È migliore la gestione attiva o quella passiva?
Analisi e confronto delle due diverse modalità di gestione
Il recente andamento dei mercati ci ha dato una chiara evidenza di come due diverse modalità di gestione si possono comportare in una fase delicata come quella attuale. Parlare di Gestione Dinamica Attiva o di Gestione Passiva per molti risparmiatori probabilmente è come “parlare in arabo”.
Conoscere in quali tipologie di strumenti finanziari si possono investire i propri risparmi e fare confronti costanti, dovrebbe essere prassi comune, ma nella realtà purtroppo non è così.
Nell’operatività giornaliera, ogni istituto di credito propone quello che ha “nel cassetto” e spesso con un evidente conflitto di interessi, in quanto caldeggia un prodotto finanziario piuttosto che un altro perché sul primo ha degli introiti maggiori.
Prova ne è che, se analizziamo il contenuto dei portafogli di un cliente per ogni singolo istituto, è facile riscontrare la presenza di fondi comuni o titoli dell’istituto stesso o di società ad esso collegate. Purtroppo, nella maggioranza dei casi non si tratta dei migliori del mercato.
Al di là di considerazioni legate alla professionalità di alcuni operatori e alla scarsa cultura finanziaria del risparmiatore italiano, conoscere le varie possibilità di investimento è fondamentale, soprattutto in una fase in cui molti risparmiatori hanno o stanno approcciando il mondo del risparmio gestito.
Dopo anni di investimenti in titoli di stato, in obbligazioni della propria banca, oppure in un semplice parcheggio di conto corrente, negli ultimi anni molti risparmiatori si sono indirizzati verso la sottoscrizione di fondi comuni, gestioni patrimoniali e polizze.
Come scegliere quindi e quali accorgimenti applicare per approcciare un mondo dove l’elemento essenziale è dato dalla delega di gestione?
La delega di gestione deve essere:
- consapevole, cioè il risparmiatore deve essere coinvolto nella scelta tra le diverse soluzioni;
- il frutto di una attenta analisi/confronto, fatta ante investimento che tenga conto dello stile di gestione, dei costi di gestione, dei risultati ottenuti negli anni, ecc.;
- costantemente monitorata ex-post e confrontata con pari strumento finanziario.
Per capire meglio analizziamo due tipologie di investimenti azionari, confrontando strumenti che investono nello stesso ambito utilizzando però due diversi stili di gestione, oltre ad un investimento che rappresenta tutte le borse mondiali (vedasi grafici 1 e 2 “Fonte bloomberg”).
Per la GESTIONE ATTIVA sono riportati i fondi EIGER MEGATREND e EIGER ROBOTICS (colore BLU). Mentre per la Gestione PASSIVA abbiamo preso ad esempio i fondi PICTET ROBOTICS e PICTET MEGATREND (colore VERDE) e vari ETF (colore ROSSO).
Confrontando i dati del 2020, è molto evidente la differenza di rendimento tra i fondi a gestione attiva e gli altri. La differenza di rendimento a favore della Gestione Attiva è del 18,9% per il Megatrend e del 18,0% per la Robotica. Se consideriamo un periodo più ampio, comprendendo il periodo dal 1° gennaio 2019 (il 2019 è stato un anno positivo per i mercati) fino ad oggi, la differenza è consistente. Infatti, la Gestione Passiva nell’ultimo mese ha perso tutto il guadagno accumulato nel 2019 e presenta un saldo negativo nel periodo pari al -3%, mentre la Gestione Attiva conserva un rendimento positivo nello stesso periodo pari a +9,5%.
POSSIAMO QUINDI AFFERMARE CHE LA GESTIONE ATTIVA FA LA DIFFERENZA, L’IMPORTANTE È AVERE UNA STRUTTURA DI CONSULENZA CHE INDIVIDUA SENZA VINCOLI IL MIGLIOR GESTORE. Quindi attenti a dove investite, valutate lo stile di gestione e, non mi stancherò mai di ricordare, affidatevi a Consulenti Indipendenti!