bottega, che gli mostra come ferrare un cavallo tagliandogli via la zampa e poi riattaccandola in un modo miracoloso.
Giacomo di Zebedeo, detto anche Giacomo il Maggiore (5 a.C-44 d.C.), viene festeggiato il 25 luglio ed è il protettore di pellegrini, viandanti, cavalieri, soldati e veterinari. Fu uno dei dodici apostoli di Gesù, secondo quanto riportato dai Vangeli e dagli Atti degli Apostoli, e il primo a subire il martirio. Dopo la sua morte, i discepoli ne trafugarono il corpo e riuscirono a portarlo sulle coste della Galizia.
Il sepolcro contenente le spoglie del Santo sarebbe stato scoperto a seguito di un evento miracoloso con una visione luminosa e perciò il luogo venne denominato campus stellae “campo della stella”, dal quale deriva l’attuale nome di Santiago (da San Giacomo, in spagnolo Sant-Yago) di Compostela (o Campostela, “campo della stella”) e nel 1075 fu iniziata la costruzione della maestosa basilica a lui dedicata. Il Cammino di Santiago è attraversato da numerosi pellegrinaggi ancora oggi e nel 1993 è stato riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
dott.ssa Federica Bonadiman – Medico veterinario della Clinica Zoolife