Una quaresima da dimenticare
La primavera è nell’aria ma quest’anno non c’è stato modo di godersela appieno anche se le campagne ed i boschi, incuranti di quanto stiamo passando noi umani, puntualmente offrono la bellezza di fiori, colori e profumi.
Che cosa ci sta succedendo?
Come è stato possibile arrivare ad una situazione come quella che abbiamo vissuto, ed ancora viviamo qui e che in province a noi vicine ha il volto di una immane tragedia?
Le risposte non ci sono o se ci sono sono contraddittorie con un bombardamento di pareri che piovono in continuazione dal PC, dai messaggini, dagli schermi TV a tutte le ore o leggendo i giornali. E uno più si informa più si confonde con un’unica speranza, che questa terribile epidemia passi così come tante volte è successo in passato …. come ci racconta la storia.
Stare chiusi in casa, dover abbandonare abitudini consolidate e i ritmi della normalità ci ha costretto a fare i conti con una realtà diversa riscoprendo una dimensione più intima, familiare: in una parola a guardarci dentro e considerare le cose della vita che contano davvero. Con la fiducia di contare su medici, infermieri ed operatori sanitari che davvero si stanno dimostrando i veri eroi che ci danno speranza.
Viene in mente la peste del 1630 a Milano raccontata dal Manzoni nei Promessi Sposi che dopo aver provocato migliaia di vittime era stata spazzata via da un temporale. Più vicina ai nostri giorni l’influenza spagnola, una pandemia infuenzale insolitamente mortale che fra il 1918 e il 1920 uccise decine di milioni di persone in un mondo che era uscito stremato dalla Prima Guerra mondiale e poi era passata così come era venuta.
Oggi abbiamo molte più notizie e il mondo, con la globalizzazione, è diventato, nei fatti, un grande villaggio dove ciò che succede in un paese lo si sa in tempo reale ed ha conseguenze in tutti gli altri come un’onda che si propaga nel mare.
Lo vediamo purtroppo nella tragedia del coronavirus che non conosce confini né oceani e si diffonde nel mondo / villaggio con le gambe dell’uomo e dei suoi spostamenti.
Perché è l’uomo con i suoi comportamenti ed il suo frenetico darsi da fare e girare da un capo all’altro della terra che si porta dietro anche un virus che ormai non risparmia nessun territorio del pianeta come un moto che si propaga fino all’ultimo orizzonte.
Qualche elemento per conoscere un po’ meglio questa malattia la trovate sul Melo nelle pagine a seguire dove il medico ci racconta che cos’è questa malattia, come è nata, come si propaga e i provvedimenti che le autorità preposte hanno adottato per contenerla.
Ma anche una riflessione sulla perenne emergenza che il nostro paese è costretto a vivere troppo spesso a causa di una mancata visione e coerenza di chi ci governa: con la speranza che una tragedia così pesante e drammatica come quella che stiamo attraversando adesso serva almeno ad evitare che si ripeta in futuro.
Intanto la vita continua con le belle stagioni che tornano e con esse una ventata di speranze per una sollecita ripresa, anche se il ritorno alla normalità sarà davvero duro per il lavoro, l’economia, la vita sociale, ecc.
Per questo, per dare continuità al dialogo con i nostri concittadini e lettori, “Il Melo” anche questo mese puntualmente arriva nelle case con le solite rubriche e un messaggio di fiducia per il futuro, e guardare avanti. …Perché domani è un altro giorno!