Flash di agricoltura e non solo

Flash di agricoltura e non solo

Nutrire le api prima dell’inverno

Ultimata la smielatura con la quale si conclude la stagione apistica, è indispensabile controllare la disponibilità di miele di scorta che le api concentrano nei telaini più vicini alle due pareti laterali dell’arnia. Il limite è di 4 telaini carichi di miele di scorta. Se la riserva risulta insufficiente, l’apicoltore deve ricorrere alla somministrazione di una quantità adeguata di alimento supplementare.

Con l’avanzare della stagione, dice Paolo Fontana responsabile dell’Unità apicoltura della Fondazione Mach, è consigliabile sostituire alla miscela acqua e zucchero lo sciroppo candito fatto di zucchero a velo e miele che si trova in commercio allo stato solido. I panelli solidi devono essere collocati nella parte superiore dell’alveare. Le api salgono da sole nello spazio sottostante al tetto dell’arnia per cibarsene. Il candito ha anche il vantaggio di non stimolare la covata.

Vitigni resistenti in alta Val di Cembra

Si dichiara soddisfatto della vendemmia ultimata il primo ottobre nei vigneti che fanno capo alla cantina Pojer-Sandri di Faedo l’enologo Mario Pojer, contitolare dell’omonima azienda viticola.

All’inizio era molto preoccupato a causa delle negative conseguenze delle ingenti piogge di fine agosto. Il grado di maturazione e lo stato fitosanitario sono invece risultati ottimi grazie alle tre settimane di bel tempo nel periodo successivo. La cantina vinifica le uve provenienti da 33 ettari  distribuiti in sei comuni catastali: S. Michele all’Adige, Faedo, Cembra. Giovo, Lisignago e Grumés.

Particolare soddisfazione, dice Mario Pojer, posso manifestare per i 12 ettari di vigneti messi a dimora in fasi successive nella zona più alta della Valle di Cembra. Un terzo degli impianti di Grumés è costituito da varietà resistenti e/o tolleranti a peronospora e oidio. In 10 anni abbiamo dovuto effettuare solo 3 trattamenti a base di zolfo in polvere contro l’oidio. I vini sono molto apprezzati e richiesti.

Drosofila: continua la ricerca di parassitoidi asiatici

Con l’inizio dell’autunno ha subito un rallentamento ma non è stata sospesa e proseguirà anche nel 2021 la ricerca di nuovi parassitoidi della drosofila da parte di Alberto Grassi e Simone Puppato (Fondazione Mach)  ai quali va il merito di avere individuato nel 2019 la presenza in Trentino  dei primi esemplari del parassitoide asiatico denominato Leptofilina japonica.

Negli anni precedenti i due esperti (Puppato è dottorando di ricerca e concluderà il percorso accademico presso l’università del Molise nel 2021) avevano individuato e classificato trespecie autoctone di parassitoidi presenti in Trentino. La capacità di parassitizzazione delle tre specie rimane al di sotto di una soglia accettabile.

Anche nel 2021 obiettivo primario sarà quindi la ricerca di parassitoidi di provenienza asiatica. Il lavoro può seguire due strade. La prima consiste nell’esporre frutti già infestati dalla drosofila contenuti in trappole collocate in siti diversi. Esse vengono ritirate dopo una settimana e tenute in incubatoio per 4 settimane per dare tempo ad eventuali nuovi parassitoidi di uscire dai frutti. La seconda modalità si basa sulla raccolta di una quindicina di specie di frutti selvatici presumibilmente infestati dalla drosofila. I frutti vengono portati in laboratorio per raccogliere eventuali nuovi parassitoidi.

Bilancio fitosanitario di fine stagione

Il fungo che causa la ticchiolatura del melo si conserva da una stagione all’altra sotto forma di spore durevoli (ascospore) sulle foglie colpite che si staccano e cadono sul terreno. è quindi utile controllare prima o dopo la raccolta delle mele la presenza di macchie sulle foglie.

La carica di ascospore (inoculo) può variare di numero in base a diversi fattori, ma rappresenta comunque un indicatore da tenere presente per impostare il programma di difesa per la prossima stagione.

E’ da considerare basso se inferiore al 10%; medio tra l’11 e il 30%; alto se supera il 30% delle foglie controllate. Un discorso analogo si deve fare per il verme delle mele (Carpocapsa).

Se alla raccolta anche solo l’1% delle mele presentava danni provocati dalle larve (verme), è necessario rivedere il programma di difesa adottato nella stagione che si va concludendo e adottare modifiche al programma della nuova stagione.

Sergio Ferrari

admin

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